Hanno vinto il cancro «Ora corriamo a N Y» (Il Gazzettino)30.10.16
Quattordici donne, scelte dallo Iov, superato il male, si sono allenate per la famosa maratona
(Alessandro Mantovani)
Run for IOV, dal tumore alla Maratona di New York. Sandra, Susanna, Martina, Paola, Sabrina, Ornella, Patrizia, Daniela, Donatella, Alberta, Carolyn, Silvia, Tania, Stefania, Patrizia. Quattordici donne, tra i 30 e i 60 anni, che hanno affrontato una malattia oncologica. Ci sono state operazioni e chemio, diverse si sottopongono ancora a trattamenti di mantenimento. Domenica prossima prenderanno il via dal Ponte Giovanni da Verrazzano per completare la più mitica delle maratone. Un urlo di voglia di vivere. Un grido che non si può sprecare un secondo, che ogni attimo va vissuto. Un anno di allenamenti. Tre a settimana, l’ultimo in pista giovedì scorso allo Stadio delle Terme negli orari della Vis Abano che ha collaborato al progetto. Sempre seguite, anche con tabelle personalizzate, dagli allenatori di Spak4 Padova. In gara a New York anche due chirurghe una psico-oncologa e una ricercatrice dell’Istituto Oncologico Veneto che hanno affrontato tutto il percorso di fatica e sudore, ma anche di condivisione, con le loro pazienti. «Abbiamo voluto un progetto che coinvolgesse lo IOV, una forma di ringraziamento per l’attenzione e la cura che ha avuto per noi pazienti», spiega Sandra Callegarin, ideatrice con il marito del progetto Run for Iov che è anche una Onlus. «Non avevo mai corso in vita mai, poi per dimagrire qualcosina. A novembre dell’anno scorso, ero ancora a cannule e tubicini, mio marito fece la maratona di New York. Mi dissi e gli dissi che, se avessi superato la malattia, l’anno seguente l’avrei corsa anch’io». Lo sport, un grande obiettivo, per rimpossessarsi della propria vita: «Viviamo pretendendo di controllare tutto», continua Sandra, «ma la malattia ti porta via la vita dalle mani. Non dipende più da te. Con la corsa ho avuto l’impressione di tornare a decidere per me stessa. Mi ascoltavo, avevo obiettivi, stavo bene». Il gruppo di pazienti che correrà a New York è stato definito dai medici dello IOV. Quella di quest’anno sarà solo la prima volta e altre seguiranno, sponsor permettendo. «Siamo partiti con gli allenamenti con tutte principianti», racconta Antonino Calabrò che con Stefano Zanellato è stato il trainer delle ragazze, «abbiamo via via aumentato i carichi, le abbiamo portate a fare la mezza maratona e oltre. Non si sono mai lamentate e non hanno mai accampato scuse per la loro condizione. Sono state un grande esempio, e penso che tutte andranno sotto le 5 ore a New York. Un gran tempo