Intervento sull'ambiente
Inviato: mar lug 31, 2018 4:59 pm
Dal programma di coalizione del governo della città
Ambiente:
impegna l’Ente alla massima attenzione e cura nei confronti della tutela ambientale, della salute dei cittadini, della sicurezza delle strutture pubbliche e del territorio
Controllo su aspetti ambientali: continuando il monitoraggio sulla qualità dell’aria e delle acque, proseguendo il controllo on line e a campione dei livelli delle radiazioni elettromagnetiche
Edilizia: promuovendo il recupero edilizio piuttosto che le nuove costruzioni ad eccezione degli interventi legati ai nuclei familiari
Verde Pubblico: incrementando il verde pubblico contro il depauperamento attuato dalla passata amministrazione, istituendo un tavolo di concertazione e progettando un piano del verde pubblico
Turismo termale:coniugando e pubblicizzando le prestazioni ambientali con il turismo termale
ISPRA Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale
un consumo di suolo “no limit” quello che in Italia continua a procedere ad oltranza anche nel 2017, nonostante la crisi economica. Tra nuove infrastrutture e cantieri “ mangia terreno” (che da soli coprono più di tremila ettari), si invadono aree protette e a pericolosità idrogeologica sconfinando senza paura anche all’interno di aree vincolate per la tutela del paesaggio La superficie naturale si assottiglia di altri 52 km2 negli ultimi 365 giorni. In altre parole costruiamo ogni due ore un’intera piazza Navona.
Anche se la velocità si stabilizza ad una media di 2 metri quadrati al secondo, quella registrata è solo una calma apparente: i valori, oltre a non tener contro di alcune tipologie di consumo considerate nel passato, sono già in aumento nelle regioni in ripresa economica come Veneto (+0,50%), Friuli Venezia Giulia (+0,41%) e Trentino Alto Adige (+0,40%).
A livello provinciale Viterbo (+0,91%), Verona (+0,71%), Vicenza (+0,67%), Bolzano (+0,65%), Venezia (+0,57%), Vercelli (+0,54%) e Treviso (+0,49%) sono le province con l’incremento più alto nel 2017
( ben 4 città del Veneto sulle prime 7)
Tratto dalla relazione fatta dall’architetto Luisa Calimani in occasione della presentazione del rapporto ISPRA sul Consumo di Suolo Roma il 17 luglio 2018
Perché si costruisce ancora se il mercato è saturo?
Perché la vera ragione del costruire non è quella di soddisfare una domanda, ma fare un investimento. Infatti a fronte di migliaia di alloggi vuoti esiste un fabbisogno abitativo insoddisfatto, un’emergenza gravissima di cui nessuno si sta occupando. L’ERP farebbe uscire dalla soglia di povertà milioni di famiglie e invece le poche case che ci sono vengono vendute.
Un tempo l’investimento nel settore immobiliare rendeva più di qualsiasi altro, quindi non era possibile competere con i profitti che ne derivavano che erano in un inarrestabile crescendo. Ora i prezzi hanno smesso di scendere, ma i finanziamenti delle Banche non si arrestano “nel 2017 i finanziamenti tramite mutui ipotecari hanno continuato a coprire una quota assai ampia delle compravendite, intorno all'80%” (Intesa San Paolo)
Si costruisce anche perché serve a garanzia dei crediti, perché il denaro dei proventi illeciti che ammonta in Italia a 60 md l’anno deve essere riciclato. E quale miglior posto se non l’edilizia, anche se resta invenduta?
Lo scoppio della bolla immobiliare volutamente e rapidamente rimosso ha creato una crisi mondiale e ha colpito in particolare il settore delle costruzioni. Il grande patrimonio invenduto è la semplice conseguenza di un mercato che si basava su equazioni fittizie nelle quali le Banche giocavano un ruolo importante.
Le Banche hanno avuto una pesante responsabilità nel favorire il consumo di suolo in operazioni speculative ad alto rischio che hanno lasciato cantieri abbandonati, degrado, fallimenti di imprese.
Le “sofferenze” delle Banche sono in gran parte dovute a spericolate operazioni che hanno danneggiato il territorio e l’economia del Paese perché i capitali anziché essere investiti in ricerca e innovazione sono finiti nelle speculazioni edilizie che hanno devastato coste, aree di pregio, costruito periferie senza identità.
Lo si evince con chiarezza dai DATI del rapporto della BANCA d’Italia
“nel I trimestre del 2016, sul totale dei finanziamenti concessi dalle banche italiane e non rimborsati dalle imprese, oltre il 40% delle sofferenze è legato al settore delle costruzioni.”
Mentre secondo l’Associazione Bancaria Italiana le insolvenze ovvero i crediti inesigibili dal settore immobiliare e delle costruzioni ammontano al 50% del totale. Questi lasciano spesso cantieri abbandonati per anni, provocano danni all’economia, all’ambiente e in modo diretto sono gli artefici primari del consumo di suolo.
Gli economisti non ne parlano, ma si tratta di una distorsione che influisce sulle patologie della rendita urbana, sulle migliaia di immobili vuoti, cogeneratrice della bolla immobiliare
Si costruisce anche perché serve a garanzia dei crediti, perché il denaro dei proventi illeciti che ammonta in Italia a 60 md l’anno deve essere riciclato. E quale miglior posto se non l’edilizia, anche se resta invenduta? Le città devono dotarsi di un Piano del Verde e degli spazi aperti
GLI SPAZI APERTI non vanno più considerati residui dell’edificato, senza forma e senza funzione, in attesa di essere riempiti dal cemento.
L’urbanistica deve essere protagonista di un processo rivoluzionario che apra la strada ai comportamenti virtuosi del ben amministrare che non possono prescindere dalla tutela di un Bene prezioso e finito come la TERRA difendendo i suoi abitanti dai danni economici, sociali e sanitari che il suo consumo produce.
Gli spazi vuoti servono a costituire l’armatura urbana. Sono le aree libere, gli spazi aperti dentro e fuori la città che forniscono ossigeno, catturano l’anidride carbonica, alimentano le falde con la permeabilità dei suoli, costruiscono luoghi di gioco e di socialità, fanno godere la bellezza del verde e dei paesaggi che ci circondano. La visione ecologica apre una nuova prospettiva alla lettura del territorio e agli strumenti usati per il suo governo, che se interpretati con i parametri dell'ecologia, ripristinano valori e gerarchie collocandoli in una nuova visione strategica, provocando una rivoluzione culturale nella stessa disciplina urbanistica.
Il bisogno di paesaggio Andreas Kipar 15 luglio Villa Draghi
La società contemporanea si trova di fronte a nuove importanti sfide sociali, economiche e ambientali che condizionano e condizioneranno i nostri stili di vita e quindi lo sviluppo delle nostre città. In maniera trasversale lo sviluppo urbano contemporaneo mira al raggiungimento di un livello superiore di qualità della vita, che sempre più si sta identificando con la creazione di spazi aperti di qualità verso un rinnovato desiderio di natura
Il paesaggista cerca quindi di osservare le problematiche del territorio, ascoltare i bisogni dei cittadini e prevedere un fattore di partecipazione con la prospettiva di instaurare un dialogo continuo tra utenti e istituzioni, pubblico e privato, architettura e natura, consolidamento e trasformazioni, tra la quotidianità in accelerazione e una naturalità in “decelerazione” rispetto ai ritmi urbani dell’informatizzazione e delle infrastrutture. Queste premesse fanno ben comprendere come il progetto del paesaggio sia una disciplina atipica, scandita da ritmi dilatati se confrontati con quelli, sempre più rapidi, dell’architettura costruita. Il paesaggista di oggi lavora sempre meno sui “resti” dell’urbanizzazione come durante il periodo del boom economico, ma tenta di porre il suo lavoro come premessa ai processi di trasformazione e gestione del territorio, in un’ottica di una più ampia rigenerazione
Il geografo che studia il consumo di suolo: "Padova e Veneto record negativo, servono misure di compensazione"
Il prof. Pappalardo dell’Università di Padova "Tornare indietro non si può, bisogna puntare sulla rigenerazione urbana e le misure di compensazione
"Padova ha delle criticità legate al sistema di drenaggio a livello urbano. Quando si verificano degli eventi più o meno estremi, questi problemi emergono" L'esperto: "Tornare indietro non si può, bisogna puntare sulla rigenerazione urbana e le misure di compensazione"
Lo conferma anche lo studio di Ispra usciti nell'ultima settimana, i dati sul consumo di suolo a Padova non sono affatto confortanti. Circa il 49% del suolo è completamente impermeabile".
Padovaoggi 23 luglio 2018
Ambiente:
impegna l’Ente alla massima attenzione e cura nei confronti della tutela ambientale, della salute dei cittadini, della sicurezza delle strutture pubbliche e del territorio
Controllo su aspetti ambientali: continuando il monitoraggio sulla qualità dell’aria e delle acque, proseguendo il controllo on line e a campione dei livelli delle radiazioni elettromagnetiche
Edilizia: promuovendo il recupero edilizio piuttosto che le nuove costruzioni ad eccezione degli interventi legati ai nuclei familiari
Verde Pubblico: incrementando il verde pubblico contro il depauperamento attuato dalla passata amministrazione, istituendo un tavolo di concertazione e progettando un piano del verde pubblico
Turismo termale:coniugando e pubblicizzando le prestazioni ambientali con il turismo termale
ISPRA Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale
un consumo di suolo “no limit” quello che in Italia continua a procedere ad oltranza anche nel 2017, nonostante la crisi economica. Tra nuove infrastrutture e cantieri “ mangia terreno” (che da soli coprono più di tremila ettari), si invadono aree protette e a pericolosità idrogeologica sconfinando senza paura anche all’interno di aree vincolate per la tutela del paesaggio La superficie naturale si assottiglia di altri 52 km2 negli ultimi 365 giorni. In altre parole costruiamo ogni due ore un’intera piazza Navona.
Anche se la velocità si stabilizza ad una media di 2 metri quadrati al secondo, quella registrata è solo una calma apparente: i valori, oltre a non tener contro di alcune tipologie di consumo considerate nel passato, sono già in aumento nelle regioni in ripresa economica come Veneto (+0,50%), Friuli Venezia Giulia (+0,41%) e Trentino Alto Adige (+0,40%).
A livello provinciale Viterbo (+0,91%), Verona (+0,71%), Vicenza (+0,67%), Bolzano (+0,65%), Venezia (+0,57%), Vercelli (+0,54%) e Treviso (+0,49%) sono le province con l’incremento più alto nel 2017
( ben 4 città del Veneto sulle prime 7)
Tratto dalla relazione fatta dall’architetto Luisa Calimani in occasione della presentazione del rapporto ISPRA sul Consumo di Suolo Roma il 17 luglio 2018
Perché si costruisce ancora se il mercato è saturo?
Perché la vera ragione del costruire non è quella di soddisfare una domanda, ma fare un investimento. Infatti a fronte di migliaia di alloggi vuoti esiste un fabbisogno abitativo insoddisfatto, un’emergenza gravissima di cui nessuno si sta occupando. L’ERP farebbe uscire dalla soglia di povertà milioni di famiglie e invece le poche case che ci sono vengono vendute.
Un tempo l’investimento nel settore immobiliare rendeva più di qualsiasi altro, quindi non era possibile competere con i profitti che ne derivavano che erano in un inarrestabile crescendo. Ora i prezzi hanno smesso di scendere, ma i finanziamenti delle Banche non si arrestano “nel 2017 i finanziamenti tramite mutui ipotecari hanno continuato a coprire una quota assai ampia delle compravendite, intorno all'80%” (Intesa San Paolo)
Si costruisce anche perché serve a garanzia dei crediti, perché il denaro dei proventi illeciti che ammonta in Italia a 60 md l’anno deve essere riciclato. E quale miglior posto se non l’edilizia, anche se resta invenduta?
Lo scoppio della bolla immobiliare volutamente e rapidamente rimosso ha creato una crisi mondiale e ha colpito in particolare il settore delle costruzioni. Il grande patrimonio invenduto è la semplice conseguenza di un mercato che si basava su equazioni fittizie nelle quali le Banche giocavano un ruolo importante.
Le Banche hanno avuto una pesante responsabilità nel favorire il consumo di suolo in operazioni speculative ad alto rischio che hanno lasciato cantieri abbandonati, degrado, fallimenti di imprese.
Le “sofferenze” delle Banche sono in gran parte dovute a spericolate operazioni che hanno danneggiato il territorio e l’economia del Paese perché i capitali anziché essere investiti in ricerca e innovazione sono finiti nelle speculazioni edilizie che hanno devastato coste, aree di pregio, costruito periferie senza identità.
Lo si evince con chiarezza dai DATI del rapporto della BANCA d’Italia
“nel I trimestre del 2016, sul totale dei finanziamenti concessi dalle banche italiane e non rimborsati dalle imprese, oltre il 40% delle sofferenze è legato al settore delle costruzioni.”
Mentre secondo l’Associazione Bancaria Italiana le insolvenze ovvero i crediti inesigibili dal settore immobiliare e delle costruzioni ammontano al 50% del totale. Questi lasciano spesso cantieri abbandonati per anni, provocano danni all’economia, all’ambiente e in modo diretto sono gli artefici primari del consumo di suolo.
Gli economisti non ne parlano, ma si tratta di una distorsione che influisce sulle patologie della rendita urbana, sulle migliaia di immobili vuoti, cogeneratrice della bolla immobiliare
Si costruisce anche perché serve a garanzia dei crediti, perché il denaro dei proventi illeciti che ammonta in Italia a 60 md l’anno deve essere riciclato. E quale miglior posto se non l’edilizia, anche se resta invenduta? Le città devono dotarsi di un Piano del Verde e degli spazi aperti
GLI SPAZI APERTI non vanno più considerati residui dell’edificato, senza forma e senza funzione, in attesa di essere riempiti dal cemento.
L’urbanistica deve essere protagonista di un processo rivoluzionario che apra la strada ai comportamenti virtuosi del ben amministrare che non possono prescindere dalla tutela di un Bene prezioso e finito come la TERRA difendendo i suoi abitanti dai danni economici, sociali e sanitari che il suo consumo produce.
Gli spazi vuoti servono a costituire l’armatura urbana. Sono le aree libere, gli spazi aperti dentro e fuori la città che forniscono ossigeno, catturano l’anidride carbonica, alimentano le falde con la permeabilità dei suoli, costruiscono luoghi di gioco e di socialità, fanno godere la bellezza del verde e dei paesaggi che ci circondano. La visione ecologica apre una nuova prospettiva alla lettura del territorio e agli strumenti usati per il suo governo, che se interpretati con i parametri dell'ecologia, ripristinano valori e gerarchie collocandoli in una nuova visione strategica, provocando una rivoluzione culturale nella stessa disciplina urbanistica.
Il bisogno di paesaggio Andreas Kipar 15 luglio Villa Draghi
La società contemporanea si trova di fronte a nuove importanti sfide sociali, economiche e ambientali che condizionano e condizioneranno i nostri stili di vita e quindi lo sviluppo delle nostre città. In maniera trasversale lo sviluppo urbano contemporaneo mira al raggiungimento di un livello superiore di qualità della vita, che sempre più si sta identificando con la creazione di spazi aperti di qualità verso un rinnovato desiderio di natura
Il paesaggista cerca quindi di osservare le problematiche del territorio, ascoltare i bisogni dei cittadini e prevedere un fattore di partecipazione con la prospettiva di instaurare un dialogo continuo tra utenti e istituzioni, pubblico e privato, architettura e natura, consolidamento e trasformazioni, tra la quotidianità in accelerazione e una naturalità in “decelerazione” rispetto ai ritmi urbani dell’informatizzazione e delle infrastrutture. Queste premesse fanno ben comprendere come il progetto del paesaggio sia una disciplina atipica, scandita da ritmi dilatati se confrontati con quelli, sempre più rapidi, dell’architettura costruita. Il paesaggista di oggi lavora sempre meno sui “resti” dell’urbanizzazione come durante il periodo del boom economico, ma tenta di porre il suo lavoro come premessa ai processi di trasformazione e gestione del territorio, in un’ottica di una più ampia rigenerazione
Il geografo che studia il consumo di suolo: "Padova e Veneto record negativo, servono misure di compensazione"
Il prof. Pappalardo dell’Università di Padova "Tornare indietro non si può, bisogna puntare sulla rigenerazione urbana e le misure di compensazione
"Padova ha delle criticità legate al sistema di drenaggio a livello urbano. Quando si verificano degli eventi più o meno estremi, questi problemi emergono" L'esperto: "Tornare indietro non si può, bisogna puntare sulla rigenerazione urbana e le misure di compensazione"
Lo conferma anche lo studio di Ispra usciti nell'ultima settimana, i dati sul consumo di suolo a Padova non sono affatto confortanti. Circa il 49% del suolo è completamente impermeabile".
Padovaoggi 23 luglio 2018