Siamo qui chiamati a votare un protocollo di intesa, che vedrà la collaborazione tra il nostro comune e l’Ateneo Patavino in vista delle celebrazioni del 2022, per gli 800 anni dell’Università di Padova, indubbia eccellenza presente nel nostro territorio.
Mi preme sottolineare il tempismo, il fatto che questa Amministrazione abbia iniziato i primi contatti con l’Ateneo già l’anno scorso, e che il 26 ottobre 2017 ci sia stata la prima conferenza stampa a villa Bassi Rathgeb, accogliendo il Magnifico Rettore e il professor Pievani delegato alla comunicazione istituzionale. Tutto questo ci porta oggi a votare in Consiglio Comunale, gli indirizzi per la collaborazione con il Bò, e ci permette di avere di fronte un quinquennio, durante il quale potremmo vedere il nostro comune inserito nei progetti di valorizzazione del patrimonio culturale, che l’Ateneo sta programmando per il periodo delle celebrazioni. Sottolineiamo il fatto che ci sarà in questo modo la possibilità di consolidare un rapporto nel tempo, anche agli occhi dei cittadini che torneranno, a mio modo di vedere, a poter apprezzare l’alta cultura e la ricerca che l’Ateneo mette a disposizione. Vediamo in questa progettualità un aiuto per ridare un’identità alla nostra città
Dell’Ateneo patavino fa parte anche l’Orto Botanico di Padova che dal 1997 è inserito nella lista del patrimonio mondiale UNESCO come bene culturale. Il protocollo d’intesa prevede di dare avvio ad un progetto pilota di collaborazione tra l’Orto Botanico e le nostre scuole, anche se probabilmente molte classi possono aver già visitato l’orto, ma l’organizzazione di un progetto strutturato di collaborazione è un modo per avvicinare i ragazzi alla cultura, ai meccanismi della scienza e della ricerca, perché l’Orto Botanico, non è solo un giardino all’interno del quale osservare specie di piante diverse, ma è un luogo nel quale si respirano i meccanismi della ricerca scientifica, perché questa è la ragione per qui è stato fondato del 1545. Far passare questi messaggi, stimolare la curiosità, dare questo tipo di spunti ai ragazzi e anche agli insegnanti delle nostre scuole risulta fortemente positivo e costruttivo.
Non ultimo ovviamente, l’Ateneo è il luogo in cui si fa ricerca per eccellenza, e le qualità terapeutiche dei nostri fanghi e i benefici della fangoterapia sono già stati oggetto di studi scientifici da parte di alcuni dipartimenti dell’Università di Padova. Grazie alla ricerca, che ha riscontrato la presenza di alcuni microrganismi, in particolare cianobatteri, e alla loro capacità di produrre metaboliti benefici per l’uomo in determinate condizioni, il nostro fango termale ha ottenuto un brevetto unico nel suo genere, nel 2010 in Italia, e nel 2013 in Europa, che ne giustifica la classificazione a farmaco naturale.
Ora non è compito dell’Amministrazione finanziare progetti di ricerca, ma con il documento che andiamo ad approvare oggi possiamo veicolare le informazioni, i dati scientifici, possiamo quindi far riprendere consapevolezza ai cittadini di Abano dell’unicità del proprio territorio e dell’immenso tesoro che si cela nel sottosuolo del bacino termale Euganeo.
Inoltre possiamo valorizzare l’attività dei privati, delle associazioni degli albergatori che in prima persona finanziano i progetti di ricerca. Ultimo tra i progetti finanziati, quello sullo studio della biodiversità della microflora dei fanghi termali, presso il dipartimento di Biologia dell’Ateneo che ha come responsabile scientifico la professoressa La Rocca, da anni impegnata nello studio dei nostri fanghi.
La ricerca purtroppo non ha i tempi dell’uomo comune ma vi assicuro che se finanziata porta a grosse soddisfazioni;
quindi è importante valorizzare e dare merito a chi si prende l’onere di farlo e questo protocollo d’ intesa ci mette, come Amministrazione nelle condizioni migliori, aiutando la diffusione della cultura del termalismo.
Il termalismo è un tema che è sempre stato centrale negli approfondimenti e nelle discussioni del nostro gruppo di maggioranza “Cittadini per il Cambiamento” e riteniamo quindi che ci siano ottime basi per riappropriarci della cultura del termalismo, anche dal punto di vista scientifico
Alessandra Tondello