Negati i domiciliari a Claudio perché l’inchiesta si allarga
Ma i legali dell'ex sindaco di Abano preparano il ricorso davanti al Tribunale del Riesame di Venezia di Cristina Genesin Mattino 29 settembre 2016
ABANO TERME. Bocciata la richiesta di arresti domiciliari. Ma l’ex sindaco di Abano, Luca Claudio, non si rassegna. E così i suoi difensori (il penalista Ferdinando Bonon e il professor Giovanni Caruso) stanno preparando l’appello davanti al tribunale del Riesame di Venezia. Obiettivo: ottenere di scontare la detenzione preventiva a casa. La richiesta sarà depositata nel capoluogo lagunare a breve, poi i giudici avranno una ventina di giorni per fissare l’udienza.
Tangenti alle Terme, Bordin lascia gli arresti domiciliari Tenuto solo all’obbligo di firma.
Rimane ancora in carcere l’ex sindaco di Abano Luca Claudio
Ma intanto emergono i motivi del diniego ai domiciliari firmato dal gip Margherita Brunello che ha accolto in pieno il parere negativo espresso dal pm Federica Baccaglini, titolare della complessa indagine sulle mazzette alle Terme. Inchiesta che si sta moltiplicando in più filoni.
A proposito di Claudio, nel provvedimento il gip fa menzione a un fumus per altri comportamenti improntati alla corruzione: ci sono nuovi sospetti in corso di accertamento. E riguardano la bonifica della discarica nella frazione di Giarre.
Il 23 giugno Claudio era finito dietro le sbarre con l'accusa di concussione, corruzione e induzione indebita a dare o promettere utilità: era noto come “mister 15%” in quanto ideatore del meccanismo tangentizio che prevedeva un “dazio” per ogni appalto o gara. Ma il 5 luglio c’è la seconda ondata di arresti nell’ambito della gara per la bonifica della discarica in via Guazzi. Gara taroccata: scattano 4 misure restrittive della libertà personale. Si sospetta un giro di mazzette. Tuttavia il nominativo di Claudio appare di striscio. Che ruolo aveva in quella storia? È quello che le Fiamme Gialle stanno verificando.