Milioni di americani lavorano dopo i 65 anni, e non perché hanno bisogno di soldi e non possono andare in pensione
Tanza Loudenback 2/5/2019
I cittadini statunitensi in età pensionabile si sentono più in salute che mai.
La maggior parte dei cittadini statunitensi in età pensionabile (perlopiù appartenenti alla generazione dei baby boomers) lavora ancora, oggi più che mai — ma non perché abbia bisogno di soldi
Fra gli ultrasessantacinquenni che lavorano, l’incremento maggiore è stato riscontrato all’interno del gruppo demografico che si troverebbe nelle condizioni migliori per andare in pensione, cioè quello delle persone altamente istruite con un reddito elevato, come spiega Lincoln Plews, analista di ricerca di United Income
Il motivo più frequente per cui le persone lavorano più a lungo? Sono più in salute che mai.
Non tutti i baby boomers contano i giorni che li separano dal pensionamento. La percentuale dei cittadini statunitensi che lavorano a sessantacinque anni e passa è più alta di quanto non sia mai stata in oltre cinquant’anni, e non perché abbiano bisogno di soldi.
A confermarlo sono i dati appena pubblicati dal Census Bureau of Labor Statistics (Bls), in base a un’analisi della società di investimento e pianificazione finanziaria United Income. Nel febbraio di quest’anno il 20% circa dei cittadini statunitensi con più di 65 anni d’età — 10,6 milioni di persone in totale — o lavorava o era in cerca di lavoro. È la percentuale più alta registrata da 57 anni a questa parte.
La popolazione ultrasessantacinquenne di oggi comprende i baby boomers, cioè la generazione di età compresa fra 55 e 73 anni (in base alla definzione di Pew Research) e la silent generation, cioè i cittadini con 73 anni e più. Non è stato fornito un breakdown specifico per fascia d’età tra i lavoratori che avrebbero diritto ad andare in pensione.
L’età esatta di pensionamento degli americani nati prima del 1960, che comprendono milioni di baby boomers, è di 66 anni e 10 mesi; è da quel momento che hanno pienamente diritto alle erogazioni fornite dalla Social Security. Da un lato i cittadini possono iniziare a ottenere un sussidio parziale a 62 anni, dall’altro possono rimandare il pensionamento fino a un massimo di 70 anni d’età per incrementare la loro pensione mensile di una percentuale fino all’8% all’anno.
Nel contesto statunitense, molto diverso da quello italiano per quanto riguarda il welfare, il notevole incremento dei lavoratori in età pensionabile potrebbe essere in parte imputabile alla minore adesione ai piani previdenziali gestiti dalle aziende, in favore di piani contributivi come il cosiddetto 401(k)s, come ha spiegato a Business Insider Lincoln Plews, analista di ricerca di United Income.
Nei piani di questo tipo la maggior parte dei contributi è versata dal lavoratore invece che dal datore di lavoro, e gli americani notoriamente non sono molto bravi a risparmiare. Si può dunque legittimamente concludere che alcune persone debbano lavorare più a lungo per compensare il fatto di non avere risparmi da parte quando arrivano all’età della pensione.
Eppure, dice Plews, i dati mostrano che la maggior parte dei lavoratori in età avanzata non è motivata dal bisogno di risparmiare.
“Se si scompongono i dati per grado di istruzione, si nota che l’incremento maggiore tra gli ultrasessantacinquenni che lavorano è stato riscontrato all’interno del gruppo demografico che si troverebbe nelle condizioni migliori per andare in pensione, cioè quello delle persone altamente istruite con un reddito elevato” ha detto Plews a Business Insider. “In base alla Survey of Consumer Finances del 2016 della Federal Reserve, i laureati che lavorano ancora dopo i 65 anni d’età hanno un patrimonio mediano di 706.000 dollari. Per i membri di questo gruppo che hanno un reddito al di sopra della media, la mediana è di poco superiore a 1,4 milioni di dollari.”
Plews ha scoperto che la percentuale dei lavoratori ultrasessantacinquenni con almeno una laurea è aumentata dal 25% del 1985 al 53% nel 2019, spingendo al rialzo il reddito medio dei lavoratori in età pensionabile da 48.000 a 78.000 dollari, tenendo conto dell’inflazione.
Inoltre le cifre mostrano che è in gioco un altro fattore, più intangibile: la longevità.
“Gli americani in età pensionabile si sentono più in salute che mai. Fra gli americani dai 65 anni in su, più di tre su quattro riportano di avere una salute buona, ottima o eccellente, e questa percentuale è in costante aumento da più di 35 anni” ha scritto Plews in un report di United Income.
Il miglioramento dello stato di salute dei cittadini statunitensi li fa sentire più in gamba che mai, come è emerso dal report. Il 77% dei lavoratori ultrasessantacinquenni ha detto di non avere alcun limite per quanto riguarda il tipo di lavoro che è in grado di svolgere.