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Intervento accoglienza profughi

MessaggioInviato: ven set 18, 2015 5:43 pm
da lidia.pege
Accoglienza profughi
Qui in Abano gli extra comunitari sono il 10,27% della popolazione, dato assolutamente in linea con i dati nazionali, e nel nostro territorio per la grandissima parte sono gente che lavora, bene inserita nella comunità
Ricordo, ma solo per dire a me stessa, che invece nel “ventennio”non dimenticato, nel 1935 il governo italiano entrò in guerra con l’Africa non per necessità ma“solo per costruire un impero”e conseguentemente ha fatto massacrare più di 10 mila autoctoni oltre a migliaia di soldati italiani mandati al macello
La situazione che in questi tempi viviamo non è semplice, se la soluzione a tanto dolore, fosse dietro l’angolo, qualcuno dei politici che abbia a cuore il tema tanto complesso l’avrebbe già trovata, invece ricordo che il già ministro dell’interno ora presidente della regione Lombardia, qualche anno fa durante la primavera araba, lasciò entrare in Italia un numero enorme di tunisini a cui concesse un permesso di tre mesi perché andassero dove volevano in Europa, tesi riproposta qualche tempo fa da un altro politico veneto
La conferenza stato regioni del 2012 a cui presenziò sempre l’allora citato ministro fissò le quote di rifugiati per ogni regione, in base al numero degli abitanti.
Abbiamo affrontato nel 1990 lo sbarco degli albanesi, ne furono assegnati dalla Prefettura anche ad Abano (inizialmente erano 9, poi divennero una ventina) che impegnarono molto i dipendenti comunali ed il volontariato locale ora a distanza di 25 anni possiamo dire che la comunità albanese si è integrata, lavora e chi delinque non lo fa perchè è straniero ma perché è un delinquente, nello stesso modo in cui lo è un italiano che delinque..quindi la differenza non lo fa la cittadinanza ma la persona
I cittadini per il cambiamento proposero nel 2013 un atto consiliare di sostegno alla sindaca Nicolini di Lampedusa, dopo le 300 persone morte in mare, e dicemmo che l’Europa tutta si deve far carico di questo esodo biblico, sembra invece che l’Europa li ricacci indietro se espatriano, in base al trattato di Dublino del 1990 che prevede che sia competente alla verifica dello status di rifugiato, lo stato europeo di primo ingresso. Ricordiamo che rifugiato è chi scappa da guerre, ma chi ha l’interesse di fare guerra? Forse che l’Italia non ha armamenti da vendere? Ma di questo non se ne parla
Ricordiamoci cosa è avvenuto a novembre del 1989..la caduta del muro di Berlino, per cui gli abitanti della Germania Est si espansero in quella dell’Ovest… era il loro primo stato europeo vicino
Ora che cosa si aspetta per modificare questa norma?
Anche gli ingressi via terra che avvengono dai Balcani vedono Turchia, Ungheria, Grecia ed altri Stati che hanno numeri ben più alti dei nostri già 60 mila profughi, e sia ben chiaro che lo status di profugo viene stabilito in base alla provenienza da terre di guerra, gli altri dopo l’identificazione devono essere rimpatriati e mi pare che fino a qualche tempo fa ne siano stati già rimpatriati 30 mila, dati di cui nessuno parla
Numeri che vedono esseri umani, spesso minori , per cui l’Italia è obbligata a provvedere in base a leggi non recenti, e chiediamoci quanto disperato è un genitore che spinge un figlio, spesso un bambino ad affrontare l’ignoto, pur di farlo vivere invece di vederlo morire, e le donne? La donna, donatrice di vita che per sua natura è l’esatto contrario dello stato di guerra, come può sopportare tante sofferenze e tante violenze, eppure in tutte le guerre lo sfregio ovunque perpetrato è la violenza sulle donne, ricordo molto bene di aver letto un articolo sulla guerra dimenticata del Congo dove alle donne sparano in vagina..dura da sentire vero?
I Cittadini per il cambiamento sono un gruppo di persone responsabili in opposizione a pregiudizi, luoghi comuni, minacce di morte e di violenza, annunciate anche da questa Amministrazione con slogan tristi e di basso profilo, invece vorremmo far parte di un consiglio dove a fronte di probabili o improbabili problemi di ordine pubblico, che ci riguardano perché la sicurezza è anche uno stato d’animo che dovrebbe trapelare anche dai tutori pubblici che non fanno leva sullo spavento del diverso.. perché anche qui siamo tutti diversi. La diversità è una ricchezza che ci fa vedere altre prospettive, che ci fa pensare ad altre soluzioni, che ci apre al cuore e la mente.. e tutto quello che chiude il cuore e la mente non ci può portare da nessuna parte se non alla prigione che è dentro di noi, alle nostre fissazioni,ai nostri incubi.. ecco io auguro a noi tutti di uscire dagli orrori che ognuno di noi può avere dentro di sé e guardare con fiducia al mondo, perché le soluzioni di ogni problema anche di quello di cui parliamo sta nell’ecumene, nella comunità e non nell’enclave, nei ristretti ambiti di qualche demagogo
Termino ricordo quanto scritto all’art.2 della nostra Costituzione:La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.