Violenza sulle donne durante il coronavirus, in un mese oltre 1200 richieste d’aiuto in più ai centri. Nasce la chat per aiutare le vittime
A segnalare l'aumento delle situazioni a rischio la rete D.i.Re. Per 806 di questi casi (il 28%) è la prima richiesta di aiuto. Per chi ha bisogno di sostegno in una situazione di clausura forzata ora è disponibile anche CitBot, il sistema di intelligenza artificiale in grado di rispondere alle domande sul tema
di F. Q. | 16 Aprile 2020
Tra il 2 marzo e il 5 aprile, in piena emergenza coronavirus, le richieste d’aiuto delle donne ai centri antiviolenza della rete D.i.Re sono aumentate del 75 per cento rispetto all’anno precedente: 2.867 i casi segnalati, 1224 in più se paragonati alla media mensile registrata nel 2018 negli oltre 80 centri sparsi per l’Italia. Per 806 di questi casi (il 28%) è la prima richiesta di aiuto.
Ha deciso di scendere in campo, al fianco di Di.re, anche l’Associazione Luca Coscioni mettendo a disposizione CitBot, il sistema di intelligenza artificiale sviluppato da Revevol Italia in grado di rispondere alle domande sul tema. Si tratta di un servizio totalmente gratuito, pensato per fornire informazioni 24 ore su 24. Risponde a domande come: “Mio marito mi picchia, cosa posso fare? Come chiedere aiuto? Cos’è lo stalking? Come trovo un centro antiviolenza? Se sono in pericolo cosa posso fare? Cos’è la violenza maschile sulle donne?”. Ma CitBot è in grado di rispondere anche riguardo temi come testamento biologico, interruzione volontaria di gravidanza, immigrazione, fecondazione assistita, cure palliative, accesso Corte europea dei diritti umani, unioni civili, cannabis. Le risposte sono basate sulle informazioni ufficiali di Ministero della Salute, Organizzazione Mondiale della Sanità, European Centre for Disease Prevention and Control, e Ministero del Lavoro.
Coronavirus, allarme centri antiviolenza: “Calo richieste d’aiuto. Donne maltrattate costrette in casa, ci sarà boom di denunce a fine emergenza”
Sulla chat sono presenti anche due canali attivi riguardo al Covid-19. Uno “Coronavirus“, per informazioni generali sul virus, sulle precauzioni da prendere, le misure di contenimento; l’altro “coronavirus stress” sulla gestione dello stress e della emotività legata alla paura e al panico che un’emergenza come quella che stiamo vivendo può provocare.
A sostegno delle donne vittime di violenza durante la pandemia, però, sono diversi i canali di aiuto. Lo ha ricordato anche l’account twitter di palazzo Chigi: “Il Covid-19 ci costringe a stare a casa ma se per te e per i tuoi figli è solo un luogo di violenza e paura potete chiedere aiuto. Le case rifugio e i centri antiviolenza sono aperti. Chiama il 1522 oppure scarica l’app per chattare in sicurezza con un’operatrice #liberapuoi“. A fare le veci della campagna “Libera puoi” dal Dipartimento per le Pari Opportunità, i volti di Caterina Caselli, Paola Cortellesi, Marco D’Amore, Anna Foglietta, Fiorella Mannoia, Emma Marrone, Vittoria Puccini, Giuliano Sangiorgi e Paola Turci.