Abano, rilancio con il turismo sanitario
Il 35% del pazienti da fuori regione: «Chiediamo una viabilità migliore, parcheggi e la possibilità di fare un nuovo obitorio»
Nella scacchiera che il sindaco Barbierato ha in mente per il rilancio di Abano tra le pedine destinate ad andare a dama c’è la Casa di cura di piazza Colombo. Il ragionamento di partenza è semplice: intercettare il turismo sanitario e declinarlo nel nome dell’eccellenza e della qualità, leggi alberghi, strutture e servizi in grado di soddisfare ogni esigenza. Il tutto in una visione sinergica che coinvolge tre attori: la Casa di cura, gli albergatori e il Comune.
Dovrebbe funzionare così: il Policlinico garantisce un tot di pazienti che vengono da fuori regione (al momento rappresentano circa il 35 per cento) perché propone cure specialistiche e assistenza di altissimo livello; queste persone, spesso seguite da parenti, soggiornano negli alberghi (con la radioterapia, ovvero il “bombardamento” con raggi X delle cellule tumorali, un ciclo di cura può durare anche 40 giorni e non è richiesta l’ospedalizzazione) e usufruiscono di servizi all’altezza, leggi soprattutto parcheggi comodi. Insomma, ognuno dei tre attori recita una parte, con il Comune chiamato a fare da collante.
«Poco dopo la sua elezione, Barbierato ha voluto incontrarci», spiega Alberto Prandin, consigliere delegato della Fondazione Leonardo, istituita nel 2005 con l’intento di affiancare la Direzione generale del Policlinico nella pianificazione ed implementazione di eventi di formazione e di ricerca innovativa, «e la richiesta ci ha un po’ sorpreso perché non eravamo abituati a rapporti stretti con le passate amministrazioni. Il neo sindaco ci ha dato l’impressione di un amministratore disponibile, che ascolta per capire le nostre istanze».
Pare di capire che parlate la stessa lingua della collaborazione: cosa chiedete e cosa offrite?
«Prima di tutto migliorare la viabilità attorno al Policlinico e razionalizzare i parcheggi, individuare insomma un’area per realizzarli. Il Comune da parte sua può pensare alla parte burocratica, leggi l’eventuale cambi di destinazione d’uso. C’è poi da risolvere il problema dell’obitorio, non più sufficiente. Tra l’altro il Comune si appoggia già alla nostra struttura come camera mortuaria. Noi possiamo comprare il terreno e spostare lì anche i servizi collegati. Anche qui il Comune può aiutarci nelle questioni tecniche. Infine normalizzare i rapporti con gli albergatori: Barbierato può fare da tramite tra noi e loro».
Di che tempi stiamo parlando, settimane, mesi?
«Tempi brevi, certamente. Noi siamo pronti».
Altri tipi di collaborazione?
«Noi possiamo organizzare convegni e corsi di aggiornamento di richiamo internazionale facendo sviluppare ad Abano un turismo congressuale. A questo proposito il professor Sergio Candiotto, nostro punto di riferimento per la traumatologia, vuole organizzare nel 2018 un importante convegno di medicina dello Sport».
Mattino Giovanni Baschieri 11.11.17
(g.b.)
La Casa di cura Abano Terme-Polispecialistica e termale Spa, società presieduta da Nicola Petruzzi, che è pure proprietario, è una struttura accreditata con il servizio sanitario nazionale e riconosciuta come presidio dalla Regione Veneto, equiparata dunque a servizio pubblico. Ha un fatturato di circa 80 milioni e impiega 700 dipendenti, 200 dei quali medici. «Le nostre eccellenze», spiega Ulisse Gattolin, ingegnere, direttore amministrativo, «sono l’Ortopedia, la Radioterapia, l’Urologia, l’Ostetricia e Ginecologia. Per quanto riguarda l’Ortopedia, i due campi d’intervento sono quello protesico che riguarda ginocchio e anca e che fa riferimento al professor Roberto Nardacchione, un professionista che ha fatto scuola nel campo delle protesi al ginocchio. Tanto per dare una cifra, noi riusciamo a garantire circa 1200 operazioni di protesi ogni anno, terzi in Italia dopo i “colossi” Humanitas e San Raffaele di Milano. C’è poi il settore della traumatologia, seguito dal professor Sergio Candiotto, ex primario del Cto di Padova. Per quanto riguarda la Radioterapia il contributo delle macchine è fondamentale e noi possiamo disporre di due “True Beam”, in grado di seguire il respiro del paziente per trovare il momento giusto per erogare la dose. È un aspetto importante per certi tipi di tumore, come quello al seno. E che questi macchinari siano all’avanguardia lo dimostra la collaborazione con lo Iov di Padova che li utilizza per curare suoi pazienti, seguiti da un oncologo. A proposito di macchinari, la chirurgia con robot è fondamentale per interventi di urologia, come la prostatectomia radicale che riduce del 95 per cento i rischi di impotenza e facilita i tempi di recupero. In questi tipi di intervento siamo secondi in Italia dopo il Careggi di Firenze, con 200 operazioni l’anno. Siamo poi in grado di offrire un ottimo reparto di Ostetricia e Ginecologia: siamo specialisti nel parto indolore e seguiamo la futura mamma dai corsi pre parto alle consulenze dopo le dimissioni. Garantiamo 900 parti l’anno e a dicembre riceveremo il bollino rosa del Ministero della salute». La Casa di cura aponense è poi centro di riferimento per il piede diabetico ed è in attesa di ricevere l’ok dalla Regione per attivare il servizio di emodinamica per offrire un servizio completo.