rapporto Istat sulla povertà dr.Filippo Maragotto
Inviato: ven giu 29, 2018 9:52 pm
Il mio intervento su fatti d’attualità riguarda un dato che credo utile condividere con tutti i cittadini, con tutta l’assemblea consigliare e con l’amministrazione di questa città. Martedì scorso è stato reso pubblico il rapporto Istat sulla povertà in Italia.
I dati – relativi all’anno 2017 – si riferiscono sia alla povertà in termini assoluti che su quella relativa.
Per quanto riguarda la prima analisi, la povertà assoluta, l’istituto di statistica stima che possano essere considerate in condizione di povertà assoluta 1 milione e 778 mila famiglie residenti per un totale di oltre 5 milioni di persone. È un dato allarmante e in crescita rispetto all’anno della precedente rilevazione. Ed è il dato più alto di sempre da quando si fanno questo tipo di rilevazioni (cioè dal 2005). Quasi nove italiani su 100 sono da considerarsi poveri.
Il quadro si fa ancora più grave se consideriamo che la povertà colpisce in modo particolare le famiglie con figli minori: la povertà colpisce il 12 per cento dei minori italiani e il 20 per cento delle famiglie nelle quali crescono tre o più minori. Stanno un po’ meglio gli adulti e gli anziani: un dato che chiede venga stretta ancor di più l’alleanza tra generazioni, non solo per la ripartizione delle risorse economiche ma anche per la condivisione delle ricchezze immateriali (valori, saperi, esperienze, memorie).
Non deve sollevarci il fatto che la povertà colpisca in modo particolare le regioni del Sud perché i dati sulla povertà dicono che le difficoltà economiche stanno sempre più segnando anche la vita delle famiglie delle piccole città del Nord
Un’ultima sottolineatura: i dati rilevano come ci sia correlazione tra titolo di studio e reddito disponibile. E – ma questo forse è ovvio - tra l’attività lavorativa svolta dal capofamiglia, maschio o femmina che sia, e capacità di spesa. Una sottolineatura importante: riflettere su questi dati, come invito a fare questa sera anche consiglieri e amministrazione, non è preoccupazione che deve riguardare i Servizi sociali di un territorio, ma anche chi ha in mente il lavoro, le attività produttive, il mondo dell’istruzione e della formazione.
A contrastare la povertà, dalla prospettiva piccola ma non per questo meno significativa di un comune, potrà essere utile solo l’impegno e la sensibilità di tutti coloro che possono portare un contributo o sarà uno sforzo vano di pochi volenterosi.
Filippo Maragotto
Capogruppo Cittadini per il cambiamento
I dati – relativi all’anno 2017 – si riferiscono sia alla povertà in termini assoluti che su quella relativa.
Per quanto riguarda la prima analisi, la povertà assoluta, l’istituto di statistica stima che possano essere considerate in condizione di povertà assoluta 1 milione e 778 mila famiglie residenti per un totale di oltre 5 milioni di persone. È un dato allarmante e in crescita rispetto all’anno della precedente rilevazione. Ed è il dato più alto di sempre da quando si fanno questo tipo di rilevazioni (cioè dal 2005). Quasi nove italiani su 100 sono da considerarsi poveri.
Il quadro si fa ancora più grave se consideriamo che la povertà colpisce in modo particolare le famiglie con figli minori: la povertà colpisce il 12 per cento dei minori italiani e il 20 per cento delle famiglie nelle quali crescono tre o più minori. Stanno un po’ meglio gli adulti e gli anziani: un dato che chiede venga stretta ancor di più l’alleanza tra generazioni, non solo per la ripartizione delle risorse economiche ma anche per la condivisione delle ricchezze immateriali (valori, saperi, esperienze, memorie).
Non deve sollevarci il fatto che la povertà colpisca in modo particolare le regioni del Sud perché i dati sulla povertà dicono che le difficoltà economiche stanno sempre più segnando anche la vita delle famiglie delle piccole città del Nord
Un’ultima sottolineatura: i dati rilevano come ci sia correlazione tra titolo di studio e reddito disponibile. E – ma questo forse è ovvio - tra l’attività lavorativa svolta dal capofamiglia, maschio o femmina che sia, e capacità di spesa. Una sottolineatura importante: riflettere su questi dati, come invito a fare questa sera anche consiglieri e amministrazione, non è preoccupazione che deve riguardare i Servizi sociali di un territorio, ma anche chi ha in mente il lavoro, le attività produttive, il mondo dell’istruzione e della formazione.
A contrastare la povertà, dalla prospettiva piccola ma non per questo meno significativa di un comune, potrà essere utile solo l’impegno e la sensibilità di tutti coloro che possono portare un contributo o sarà uno sforzo vano di pochi volenterosi.
Filippo Maragotto
Capogruppo Cittadini per il cambiamento