Da Abano Terme all’Orto botanico

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Da Abano Terme all’Orto botanico

Messaggioda lidia.pege » sab feb 17, 2018 2:17 pm

Da Abano Terme all’Orto botanico: nuove ricerche sui fanghi terapeutici (Il Bo Magazine)

(Francesco Suman)
Nel segno dei cianobatteri terapeutici dei fanghi termali, il centro di studi termali Pietro d’Abano diventa partner dell’Orto botanico di Padova in un progetto che unisce ricerca, divulgazione scientifica e promozione del territorio.
L’orto botanico metterà a disposizione i suoi laboratori per il nuovo progetto di ricerca finanziato dal centro studi e iniziato nel 2017. “L’orto si è sempre adeguato ai progressi e l’ampliamento del 2014 consente di rafforzare le missioni che l’Orto ha sia nel mondo della ricerca sia in quello della divulgazione” ha dichiarato il prefetto dell’orto Barbara Baldan alla presentazione del progetto nell’aula emiciclo dell’Orto botanico.
L’obiettivo dello studio sarà la completa caratterizzazione del microbiota (la comunità di microrganismi) presente nei fanghi termali. Un progetto fondamentale per valorizzare le risorse termali euganee uniche al mondo, certificate e tutelate da un marchio di origine della Regione Veneto: Fango DOC.
I fanghi si ottengono da un processo di maturazione di un prodotto naturale, le argille provenienti dai laghi euganei di origine vulcanica. “Occorre poi lasciar riposare l’argilla a contatto con acqua termale corrente (acque del bacino idrominerario omogeneo dei colli euganei, BIOCE, ndr) per circa 60 giorni” ha spiegato Federico Caldara, direttore e responsabile del centro studi. “Durante questo intervallo, oltre a variare le caratteristiche chimico-fisiche dell’argilla, si sviluppa una complessa comunità di microrganismi”. Tra questi i più importanti sono i cianobatteri, capaci di produrre una serie di sostanze che conferiscono ai fanghi le loro peculiari proprietà terapeutiche, antiossidanti, antiinfiammatorie e immunostimolanti.
Almeno a partire dal 2008 quando sono stati pubblicati i primi studi approfonditi sul microbiota umano si è compreso che tra le centinaia di miliardi di microorganismi che abitano nel nostro corpo e sulla nostra pelle, alcuni sono “cattivi”, ovvero producono sostanze tossiche, altri invece sono “buoni”, ovvero producono sostanze benefiche. I fanghi termali sono ricchi proprio di questi ultimi.
Il progetto di ricerca mira quindi a classificare questi organismi con tecniche di nuova generazione come il next generation sequencing (ngs) che consentono l’estrazione del DNA di tutti i microorganismi presenti nel campione di fanghi considerato. Uno studio approfondito sul cianobatterio Phormidium ETS05 ha già valso un brevetto europeo al centro studi proprio per le qualità antiinfiammatorie del composto attivo individuato. “La ricerca sta dimostrando che la microflora dei fanghi termali euganei è unica al mondo. Ciò porterà a una valorizzazione ulteriore di questo prodotto” ha riportato Nicoletta La Rocca, responsabile scientifico del progetto di ricerca e docente del dipartimento di biologia.
“Oggi abbiamo la grande occasione di affiancare conoscenze a opportunità. Condurremo nuovi studi con nuovi strumenti e nuove tecnologie, per scoprire nuovi scenari” ha dichiarato Emanuele Boaretto, presidente del centro studi Pietro d’Abano.
Una parola chiave in questo progetto è “biodiversità”: quella dei microrganismi, direttamente proporzionale alla qualità dei fanghi, e quella dell’orto, giardino della biodiversità, valore che l’università si impegna a tutelare non solo con i risultati della ricerca ma anche con iniziative di comunicazione. Il progetto infatti si impegna ad assolvere alle altre due missioni fondamentali per l’università: la divulgazione e il coinvolgimento del territorio. “È prevista la firma di una convenzione tra il comune di Abano e l’università. Si tratta di un progetto senza precedenti per noi e un modello ideale di terza missione” ha dichiarato il delegato del rettore per il progetto di comunicazione istituzionale Telmo Pievani. “L’ateneo si avvicina a festeggiare i suoi 800 anni e noi vogliamo che queste celebrazioni non siano effimere, ma occasioni per instaurare qualcosa di duraturo. L’ateneo si impegna a valorizzare la storia delle terme, attraverso la figura di Pietro d’Abano, cui è dedicata una statua qui in orto e con tesi di laurea sull’etnobotanica dei colli euganei. L’orto è un luogo di divulgazione, il 27 aprile partirà la Primavera scientifica dove sono previsti spettacoli e conferenze. Offriremo a turisti e studenti pacchetti di soggiorni ad Abano. E co-bigliettazione: sconti reciproci tra la città di Abano e l’Orto botanico. Saranno coinvolte anche le scuole”.
“800 anni dell’università e qualche millennio della nostra terra sono elementi sufficienti per mettere insieme i nostri valori” ha dichiarato Federico Barbierato, sindaco di Abano. “Vi saranno effetti benefici per tutta la collettività e per l’associazione albergatori. Più di 60.000 studenti e professori da tutto il mondo possono venire a rilassarsi ad Abano. Dobbiamo essere unici in qualcosa, i nostri fanghi hanno dimostrato di essere unici al mondo e su questo dobbiamo costruire la nostra proposta. Dobbiamo costruire insieme un’alfabetizzazione termale, pubblico e privato, per comprendere e valorizzare il territorio in cui viviamo”.

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15 febbraio 2018
Lidia Pege
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