l’allarme del Banco Alimentare: “In quattro giorni ...

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l’allarme del Banco Alimentare: “In quattro giorni ...

Messaggioda lidia.pege » dom mar 29, 2020 1:40 pm

Coronavirus, l’allarme del Banco Alimentare: “In quattro giorni distribuite 12 tonnellate di cibo in più”

Lo stoccaggio degli aiuti in arrivo negli «snodi» allestiti a Torino. Gli aiuti: in pochi giorni le persone assistite passate da 50mila a 58mila
Coronavirus, l’allarme del Banco Alimentare: “In quattro giorni distribuite 12 tonnellate di cibo in più”
maria teresa martinengo
Pubblicato il
29 Marzo 2020 Stampa

TORINO. Gli effetti del blocco delle attività si stanno rivelando drammatici per le fasce più deboli della popolazione torinese, quelle il cui reddito è basato su lavori precari, in nero, informali: a dirlo sono i dati relativi alle richieste che arrivano al Banco Alimentare attraverso i Coc, Centri operativi comunali che fanno capo al sindaco e che in questa emergenza raccolgono le necessità dei cittadini che si rivolgono ai comuni attraverso i servizi sociali. A Torino il Coc ha attivato in ogni quartiere uno o più «snodi» di consegna. «Nei primi quattro giorni di questa settimana abbiamo distribuito 12.000 chili di alimenti oltre a quelli che già diamo stabilmente. Stimiamo che si siano aggiunte le necessità di 7-8.000 persone, il 15% in più rispetto alle 50.000 che in provincia di Torino ricevono gli aiuti del Banco attraverso la rete delle 250 associazioni caritative e di volontariato accreditate». Le parole sono del presidente del Banco Alimentare, Salvatore Collarino. Molte cose sono cambiate anche nel sistema dell’approvvigionamento e della distribuzione delle derrate a favore dei senza dimora e delle famiglie in povertà.

«La prima settimana di blocco abbiamo visto l’interruzione dell’attività del 30% delle strutture convenzionate con il Banco, che non hanno più ritirato i rifornimenti. I volontari di quelle realtà, come molti dei nostri sono persone non giovani e sono rimaste a casa». Nella seconda settimana il Banco si è riorganizzato con la rete delle associazioni con modalità nuove per non far mancare il cibo dove è più necessario. «Siamo tornati a coprire l’80-85% della rete, che ora più che con le mense funziona con le borse che richiedono quantità maggiori. Quasi tutti i nostri donatori continuano a donare come prima, ma ci sono difficoltà di trasporto e logistica. Io stesso sono andato a prendere delle donazioni con un furgone. E sono cambiate le priorità: prima avevamo appuntamenti in base a un calendario preciso con le 600 strutture convenzionate in Piemonte. Ora abbiamo chiesto che chi ha ancora scorte in magazzino vada avanti con quelle. Le associazioni, poi, hanno difficoltà per ritirare e quindi abbiamo messo in piedi noi un’attività di consegna».

Da inizio maggio il magazzino del Banco Alimentare dovrebbe incrementare le scorte attraverso gli aiuti europei dell’Agea. «Certamente l’emergenza sanitaria - riflette Collarino - finirà prima di quella economica. Ci sarà un incremento della povertà, noi ne stiamo già discutendo a livello nazionale. Gli aiuti europei dovranno tenere presente che ci sarà una maggiore richiesta per tutto il prossimo anno. Noi vogliamo continuare a rispondere a tutte le richieste di aiuto delle strutture caritative. Come due domeniche fa quando i frati della mensa di Sant’Antonio hanno lanciato un appello perché il numero delle persone che si rivolge alla loro mensa era triplicato, da 100 a 300: chi se la cavava con lavoretti informali non ha più niente e va a mangiare nelle mense. Abbiamo riempito due furgoni e, indipendentemente dalla quota che è assegnata alla loro mensa, siamo intervenuti».
Lidia Pege
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