interrogazione scuola materna di Giarre

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interrogazione scuola materna di Giarre

Messaggioda lidia.pege » sab nov 17, 2018 1:29 pm

OGGETTO: interrogazione scuola materna di Giarre
Da un paio di mesi noi tutti consiglieri siamo informati e preoccupati della prospettata chiusura della scuola materna parrocchiale di Giarre, da parte della Parrocchia e della Curia
L’interessamento continuo dell’assessore Cristina Pollazzi che ci ha sempre aggiornati sui contatti con il vicario padovano don Celi, sino ad ora non ha portato a tranquillizzare noi e le famiglie interessate sulla proroga del servizio, oggi abbiamo saputo che si garantisce l’apertura per altri 3 anni…un anno in più rispetto alle ultime informazioni
Le Parrocchie tutte hanno in questi anni svolto una funzione primaria e insostituibile rispetto alla formazione dei nostri bimbi; la nostra Costituzione, all’art.33 del titolo II cita: “ La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordine e gradi”, questa funzione dello Stato sino ad ora è stata generosamente ed efficacemente svolta al posto dello Stato, di questo ne siamo ben consapevoli
Ora che per diverse motivazioni: riduzione ed accorpamento dei siti parrocchiali per le diminuite vocazioni, contrazione del numero di persone che frequentano la chiesa, e quindi conseguente riduzione delle offerte necessarie a coprire i costi manutentivi, delle attività parrocchiali,non si può continuare solo a sperare che la chiesa continui ad essere supplente , visto che all’art.34 sempre della Costituzione viene detto “la scuola è aperta a tutti”
Non nego le difficoltà di esaminare soluzioni ad oggi decisamente impervie, ma guardando anche le esperienze in Italia e all’estero, penso che noi tutti possiamo osare di più; leggo questo articolo apparso sul Corriere della sera a marzo di quest’anno
Francia, la scuola diventa obbligatoria dai tre anni
Gli asili così diventeranno estesi a tutta la fascia di bambini dai tre ai sei anni: in Francia già il 97% dei bambini è scolarizzato a tre anni, ma con quest’iniziativa si punta ad estendere la materna ad altri 26 mila bambini

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha deciso di abbassare l’età per la scuola dell’obbligo dai 6 ai 3 anni a partire dall’anno scolastico 2019. Una misura più che altro simbolica per valorizzare il ruolo delle materne dal momento che già quasi tutti i bambini francesi frequentano la scuola a quella età, seppure con alcune differenze sul territorio: secondo una stima preliminare, l’ampliamento dovrebbe riguardare 26 mila bambini, visto che secondo i dati dell’Istituto nazionale delle statistiche il 97 per cento dei bambini è già scolarizzato a tre anni. Un dato più alto rispetto alla media dei paesi dell’area Ocse, al 70 per cento.

«Questa decisione traduce la volontà del presidente di fare della scuola un luogo di uguaglianza reale e un riconoscimento della materna, che non deve essere più considerata come una preparazione alla scuola elementare» afferma l’Eliseo. La legge, entrerà in vigore nel 2019.

Anche in Italia la legge della senatrice Francesca Puglisi puntava a rendere obbligatoria la scuola materna, per allargare la platea dei bambini che la frequentano, che invece varia moltissimo tra le regioni del Sud Italia (con una bassissima partecipazione all’asilo) e quelle del Nord, dove invece la scuola dell’infanzia è capillare e diffusa. La sua proposta è stata poi solo in parte recepita da uno dei decreti di attuazione della Buona scuola, l’anno scorso, con incentivi per supportare le scuole materne ma senza quel criterio dell’obbligatorietà che avrebbe portato l’Italia ad affiancarsi agli altri Paesi europei. Gli obiettivi strategici del nuovo sistema integrato di istruzione per la fascia 0-6 sono meno ambiziosi di quelli francesi: il 33% di copertura della popolazione sotto i 3 anni di età, la presenza di nidi in almeno il 75% dei Comuni, la qualificazione universitaria per le insegnanti dei nidi, la formazione in servizio per tutto il personale, il coordinamento pedagogico fra nidi e scuole dell’infanzia, la riduzione delle rette. Ma è un primo passo: per il primo anno di attuazione sono stati già stanziati 209 milioni (saranno 239 milioni a regime), i cui criteri di riparto hanno avuto il via libera in Conferenza Unificata lo scorso 2 novembre e che, dopo il via libera del CdM, saranno assegnati agli Enti Locali, sulla base della programmazione già fatta pervenire dalle Regioni.
(Corriere sera di Valentina Santarpia)
Credo che sia giusto ribadire quanto la nostra lista civica Cittadini per il cambiamento, sin dalla sua istituzione, sia sempre stata attenta e propositiva alla risoluzione dei problemi culturali e sociali del nostro territorio, questo territorio costituito da persone con valori e speranze che per lunghi anni sono stati sviliti e calpestati, e a cui questa amministrazione è stata chiamata a porre rimedio e a creare opportunità democratiche di partecipazione
Noi consiglieri, siamo tutti coinvolti a cercare una soluzione, e chiamati, a prescindere dall’appartenenza politica, ad ascoltare le istanze, a non etichettare a priori le richieste provenienti da altri, perché questo è il sale dello stare assieme per il bene pubblico, in particolare noi consiglieri che siamo nati o abitiamo a Giarre, abbiamo una responsabilità in più, cercare di cambiare quel luogo comune per cui le persone di questa frazione ritengono di avere avuto, dalle varie amministrazioni, meno servizi, meno attenzioni, meno cura
Chiedo al Sindaco, all’assessore Pollazzi, agli assessori e a tutti i consiglieri del Comune di Abano Terme di tenere alta l’attenzione su questo problema e di perseguire ogni possibile soluzione con buon senso e rispetto per il nostro territorio
LIDIA PEGE
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