Caccia agli imprenditori del sistema (Mattino)

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Caccia agli imprenditori del sistema (Mattino)

Messaggioda lidia.pege » ven lug 01, 2016 2:29 pm

Caccia agli imprenditori del “sistema” (Il Mattino)
Gli investigatori vogliono scoprire se anche ad Abano come a Montegrotto c’era un “collettore” per le mazzette destinate al sindaco Luca Claudio

Mancherebbero una decina di nomi fra coloro che hanno svolto lavori “a chiamata diretta”: la Finanza vuole sentirli tutti
(Elena Livieri)
Nuova scena muta nell’ultimo degli interrogatori per le tangenti alle Terme. Dopo il neo eletto e sospeso sindaco di Abano Luca Claudio, (l’unico ad essere in carcere), l’ex sindaco di Montegrotto Massimo Bordin e gli imprenditori Massimo Trevisan e Luciano Pistorello (tutti ai domiciliari), è toccato ieri a Saverio Guerrato comparire davanti al gip Margherita Brunello. Difeso dall’avvocato Fabio Pinelli, anche l’imprenditore rodigino – esattamente come tutti gli altri indagati – si è avvalso della facoltà di non rispondere. «Il mio assistito» ha sottolineato il legale, «sarà pronto a chiarire la sua posizione quando avrà letto tutti gli atti delle indagini».
Indagini che la Guardia di finanza sta proseguendo, senza sosta. Dalla sfilata di imprenditori che di loro spontanea volontà si sono presentati per fornire la loro versione dei fatti, dopo che è esplosa la “bomba” delle tangenti con gli arresti della scorsa settimana, pare delinearsi un quadro sempre più preciso sui ruoli dei vari protagonisti. In particolare verrebbe confermata, all’unisono secondo il racconto degli imprenditori, il ruolo di regia di Luca Claudio nel sistema delle tangenti. Tutte le persone sentite finora, infatti, avrebbero confermato che era lui, e soltanto lui, a tenere le redini del gioco. Le altre figure, a partire dall’ex sindaco Bordin – non a caso chiamato “fantocci” dall’allora suo assessore Ivano Marcolongo – arrestato ad aprile del 2015 mentre intascava una mazzetta – erano gregari. Galoppini che rispondevano agli ordini del capo. Chi chiamare per affidare i lavori e a chi chiedere la percentuale del 15% su ogni incarico era solo Claudio.
Le indagini della Finanza proseguono anche in un altro senso. Se sono molti gli imprenditori che si sono presentati spontaneamente, molti ne mancano ancora all’appello. Si tratterebbe di una decina di persone. Ed è da queste che la Finanza andrà a bussare nei prossimi giorni. Il settore del verde, quello da cui è partita tutta l’indagine, l’ambito in cui si cerca. Un vero porta a porta da tutti coloro che negli ultimi anni hanno avuto un incarico diretto nei comuni di Abano e Montegrotto. Incarichi che, essendo sotto i 40 mila euro di valore, sono stati affidati senza necessità che fosse esperita alcuna gara. A chiamata diretta. Solo che invece di seguire la procedura prevista per legge, ovvero l’invito da parte dell’ufficio comunale preposto di più ditte a presentare un preventivo e fra questi poi scegliere il più conveniente, la chiamata veniva fatta su “ordine” di Claudio. Una “selezione” tutt’altro che naturale che veniva poi ricompensata – questa l’accusa – con la tangente. Di “preventivi” in effetti, Claudio e sodali parlavano. Ma era solo il modo in cui venivano chiamate le mazzette. Lo racconta al pm Federica Baccaglini l’imprenditore Denis Pagetta (indagato): «I soldi erano destinati a loro (Claudio e Bordin, ndr) in quanto ogni volta che consegnavo i contanti nella busta Marcolongo chiamava Bordin avvertendo che aveva pronto per lui un “preventivo”».
Accertato che Claudio ha esportato il sistema delle tangenti da Montegrotto, dove è stato sindaco dal 2001 al 2011, ad Abano Terme, gli investigatori cercano ora di ricomporre l’intero puzzle: se a Montegrotto erano Marcolongo e quindi Bordin a fare da “collettori” delle mazzette destinate a Claudio, chi ricopriva quel ruolo ad Abano? Per le grosse tangenti il sindaco di Abano aveva architettato le fatture per consulenze fittizie della ditta “fantasma” Rls, ma per quelle piccole la consegna del denaro avveniva quasi certamente in contanti. Resta da capire chi incassava.

Ufficio tecnico comunale affidato a Girotto
Aversa ha colmato il vuoto lasciato da Spadot, l’architetto non confermato nell’incarico
(Federico Franchin)
Prime operazioni di assestamento della macchina comunale da parte del commissario prefettizio del Comune di Abano Pasquale Aversa. Aversa, nei primi giorni da commissario del comune aponense, ha provveduto a rinnovare le cariche dirigenziali ai dipendenti comunali. Confermati tutti i dipendenti nelle loro cariche. La sospensione del sindaco Luca Claudio aveva lasciato un vuoto all’interno dell’Ufficio Tecnico, dove l’architetto Maurizio Spadot era decaduto al termine del primo mandato del sindaco. Claudio non era riuscito a rinnovare le cariche prima del suo arresto. Per qualche giorno si è venuto quindi a creare un vuoto, che Pasquale Aversa ha deciso di colmare immediatamente promuovendo al ruolo di capo dell’Ufficio Tecnico Luigi Maria Girotto, attuale capo dell’Ufficio Finanziario. La promozione di Girotto pare tuttavia temporanea, dato che nelle prossime settimane il commissario prefettizio potrebbe nominare un nuovo capo dell’Ufficio Tecnico proveniente dall’esterno. Promozione anche per la segretaria comunale Michela Targa, il cui ruolo nel periodo di commissariamento è destinato giocoforza a diventare fondamentale. È diventata dirigente di primo settore.
Lo sfogo della mamma contro i giornali «Mio figlio trattato come un mafioso»
(e.l.)
Non vuole parlare più la signora Graziella. Un fiume in piena il giorno dell’arresto del figlio Luca Claudio, per difenderlo e gridare al mondo che contro di lui c’è solo cattiveria. A una settimana di distanza è il dolore a prendere il sopravvento. La rabbia. Uno sconforto che le rompe la voce: «Non posso sopportare di vedere mio figlio trattato come un mafioso. Leggo cose tremende, quello che viene descritto non è il mio Luca. Siamo distrutti». La famiglia non avrebbe ancora avuto il permesso di fargli visita in carcere. L’interrogatorio di Claudio si è svolto martedì al Due Palazzi dove è detenuto da giovedì della scorsa settimana. Ma anche lui non ha risposto alle domande del gip. Il suo avvocato, Ferdinando Bonon, lo rivedrà oggi: «Posso solo dire che sta studiando tutte le carte dell’inchiesta e che ribadisce di potersi difendere dalle accuse. Cosa succederà da qui in avanti è ancora tutto da vedere».
mattino 1°luglio 2016
Lidia Pege
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