richiesta non esaudita per i nostri cuccioli maturi...

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richiesta non esaudita per i nostri cuccioli maturi...

Messaggioda lidia.pege » ven apr 10, 2020 5:52 pm

Un sasso nello stagno e quella richiesta non esaudita per i nostri cuccioli maturi

Gentile direttore, non avrei mai immaginato che il mio piccolo sasso lanciato nello stagno del mondo della disabilità potesse ottenere una così largo eco. È avvenuto grazie a lei ed al suo giornale (“Avvenire” del 31 marzo 2020). Abito nel territorio dell’Aulss6 e non metto in dubbio che le misure adottate nel campo dei servizi alla persona disabile non siano appropriate. Ma noi genitori avremmo voluto semplicemente poter uscire qualche volta dalla reclusione imposta, per non subire le ribellioni anche pesanti dei nostri figli. Poi, senza voler essere polemica, alla luce del “libera tutti” poi arrivato, ci sarebbe stato veramente di aiuto che gli educatori e gli operatori socio–sanitari che lavorano nei Centri diurni, venissero a casa, sempre con il compito di sollevarci dalla fatica quotidiana di trovare stimoli per i nostri cuccioli ormai maturi, magari per 2 ore la settimana. Personale che conosce bene i nostri figli adulti e quindi capace di una relazione costruttiva, se bel tempo per una passeggiata, se brutto per giocare con giochi a tavolino. Ma la richiesta non si è concretizzata. Per gli alunni con disabilità, invece, il discorso è diverso. Chi lavora accanto a loro, gli operatori socio sanitari, hanno spesso un contratto di lavoro anomalo, ricevono un compenso solo quando il ragazzo è presente, ma se è assente per malattia, niente diaria, quindi sono più facilmente disponibili a entrare nelle case per avere un reddito minimo, purché la famiglia firmi un’autocertificazione che non ha contratto la patologia: e chi lo può confermare? E cosa si rischia se l’indomani è accertato il contagio? Per caso una denuncia? Dev’essere poi sempre presente un familiare, allora che aiuto è? E niente passeggiate. Niente assicurazione che l’operatore abbia già lavorato a scuola con tuo figlio, quindi lo conosca. Questa è l’offerta. Caro direttore, io le sono riconoscente per aver dato spazio al mio scritto. Molti altri e pesanti sono i nostri problemi. Ma il figlio che abbiamo accolto, a cui dedichiamo e non sacrifichiamo la nostra vita, ci guarda con occhi innamo-rati, ha fiducia in noi, non possiamo tradirlo, possiamo solo aiutarlo e aiutare la nostra società a crescere rispettando la sua persona, le sue abilità ed il suo diritto a una vita dignitosa.

Piera Fracassi Cipresso Avvenire 10.4.20
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