Abano: nasce la Casa Museo Bassi Rathgeb
Il nuovo polo culturale e multimediale con una collezione di 600 opere
di Francesca Visentin
Corriere Padova 10.7.18
Ci sono voluti quarant’anni per vedere realizzato il sogno. Adesso il progetto è completato, gli allestimenti quasi e con la collezione di 600 opere donate da Roberto Bassi Rathgeb, la grande villa del 1500 fatta costruire ad Abano da Giovanni Antonio Secco, è pronta a trasformarsi in un polo culturale interattivo e multimediale, punto di riferimento regionale. La «Casa Museo Bassi Rathgeb» aprirà ufficialmente al pubblico con tre giorni di eventi e iniziative il 7-8-9 dicembre, ma è stata presentata in anteprima dal Comune di Abano. Saloni affrescati tra il Settecento e l’Ottocento, completamente ristrutturati, stucchi settecenteschi realizzati dalle maestranze veneziane e impreziositi dall’allestimento con le opere della collezione Bassi Rathgeb: mobili, armi, disegni, incisioni, dipinti, tra cui firme prestigiose come Tiepolo, Giovan Battista Moroni e Guido Reni. Del polo culturale, che si caratterizza anche per la multimedialità delle sale, farà parte anche la collezione di maschere del museo Sartori, che verrà trasferita nella Barchessa della villa e sarà visitabile dal 2019. «Un museo, ma non solo - chiarisce l’assessore alla Cultura di Abano, Cristina Pollazzi - . La particolarità del progetto è che diventerà luogo vivo, fruibile, un “museo sociale” come lo chiamo io: eventi continui, visite animate, rassegne culturali, musica, sapori con degustazioni e eccellenze venete, ricostruzione di scene di vita in villa, insomma un luogo di convergenza culturale, sia per il territorio che per i turisti che gravitano intorno al bacino termale. Un posto dove tornare, perchè ad ogni visita si troverà qualcosa di nuovo e diverso». Il concetto è innovativo, la contemporaneità della Casa Museo sta anche nella «rotazione» delle opere.
Museo come polo di aggregazione
Sono oltre 600 i pezzi della collezione e le sale possono ospitarne circa una quarantina alla volta, ecco che l’idea dell’assessore alla Cultura e dei tecnici che hanno ideato l’allestimento è la possibilità di «dare il cambio» ai pezzi esposti, rendendo vivo e sempre nuovo il Museo e permettendo di ammirare ognuna delle opere, senza lasciarle nascoste in deposito. Torna il concetto di spazio palpitante e sociale. «Credo sarà un caso esemplare . sottolinea l’assessore Cristina Pollazzi - . Il Museo sarà polo di aggregazione in continuo fermento». Un allestimento museale progettato dall’architetto Bruno Segato con il suo staff. L’investimento è stato di 750 mila euro, coperti in gran parte dalla Regione Veneto, in collaborazione con il Comune di Abano. Una storia che nasce da lontano, quella della villa, fatta costruire ad Abano Terme tra il 1566 e il 1576 dal medico Giovanni Antonio Secco di Crema, veneziano d’adozione come suo soggiorno estivo. Nel corso degli anni è stata ampliata e rimaneggiata, fino a diventare una sorta di riassunto delle storia veneta e di vari stili. Nel 1980 il Comune di Abano la acquistò, all’epoca si chiamava villa Zasio, dal proprietario di allora, per ospitare la preziosa collezione donata nel 1972 da Roberto Bassi Rathgeb. Un personaggio bizzarro questo Bassi Rathgeb (che nella presentazione della Casa Museo è tornato in vita, interpretato dall’attore Diego De Francesco). Studiò e insegno Fisica a Torino, ma era così appassionato di arte, che viaggiò in tutto il mondo per acquistare opere e studiare da autodidatta, fino a diventare uno dei più importanti critici tra gli anni 50 e 60. Arrivò ad Abano per le cure termali, se ne innamorò a tal punto da lasciare proprio al Comune di Abano la sua preziosa collezione.