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Intervento di Matteo Lazzaro

MessaggioInviato: ven lug 08, 2016 4:16 pm
da lidia.pege
E’ il mio primo consiglio comunale e mi auguravo fosse diverso. Sono fortemente amareggiato per la situazione che la nostra città sta vivendo in queste settimane e anche questa mattina. Credo che in molti di noi ci sia un sentimento di disorientamento e forte imbarazzo per quello che sta emergendo dai quotidiani. Qui colleghi consiglieri c’è in gioco la dignità di tutti, di tutti noi consiglieri e soprattutto la dignità della città che si sente tradita e giustamente arrabbiata chiede che tutti noi facciamo un passo indietro.
Non è questione di maggioranza e minoranza, né tanto meno di destra e sinistra. La campagna elettorale è finita, la questione è pre-politica. Possiamo anche dividerci sulle idee, sulle soluzioni sui progetti per la città ma non sulla legalità e l’onestà. Quello che la città chiede è un secco NO, unanime da parte di tutte le persone presenti in questo consiglio, che rappresentano la città tutta, non una parte e la costituzione ci dice che non abbiamo vincolo di mandato, dobbiamo rappresentare la città non difendere qualcuno, ma pensare al bene comune. Il messaggio che dobbiamo passare tutti assieme è che Abano non è questo, non è malaffare: c’è del malaffare e va estirpato. Qui noi abbiamo la responsabilità di rappresentare le tante persone per bene di Abano che pagano le tasse e ci chiedono servizi efficienti ed un’amministrazione capace di pensare al futuro di questo paese. Abano è una città ricca di potenzialità e risorse sociali ed economiche che hanno diritto di agire liberamente, senza essere vessati e spremuti dall’amministratore di turno. A queste forze sociali e soprattutto economiche che risposta diamo oggi? State sereni che tutto fila liscio? Gli diciamo di occuparsi d’altro? Gli diciamo state in attesa dell’evolversi degli eventi? Cosa gli diciamo alla nostra gente, ai lavoratori, agli imprenditori? Ora è finito il tempo delle promesse, è chiuso il momento delle strategie per vincere. Oggi dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia i nostri elettori e dire loro questo consiglio comunale non è nelle condizioni di lavorare, non può progettare il futuro della città. Dobbiamo dire che l’unica strada possibile è quella di un breve periodo di commissariamento che aiuti la giustizia a fare il suo corso e che soprattutto rimetta in sesto la macchina amministrativa che sembra sotto scacco, da ciò che si legge sui giornali. Il mio pensiero e la mia solidarietà va soprattutto a quei dipendenti comunali che si sono spesi in questi anni per fare al meglio il proprio lavoro: si sono lette parole angoscianti nei giornali.

Ne leggo alcune:
Gazzettino 25/06/2016 pg. II
…testimonianza di una dipendente comunale durante la lunghissima attività istruttoria

“Spesso quando non si condividevano le sue iniziative era solito urlare, offendere, schernire i dipendenti. Io per lui sono il soldatino perché richiamo sempre il rispetto delle regole, il mio collega… lo chiamava pisolo perché gli rappresenta il rispetto degli iter amministrativi. Tanto che nel corso di alcune riunioni quando non si condividono le sue iniziative è solito chiamarci conigli in quanto secondo lui siamo timorosi e troppo rispettosi delle regole. Nel momento in cui non si condividono le sue scelte, le sue insistenze sono vere e proprie pressioni psicologiche. Spesso ricorre anche a minacce..Nei dipendenti c’è molta preoccupazione e paura di sbagliare”.

Ma dove siamo? Solo queste parole bastano a descrivere il clima che c’è stato in questi anni. Qui signori c’è bisogno di staccare la spina e lasciare che il commissario riporti celermente la serenità necessaria affinchè la macchina amministrativa possa svolgere le proprie funzioni al servizio della città e non del sindaco. C’è un' estrema necessità di tornare alla normalità e velocemente ridare un’amministrazione politica a questa città che sia capace di costruire un progetto condiviso per far nuovamente decollare le terme.

Non possiamo permetterci di perdere altro tempo. Dimettiamoci e ridiamo ad Abano la possibilità di essere dipinta per le sue bellezze e non per quello che i giornali dipingono e dicono in questi giorni.