Tangenti alle terme

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Tangenti alle terme

Messaggioda lidia.pege » lun giu 27, 2016 4:36 pm

Tangenti alle Terme (Il Mattino 27 giugno)

Tante mazzette con bidone. Claudio non “ricambiava”
Dall’Aquamarina pretese una casa per il fratello senza poi dare nulla in cambio
(Enrico Ferro)
«Ho accettato, mio malgrado, in quanto avevo saputo che a Montegrotto Terme era consuetudine pagare una percentuale sugli appalti ricevuti». È una delle tante ammissioni fatte durante gli interrogatori degli imprenditori finiti nell’inchiesta sulle tangenti alle Terme. E fin qui ci siamo. Che tra Abano e Montegrotto fosse in atto un sistema a base di mazzette nell’ambito dei lavori pubblici, questo si è capito. Ma che ci fossero impresari disposti a pagare anche senza ricevere nulla in cambio, è uno spaccato del tutto nuovo che dà la misura dell’egemonia di Luca Claudio nei territori in cui ha governato da sindaco per 15 anni. Sono le tangenti-bidone: il bidone, però, era solo per chi si trovava a pagare. Per il primo cittadino erano introiti veri.
Luca Scarpa, per un periodo amministratore della società Acquamarina Srl di Abano, ha raccontato ai finanzieri tutte le peripezie dell’impresa che rappresentava. Nel 2011, infatti, la sua società doveva realizzare nuove costruzioni nei terreni del Comune di Abano, nel caso specifico un complesso residenziale in via Dona Loser e uno in via Palladio. Uno dei responsabili dell’azienda si è recato direttamente dal primo cittadino per “concordare l’agevolazione per la realizzazione dei vari progetti”. «All’inizio mi è stato detto che il sindaco Claudio, in cambio del suo interessamento, voleva un appartamento per il fratello che si era separato nel complesso che avremmo dovuto costruire in via Palladio» ha raccontato Scarpa. Le cose però non sono andate come dovevano, perché nel frattempo è subentrata la crisi economica che ha stravolto anche il settore dell’edilizia. Ma nonostante le difficoltà dell’azienda non c’è stato modo di retrocedere. «Visto che il progetto di via Palladio a causa di problemi economici con le banche non è mai partito, il sindaco ha deciso di cambiare la sua richiesta pretendendo 60 mila euro in contanti, in varie tranche, al posto dell’appartamento, quale riconoscimento per gli aiuti che aveva dato con riguardo all’aumento delle altezze per il cantiere di via Don Loser che nel frattempo era già stato avviato». Per poter continuare con la realizzazione dei vari progetti Acquamarina Srl ha deciso di accettare la richiesta del sindaco.
Altro caso emblematico di tangente-bidone è quello che vede coinvolta la Marco Polo Spa (che aveva costituito una associazione temporanea d’impresa con la Guerrato Spa) e il suo responsabile commerciale Alberto Mulè. Quest’ultimo viene imbeccato da Edy Salvan, vecchia conoscenza della politica nella Bassa padovana. Salvan, professandosi grande conoscitore dell’area delle Terme, mette in contatto Mulè con il sindaco Luca Claudio. Il sindaco di Abano dice di essere la persona giusta per espandere le potenzialità economiche della Marco Polo Spa e propone un contratto di collaborazione da sottoscrivere con la Rls Srl. «L’accordo economico comprendeva un corrispettivo forfettario pari a 36 rate mensili da 2.500 euro cadauna a titolo di rimborso spese in quanto lui diceva di avere una struttura organizzativa da mettere in moto per potere raggiungere i risultati prefissati». In realtà passano i mesi ma non arrivano segnalazioni, né input e nemmeno proposte di progettazioni. «Dal mio punto di vista, esclusivamente commerciale, non capisco come mai Marco Polo Spa continuava a pagare a Luca Claudio, ovvero alla Rls Srl, prestazioni mai effettuate» rileva Mulè di fronte ai finanzieri. «Non capisco nemmeno come mai lo stesso Claudio, sapendo di non produrre alcunché, mi chiamava spesso per sollecitare i pagamenti a lui dovuti». Il sistema di “mister 15%” prevedeva anche questo.

I conti del sindaco
Sproporzione sospetta tra entrate e business
(e.fer.)
C’è un dato che emerge con prepotenza e che ha colpito subito anche gli stessi investigatori della Guardia di finanza di Padova: è la sproporzione tra il reddito dichiarato dal sindaco Luca Claudio e le proprietà immobiliari a lui riconducibili. Nella tabella è stata riassunta la situazione patrimoniale del primo cittadino di Abano. Dal punto di vista formale, nel 2013, ha dichiarato un reddito di 41 mila euro. Andando a ritroso con gli anni, salvo i picchi del 2006, 2007 e 2008, l’imponibile oscilla mediamente tra i 30 e i 40 mila euro. Poi però si analizzano le società a lui riconducibili e si scopre che c’è un patrimonio milionario mascherato con una serie di giri societari. La Soleluna Srl con sede a Ponte San Nicolò in via Guido Rossa 7, per esempio, è stata costituita il 12 settembre 2006 tra Luca Claudio (socio al 95%) e la moglie Stefania Bisaglia (socio al 5%). I militari del colonnello Gavino Putzu e del tenente colonnello Luca Lettere hanno ricostruito i rapporti con le varie società che hanno ceduto terreni o immobili. In particolare, la Immobiliare Zeus era proprietaria di un’area alberghiera acquistata da Aldo Borile. Patrizio Greggio, capo dell’Ufficio tecnico, ha dichiarato che da quel momento l’interesse del sindaco Claudio è stato persistente. Voleva trasformare l’area da termale-alberghiera a commerciale-residenziale. Per quel che riguarda la Soluzioni assicurative Srl (sempre con sede in via Guido Rossa 7 a Ponte San Nicolò), i soci sono Luca Claudio e l’amico di vecchia data Roberto Ottolitri. Infine c’è la Rls Srl (sede in via Guido Rossa 7 a Ponte San Nicolò). L’amministratore unico è Massimo Trevisan ma l’azienda è di fatto gestita da Claudio.

società_claudio

redditi_claudio

Il commissario arriva in una città ferita
«Dolore che va capito»
Lazzaretto consiglia di dare la precedenza alle categorie economiche
Dal centrodestra l’invito a ripristinare regolamento e commissioni
(Federico Franchin)
È il giorno del commissario prefettizio. Stamattina arriva in municipio ad Abano Pasquale Aversa che avrà il compito di guidare il Comune di Abano in seguito all’arresto del sindaco Luca Claudio. Al commissario partiti e categorie economiche non chiederanno la luna. «Prima di chiedergli cose concrete è fondamentale far recepire al commissario il disorientamento della città», spiega Monica Lazzaretto, consigliera comunale della lista che porta il suo nome. «Gli chiederò semplicemente di sentire i cuori pulsanti della città. L’Abano di adesso non è quella di dieci giorni fa. È una città devastata e umiliata e noi dovremo aiutare il commissario a capire cosa è successo, il contesto attuale. È necessario delineare la sofferenza della città. Le prime priorità sono per le categorie economiche, commercianti e albergatori. L’avvio dell’Ogd è fondamentale». Andrea Cosentino, consigliere comunale di centrodestra, fissa invece le richieste da avanzare a Pasquale Aversa. «Gli chiederò di ripristinare il regolamento del consiglio comunale a quello che c’era prima di Claudio», osserva. «Meglio riportare i tempi di intervento a limiti accettabili, suggerisco di ripristinare le commissioni. In consiglio comunale chiederemo in blocco le dimissioni dei consiglieri di maggioranza, dai quali vogliamo sapere se davvero non sapevano nulla di tutto questo malaffare. Dal primo consiglio comunale deve emergere che non c’è nessun coinvolgimento da parte di queste persone nelle vicende di Luca Claudio. Ci devono dare una risposta politica». Massimo Zambolin del Movimento 5 Stelle guarda invece al territorio. «Gli chiederemo semplicemente di garantire il decoro urbano: pulizia e sfalcio dell’erba. Ci sono tanti turisti in arrivo, Abano deve accoglierli in ordine».
Le categorie economiche sono disorientate e sotto shock dopo una settimana da incubo. «Incontreremo il commissario e gli chiederemo l’avvio immediato dell’Ogd per i progetti termali», spiega Giulia Zanettin di Confindustria. «Non possiamo perdere ulteriore tempo». Emanuele Boaretto, presidente di Federalberghi Terme Abano Montegrotto. «Lo incontreremo anche noi per definire l’Ogd e quindi poter accedere ai bandi», dice. «Proveremo a capire anche da lui quanto resterà in carica. In base a questo valuteremo che richieste fare ad Aversa. È quindi difficile fare delle previsioni e tracciare delle priorità. Di certo proveremo a capire da lui come potremo essergli utili in questa delicata fase per la città di Abano». L’Ascom per il momento invece rimane alla finestra. «Andremo a trovare Aversa, ma per il momento non gli chiederemo nulla», spiega Michele Ghiraldo, presidente mandamentale Ascom di Abano. «L’unica cosa da fare da parte di tutti, è mettersi a disposizione del territorio e andare avanti. È fondamentale dare un segnale di normalità. Come Ascom metteremo a disposizione le nostre capacità e le nostre idee. Abano è una città turistica e per questo a maggior ragione non deve fermarsi».
Lidia Pege
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