Fisco, pressione delle tasse sui contribuenti onesti è 48%

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Fisco, pressione delle tasse sui contribuenti onesti è 48%

Messaggioda lidia.pege » sab lug 06, 2019 11:20 am

Fisco, la pressione delle tasse sui contribuenti onesti è al 48%
di Redazione Economia 06 lug 2019 corriere della sera
I contribuenti onesti, che versano fino all’ultimo centesimo tutte le tasse, le imposte e i contributi previdenziali chiesti dall’amministrazione pubblica, subiscono una pressione fiscale reale del 48%, quasi 6 punti in più rispetto al dato ufficiale, che nel 2018 si è attestato al 42,1 per cento. La denuncia è dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre. Secondo l’Istat, spiega l’organizzazione degli artigiani, nel 2016 l’economia non osservata ammontava a 209,8 miliardi di euro (pari al 12,4 per cento del Pil): di questi, 191,8 miliardi erano attribuibili al sommerso economico e altri 17,9 alle attività illegali. Lo studio ipotizza prudenzialmente che l’incidenza dell’economia sommersa e delle attività illegali sul Pil nel biennio 2017-2018 non abbia subito alcuna variazione rispetto al dato 2016. La pressione fiscale ufficiale è data dal rapporto tra le entrate fiscali ed il Pil prodotto in un anno e nel 2018 si è attestata al 42,1%. Se, però, dalla ricchezza del Paese (Pil) sottraiamo la quota riconducibile al sommerso economico e alle attività illegali che, non producono alcun gettito per le casse dello Stato, il Prodotto interno lordo diminuisce (quindi si «contrae» il valore del denominatore) facendo salire al 48% il risultato che emerge dal rapporto tra il gettito fiscale e il Pil.

Per ridurre le tasse nel 2020 vanno recuperati 33 miliardi

«Se da un lato abbiamo recuperato 7,6 miliardi di euro che ci hanno evitato la procedura di infrazione da parte dell’Ue - dichiara il segretario della Cgia, Renato Mason - dall’altro lato dobbiamo trovare entro dicembre 23 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva e altri 10-15 miliardi per estendere a tutta la platea dei contribuenti la flat tax. Insomma, al fine di evitare un forte aumento dei prezzi di beni e servizi e per beneficiare di una decisa riduzione del carico fiscale, dovremmo recuperare in pochi mesi almeno 33 miliardi. Una impresa che, ad oggi, appare proibitiva».

Perché la pressione fiscale è destinata a salire

Se negli ultimi anni la pressione fiscale ha conosciuto una leggera diminuzione, non è da escludere che nel 2019 torni a salire. Non tanto perché il prelievo complessivo è destinato ad aumentare, cosa che in linea di massima non si dovrebbe verificare, bensì perché la crescita del Pil sarà molto contenuta e nettamente inferiore alla variazione registrata l’anno scorso. La Cgia ricorda che, dopo il picco massimo toccato nel biennio 2012-2013, negli anni successivi la pressione fiscale ha fatto segnare una diminuzione che nel 2017 e nel 2018 si è attestata al 42,1 per cento.
Lidia Pege
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