Il grande classico. Seneca e l'elogio alla speranza
a cura di FEDERICO CONDELLO e IVANO DIONIGI Repubblica 21.4.20
Per questi giorni abbiamo scelto di proporre un brano di un autore “classico”, greco o latino, da leggere in questo tempo complesso. Da Platone a Seneca consigliamo testi e letture d’autore che affrontano temi sempre presenti, come il rapporto con lo Stato o quello con i nostri genitori. La scelta e letture sono del “Centro studi per la permanenza del classico”, firmate da Ivano Dionigi, ex rettore dell’ateneo di Bologna, e Federico Condello, filologo che insegna all’università di Bologna
Sospeso fra due impulsi ugualmente irrazionali – la paura e la speranza – l’uomo deve affrontare una sorta di scommessa pascaliana: e, anche se la paura è talvolta più persuasiva, deve scegliere la speranza. È questo uno dei rari elogi della speranza che l’antichità pagana ci abbia restituito; quella speranza che Prometeo elencava fra le invenzioni da lui escogitate per rendere più sopportabile la vita umana.
da Seneca, Lettere a Lucilio
So che possiedi una grande forza d’animo, Lucilio mio. La vita ti ha già messo alla prova numerose volte, ma tu non ti sei mai arreso: ti sei risollevato e hai lottato con più energia. Il coraggio, quando è già stato sfidato, può solo crescere; tu però accetta da me un aiuto che, spero, potrà farti sentire più forte.
Dunque: certe cose ci angosciano più di quanto dovrebbero; altre prima di quando dovrebbero, altre cose ci angosciano e non dovrebbero affatto. E così ingigantiamo il nostro dolore, o lo anticipiamo, o addirittura lo creiamo dal nulla. È così, Lucilio mio: troppo in fretta ci facciamo convincere dalle supposizioni. Le cose che ci fanno paura non le esaminiamo razionalmente, e nemmeno ce ne allontaniamo: non so come, ma le chiacchiere sono quelle che ci spaventano maggiormente. Ciò che è fondato possiede una propria misura, mentre tutto ciò nasce dall’incertezza viene lasciato in balìa di ansiose congetture. Proprio per questo non c’è forma di paura più pericolosa e più dannosa del panico. Le paure sono irrazionali; il panico è folle.
Tu concentrati sul bene. Succede spesso che la mente si riempia di pensieri ingannevoli. Ma davvero non c’è motivo di vivere, non c’è nessun limite all’infelicità, se temiamo tutto quello che si può temere: è qui che deve aiutarti la razionalità, è qui che devi respingere la paura, anche quella fondata, con la forza d’animo. Oppure scaccia l’impulso con un altro impulso: calma la paura con la speranza. Nulla sembra più certo di quel che ci fa paura; ma è molto più vero che le cose temute svaniscono e quelle attese ci ingannano. Osserva bene paura e speranza, e ogni volta che sarai nell’incertezza, fatti un favore: abbi fiducia in ciò che ti fa sentire meglio. Forse la paura avrà più cose da dire; tu, comunque, scegli la speranza.
Centro Studi La permanenza del classico dell’Università di Bologna
Traduzione di Ambra Russotti