L'illegittimità del PIRUEA di Giarre

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L'illegittimità del PIRUEA di Giarre

Messaggioda dariosky » ven feb 16, 2007 7:49 pm

Sig. Presidente, Sig. Sindaco, Sig.ri consiglieri, a tutti i presenti,

quella del PIRUEA di via Roveri è una questione delicata sulla quale il nostro Gruppo in campagna elettorale certamente si è speso chiedendo in più occasioni che venga fatta la massima chiarezza. Per questa richiesta abbiamo ricevuto diversi attacchi, ma crediamo che la maggior parte dei cittadini voglia sapere.

Non abbiamo assolutamente cambiato posizione.

Desidero però precisare che le obiezioni che vado ora ad esporre sono considerazioni che prescindono dalla proprietà dell’area, ma riguardano la trasformazione urbanistica pesante, che stravolge un’area agricola e l’intero quartiere di Giarre.

I dubbi su quell’intervento, denominato PP10 Giarre, ci sono e sono molti tanto che al nostro Gruppo erano sorte forti perplessità sin dagli incontri di studio che a suo tempo erano stati organizzati in preparazione alla stesura del programma elettorale, tanto che non ci furono esitazioni a scrivere, in riferimento al PIRUEA di Giarre, che “Sulla legittimità dell’atto dovrà essere fatta opportuna verifica”. Niente di più –come alcuni consiglieri hanno voluto far credere, accusandoci di aver ottenuto il consenso elettorale affermando che si trattava di un’operazione illegittima- ma anche niente di meno.

Sin dal giorno successivo all‘insediamento della Giunta Bronzato-Bottin, l’allora assessore Ivano Migliolaro aveva portato la questione sul tavolo dell’Amministrazione, anche in virtù del fatto che nell’accordo di coalizione sta scritto “..con particolare riferimento al territorio –le parti- concordano che si dovrà procedere alla verifica degli atti amministrativi e dove si riterrà necessario svolgere ulteriori accertamenti si procederà senza incertezze”.
Nonostante ciò solo il 28 settembre e dopo che l’assessore Migliolaro aveva preannunciato le proprie dimissioni si è arrivati ad incaricare l’avv. Domenichelli, con una formula che al nostro Gruppo parve comunque strana: il legale doveva “..esprimere, esaminati gli atti, un qualificato parere sulla possibilità, per il Comune, di adottare provvedimenti che perseguano una diversa valutazione dell’interesse pubblico riferito agli Strumenti Urbanistici indicati nelle premesse..” ovvero sullo strumento del PIRUEA.
All’avvocato Domenichelli, però, mi risulta fu chiesto, seppur verbalmente, di fare anche una seria verifica sulla legittimità degli atti.

Ma l’avvocato, dichiarando di essere stato il legale proprio di persone di quella società interessata al PIRUEA in altre cause, per rispetto dell’etica professionale, ha rinunciato all’incarico.

Il 16 novembre, fuori i CITTADINI per il Cambiamento dall’Amministrazione, la Giunta incarica l’avv. Alessandro Calegari, sempre con la stessa richiesta: indicare la possibilità di “..una diversa valutazione dell’interesse pubblico”.
Crediamo che sia questa una valutazione da farsi, ma siamo altrettanto convinti che all’avv. Calegari si debba anche chiedere espressamente di fare la verifica sulla legittimità di tutti gli atti.

A supporto di questa nostra richiesta aggiungiamo solo alcuni degli elementi di dubbio che abbiamo.

Posto che la Legge Regionale n. 23 del 1 giugno 1999, che tratta appunto dei PIRUEA (una sigla che sta per Programma Integrato di Riqualificazione Urbanistica ed Ambientale) stabilisce che:

art. 1 comma 2
La riqualificazione si attua attraverso:
a) il riordino degli insediamenti esistenti e il ripristino della qualità ambientale anche attraverso l’ammodernamento delle urbanizzazioni primarie e secondarie e dell’arredo urbano.
b) Il riuso di aree dismesse, degradate, inutilizzate, a forte polarizzazione urbana, anche mediante il completamento dell’edificato.

Basta.. La legge non prevede tipologie di intervento al di fuori di quelli specificati nei punti a) e b)….

Ciò posto chiediamo al Consiglio Comunale di esprimersi compiutamente, cioè con votazione, per dire se quell’area, prima che iniziassero i lavori di urbanizzazione in corso, aveva o meno le caratteristiche previste dalla Legge, cioè:
se in quel terreno esistevano già o no insediamenti,
o esistevano opere di urbanizzazione primarie e secondarie e arredo urbano.

Ed ancora, chiediamo che il Consiglio Comunale voti per dire se:
si trattava di aree dismesse, degradate o inutilizzate, a forte polarizzazione urbana.

Perché non appaia assurda la nostra richiesta di voto, diciamo che questa si rende necessaria perché è bene che su questa questione ci sia un’assunzione di responsabilità da parte di tutti noi, perché si tratta di stabilire se dobbiamo fermarci alle carte o se dobbiamo compiere uno sforzo in più per accertare la realtà delle situazioni. Perché non vi è dubbio che fermandoci alle carte, magari superficialmente, tutto pare in regola. Ma la realtà è che mancavano i presupposti per l’adozione di un PIRUEA, per cui lo stesso Programma Integrato si configura illegittimo proprio per mancanza dei presupposti minimi. Cioè sul quell’area non si poteva procedere con un PIRUEA.

Vediamole però queste carte.

Nella Relazione Tecnico-illustrativa del PIRUEA di via Roveri, a pag. 4 all’art. 2, fin dalle premesse si dichiara che l’obiettivo che l’Amministrazione, di concerto con il privato si propone è: “..il recupero di un’area in disuso, mediante il completamento del tessuto urbano esistente, assicurando la continuità con il vicino capoluogo in risposta alle crescenti richieste insediative..”.
C’è qualcuno che si sente di sostenere tale analisi?

Per noi l’area non era in disuso: era regolarmente coltivata, lì grano turco c’era e c’è stato fino a quando non sono iniziati i lavori del PIRUEA.. e non vi era un tessuto urbano.

Altro elemento importante.

Il PIRUEA di Giarre interessa due aree a diversa destinazione urbanistica, l’una, quella a ridosso della caserma dell’aeronautica, classificata come zona a Servizi e l’altra è classificata dal PRG “area agricola”. L’area a servizi, peraltro, era stata inserita nella previsione urbanistica solamente a scopo precauzionale nella possibilità ci potesse essere una richiesta di ampliamento della caserma: per nessun altro scopo.
La Legge, però, all’art. 3 – intitolato “Ambiti e interventi ammessi”, al punto 1) recita “Il programma integrato non può interessare, se non marginalmente ed in quanto necessarie per assicurare l’unitarietà e la funzionalità dell’intervento, le seguenti zone territoriali omogenee”:
a)residenziali di espansione;
b)produttive di espansione
c)agricole

La norma, dunque, esclude categoricamente che vengano comprese aree a destinazione agricola, se non marginalmente ed in quanto necessarie…
Ebbene, a pag. 7 sempre della Relazione Tecnico-illustrativa del PIRUEA di Giarre, all’art. 6 alla prima riga troviamo scritto che “L’area rilevata, la cui destinazione urbanistica a Servizi Amministrativi era nata in funzione di un possibile ampliamento della caserma..”.
Nella Relazione-Tecnica, quindi, non si fa alcun cenno al fatto che l’area interessata è parzialmente a destinazione agricola.
Quanto parzialmente? Circa 1/3 dell’intervento, cioè per un’estensione che non si può certo definire marginale.
Sulla necessità di interessare questa area agricola per assicurare l’unitarietà dell’intervento crediamo non ci sia alcuna giustificazione plausibile, se non quella di aver voluto realizzare un intervento ancora più ampio, maggior cubatura.

Ancora. La Legge prevede anche che si indichi il Beneficio Economico per il soggetto pubblico e nel quadro che riporta la Stima del valore commerciale dell’area urbanizzata per Edilizia Sovvenzionata si dice che “Il beneficio pubblico è dato dalla differenza tra il valore di libero mercato della volumetria residenziale ed il valore di acquisizione dal soggetto attuatore..”. Anche questa affermazione non è per nulla corretta perché il Peep, come è noto, non è a libero mercato e lo stesso dicasi per il valore attribuito per l’area Residenziale Convenzionata.

Segnaliamo poi che la perimetrazione dell’area del PIRUEA di Giarre, così come indicata nell’estratto del PRG allegato al progetto differisce, seppur di poco, dallo stesso PRG: l’effetto è quello di far sembrare più ampia di quanto non lo sia realmente l’area a destinazione urbanistica a Servizi. Peraltro non si capisce a quale PRG faccia riferimento l’estratto riportato nella Tavole di Progetto che appare essere stato disegnato ad hoc, ma non corrisponde ad alcuna documentazione ufficiale.
Sempre sulla cartografia si nota che si è più volte evidenziato (cioè colorato) un mappale (il map. 243) che non è minimamente interessato dall’intervento. Anche in questo caso non si capisce come mai sulle Tavole di Progetto venga coinvolta graficamente un’area, di dimensioni rilevanti, che non rientra nell’ambito del Progetto.

Ma i dubbi sulla bontà dell’applicazione dello strumento del PIRUEA per questo intervento non sono solo dei CITTADINI per il Cambiamento.
Nonostante le affermazioni della Relazione Tecnica, la Regione nel decreto di approvazione del PIRUEA di Giarre, decreto n. 239 del 18 maggio 2005, fa esplicito riferimento ad un primo pronunciamento negativo sul PP10 che, dice il decreto, “..pareva soddisfare solo parzialmente le condizioni ed i contenuti della L.R. n. 23/99, in quanto l’area oggetto di intervento di trasformazione urbanistica non risultava degradata dato che si trattava di terreni ad uso agricolo .. e pertanto l’ipotesi di “riqualificazione” dell’ambito non risultava chiaro”…
Poi vista la relazione integrativa predisposta dal Comune la Regione approva.
Invito i Consiglieri ad andare a leggere cosa dice la relazione integrativa, per rendersi conto di come, pare a noi, l’estensore si “arrampichi” sugli specchi per motivare l’intervento.
In questa sede cito solo due passaggi della Relazione Integrativa (datata aprile 2005). Nell’ultimo capoverso di pag. 2 si afferma “..la necessità di valorizzare l’intorno dell’ex caserma per scongiurare il pericolo di un suo utilizzo come centro di prima accoglienza per extracomunitari”...
A pag. 4, invece, troviamo scritto: “Altro aspetto non secondario riguarda la previsione di grandi infrastrutture con riferimento ad uno studio per l’interscambio commerciale su ferrovia che da Padova via Ponte San Nicolò, e dalle relative zone industriali, vanno ad innestarsi nella linea ferroviaria Padova-Bologna, con una, o più, dorsali ferroviarie che andranno ad interessare in maniera diretta il territorio di Giarre”.

Si tratta di quell’opera che ormai tutti conoscono con il nome di “Gronda sud”. Alla popolazione si dice che si è fortemente contrari all’opera, ma poi scopriamo che la stessa è buona per giustificare il PIRUEA.

Termino questa disamina dicendo che lo stesso decreto di approvazione regionale prescrive che “prima del rilascio dei permessi a costruire dovranno essere acquisiti i pareri del Genio Civile e della Gestione Unica del BIOCE.

Per il parere del Genio Civile ci siamo. Ma per il BIOCE, cioè la Gestione Unica, per intenderci, qualche dubbio c’è.
Qui apriamo però una piccola parentesi per dire che in un piano di iniziativa pubblica, cioè fatto dal Comune, appare del tutto strano che a chiedere il parere al BIOCE sia stato uno studio privato e che la risposta pervenuta allo stesso sia stata acquisita agli atti del Comune, senza alcuna trasmissione ufficiale, quindi inserita nel fascicolo da parte di qualche funzionario, ancorché il professionista in questione fosse un consigliere comunale.

In ogni caso il problema tecnico-amministrativo è se si possa considerare o meno acquisito il parere del BIOCE. Infatti il BIOCE ha certificato che sull’area in oggetto non esistono vincoli idrogeologici, ma la Regione ha risposto che questo non era il parere prescritto dal Decreto di approvazione e invitava nuovamente il Comune ad acquisire le indicazioni del BIOCE sul PIRUEA (ovviamente prima del rilascio del permesso di costruire). Tali indicazioni non sono mai state acquisite per cui la concessione edilizia potrebbe essere illegittima, essendo stata rilasciata senza aver adempiuto al Decreto di approvazione del PIRUEA.

Anche su questo aspetto è bene che il legale incaricato dal Comune si esprima.

In conclusione tralascio le molte altre considerazioni che si potrebbero fare.

Ribadiamo, però, che bene hanno fatto in passato e bene fanno anche questa sera i CITTADINI per il Cambiamento a chiedere che sulla legittimità degli atti venga fatta opportuna verifica, niente di più, ma niente di meno.

Si esprima dunque il Consiglio Comunale sulla natura dell’area e venga dato pieno mandato all’avvocato Calegari di svolgere le opportune verifiche, PRO VERITATE.


Abano Terme, 16 gennaio 2007

Per il Gruppo
CITTADINI per il Cambiamento
il Consigliere
Gian Pietro Bano
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