Mattarella ricorda Adriano Olivetti: “Ci ha insegnato che...
Inviato: ven feb 28, 2020 1:47 pm
Mattarella ricorda Adriano Olivetti: “Ci ha insegnato che si può fare innovazione sviluppando solidarietà”
L’industriale di Ivrea morì il 27 febbraio del 1960 su un treno diretto a Losanna. Oggi lo ha ricordato anche il presidente della Repubblica
27 Febbraio 2020 La Stampa
IVREA (TORINO): Era il 27 febbraio del 1960 quando su un treno diretto in Svizzera, a Losanna, Adriano Olivetti morì. Lasciando un intero Paese e un’intera Comunità sgomenta. Ivrea, prima di tutto. La città in cui nacque l’azienda fondata dal padre Camillo, dove si sviluppò quella cultura industriale che poi le ha permesso di diventare patrimonio Unesco, si fermò. Lo fece nel nome di quell’uomo che trasformò Ivrea in una “città laboratorio” simbolo del suo concetto di Comunità, richiamando nelle sue fabbriche i migliori sociologi, filosofi, urbanisti e architetti, dando vita ai quartieri dei lavoratori, a quel concetto di azienda allargata e aperta alla città. Una visione illuminata del rapporto tra lavoro e vita privata. Olivetti era però anche un intellettuale e un visionario, capace di intraprendere strade mai percorse prima di lui.
guido novaria
Oggi anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto ricordare così Adriano Olivetti: «Sono trascorsi sessant'anni dall'improvvisa e prematura scomparsa di Adriano Olivetti, personalità poliedrica, uomo di cultura e innovazione, imprenditore di eccellenti qualità e, al tempo stesso, di grande sensibilità sociale, come hanno potuto apprezzare i lavoratori della sua azienda ma anche quanti ne hanno conosciuto il talento e la creatività». E ancora: «Adriano Olivetti, con il tema della comunità, con l'iniziativa imprenditoriale, con l'impegno culturale, con la progettualità, ha aperto strade nuove. Ha portato innovazione nell'organizzazione del lavoro, nell'architettura delle fabbriche, nei prodotti e nel loro design, ottenendo anche prestigiosi riconoscimenti internazionali. Grazie alle sue intuizioni e alla sua energia, è riuscito a raccogliere e animare circoli intellettuali di grande valore. Quel senso di responsabilità sociale, che attribuiva all'imprenditore e all'impresa, è pienamente attuale. Le trasformazioni di questi anni sottolineano il tema di uno sviluppo di qualità, sostenibile per l'ambiente e per la società nel suo insieme. L'insegnamento di Olivetti è che si può perseguire al meglio l'innovazione e il progresso tecnologico sviluppando solidarietà».
L’industriale di Ivrea morì il 27 febbraio del 1960 su un treno diretto a Losanna. Oggi lo ha ricordato anche il presidente della Repubblica
27 Febbraio 2020 La Stampa
IVREA (TORINO): Era il 27 febbraio del 1960 quando su un treno diretto in Svizzera, a Losanna, Adriano Olivetti morì. Lasciando un intero Paese e un’intera Comunità sgomenta. Ivrea, prima di tutto. La città in cui nacque l’azienda fondata dal padre Camillo, dove si sviluppò quella cultura industriale che poi le ha permesso di diventare patrimonio Unesco, si fermò. Lo fece nel nome di quell’uomo che trasformò Ivrea in una “città laboratorio” simbolo del suo concetto di Comunità, richiamando nelle sue fabbriche i migliori sociologi, filosofi, urbanisti e architetti, dando vita ai quartieri dei lavoratori, a quel concetto di azienda allargata e aperta alla città. Una visione illuminata del rapporto tra lavoro e vita privata. Olivetti era però anche un intellettuale e un visionario, capace di intraprendere strade mai percorse prima di lui.
guido novaria
Oggi anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto ricordare così Adriano Olivetti: «Sono trascorsi sessant'anni dall'improvvisa e prematura scomparsa di Adriano Olivetti, personalità poliedrica, uomo di cultura e innovazione, imprenditore di eccellenti qualità e, al tempo stesso, di grande sensibilità sociale, come hanno potuto apprezzare i lavoratori della sua azienda ma anche quanti ne hanno conosciuto il talento e la creatività». E ancora: «Adriano Olivetti, con il tema della comunità, con l'iniziativa imprenditoriale, con l'impegno culturale, con la progettualità, ha aperto strade nuove. Ha portato innovazione nell'organizzazione del lavoro, nell'architettura delle fabbriche, nei prodotti e nel loro design, ottenendo anche prestigiosi riconoscimenti internazionali. Grazie alle sue intuizioni e alla sua energia, è riuscito a raccogliere e animare circoli intellettuali di grande valore. Quel senso di responsabilità sociale, che attribuiva all'imprenditore e all'impresa, è pienamente attuale. Le trasformazioni di questi anni sottolineano il tema di uno sviluppo di qualità, sostenibile per l'ambiente e per la società nel suo insieme. L'insegnamento di Olivetti è che si può perseguire al meglio l'innovazione e il progresso tecnologico sviluppando solidarietà».