Istat: “Continua il calo delle nascite in Italia...
Inviato: lun dic 30, 2019 8:34 pm
Istat: “Continua il calo delle nascite in Italia, minimo storico dall’Unità d’Italia. Famiglie più numerose, ma nuclei sempre più piccoli”
Lo si legge nell'Annuario pubblicato dall'Istituto di Statistica e riferito al 2018. Cala anche il numero di decessi, mentre continua a salire l'aspettativa di vita media: dati che, insieme alla bassa natalità, contribuiscono a rendere il nostro Paese "uno dei più vecchi al mondo"
di F. Q. | 30 Dicembre 2019
Il 2018 è stato l’anno che ha segnato un nuovo minimo storico delle nascite dall’Unità d’Italia, solo 439.747. Lo dicono i dati dell’ultimo annuario pubblicato dall’Istat, in cui si sottolinea anche che “il numero dei decessi diminuisce e raggiunge le 633.133 unità”: “Nel 2018 continua il calo delle nascite. I nati vivi, che nel 2017 erano 458.151, nel 2018 passano a 439.747, nuovo minimo storico dall’Unità d’Italia”, si legge nel rapporto.
In contemporanea, continua a crescere l’aspettativa di vita media alla nascita che si attesta “su 80,8 anni per i maschi e 85,2 per le femmine”. Dati che, messi insieme, contribuiscono a confermare e accentuare un trend che va ormai avanti da diversi anni: “L’Italia è uno dei Paesi più vecchi al mondo, con 173,1 persone con 65 anni e oltre ogni cento persone con meno di 15 anni al primo gennaio 2019″.
Un Paese, il nostro, in cui le famiglie sono formate da sempre meno persone, a causa anche del fatto che molti giovani vanno a vivere da soli, ma senza un partner o senza fare figli: “Le famiglie, 25 milioni e 700 mila, sono sempre più numerose e sempre più piccole – continua l’Annuario – Il numero medio di componenti è passato da 2,7 (media 1997-1998) a 2,3 (media 2017-2018), soprattutto per l’aumento delle famiglie unipersonali che in venti anni sono cresciute di oltre 10 punti, dal 21,5% nel 1997-98 al 33,0% nel 2017-2018, ovvero un terzo del totale delle famiglie”, spiega l’Istituto. Riprendono a diminuire anche i matrimoni, nel 2017, con 191.287 celebrazioni, quasi 12 mila in meno in un anno. Le separazioni legali diminuiscono e passano da 99.611 del 2016 a 98.461 del 2017, mentre i divorzi, dopo il recente aumento dovuto all’entrata in vigore del cosiddetto ‘divorzio breve’, subiscono una contrazione e si attestano sui 91.629 eventi (7.442 in meno rispetto al 2016). Il numero degli aborti, inoltre, nel 2017 si mantiene tra i più bassi d’Europa e pari a 6 casi ogni mille donne di età tra i 15 e i 49 anni.
Carceri, preoccupa la ripresa dell’affollamento
Cresce del 3,6%, nel 2018, il numero dei detenuti in Italia. Dato che preoccupa, visto il problema delle carceri sovraffollate. “I detenuti presenti nelle strutture penitenziarie per adulti alla fine del 2018 sono 59.655, in aumento rispetto al 2017 (+3,6%) – si legge nel rapporto – Dopo un deciso calo (-23,2% nel periodo 2010-2015), anche a seguito di una serie di misure normative poste in atto allo scopo di ridurre il ricorso alla detenzione in carcere, si nota dunque un preoccupante segno di ripresa (+16% tra la fine del 2015 e il 30 giugno 2019)”. L’indice di affollamento delle carceri risulta pari a 117,9 alla fine del 2018 (e sale a 119,9 al 30 giugno 2019).
Continua la “fuga di cervelli” e crescono le iscrizioni alle università online
Non si arresta la “fuga di cervelli” dall’Italia per trovare fortuna in altri Paesi europei o extraeuropei: “Sempre più dottori di ricerca decidono di lasciare il nostro Paese – si legge – Il 15,9% dei dottori del 2012 e il 18,5% dei dottori del 2014 dichiara di vivere abitualmente all’estero. Tali percentuali sono superiori di 4,3 punti a quelle rilevate nella precedente indagine”. Contemporaneamente cresce il numero di iscritti alle università online: “Nell’anno accademico 2017/18 gli iscritti alle università telematiche, in crescita da alcuni anni, raggiungono i 93.651 iscritti (+ 23,9% rispetto all’anno precedente)”.
Lo si legge nell'Annuario pubblicato dall'Istituto di Statistica e riferito al 2018. Cala anche il numero di decessi, mentre continua a salire l'aspettativa di vita media: dati che, insieme alla bassa natalità, contribuiscono a rendere il nostro Paese "uno dei più vecchi al mondo"
di F. Q. | 30 Dicembre 2019
Il 2018 è stato l’anno che ha segnato un nuovo minimo storico delle nascite dall’Unità d’Italia, solo 439.747. Lo dicono i dati dell’ultimo annuario pubblicato dall’Istat, in cui si sottolinea anche che “il numero dei decessi diminuisce e raggiunge le 633.133 unità”: “Nel 2018 continua il calo delle nascite. I nati vivi, che nel 2017 erano 458.151, nel 2018 passano a 439.747, nuovo minimo storico dall’Unità d’Italia”, si legge nel rapporto.
In contemporanea, continua a crescere l’aspettativa di vita media alla nascita che si attesta “su 80,8 anni per i maschi e 85,2 per le femmine”. Dati che, messi insieme, contribuiscono a confermare e accentuare un trend che va ormai avanti da diversi anni: “L’Italia è uno dei Paesi più vecchi al mondo, con 173,1 persone con 65 anni e oltre ogni cento persone con meno di 15 anni al primo gennaio 2019″.
Un Paese, il nostro, in cui le famiglie sono formate da sempre meno persone, a causa anche del fatto che molti giovani vanno a vivere da soli, ma senza un partner o senza fare figli: “Le famiglie, 25 milioni e 700 mila, sono sempre più numerose e sempre più piccole – continua l’Annuario – Il numero medio di componenti è passato da 2,7 (media 1997-1998) a 2,3 (media 2017-2018), soprattutto per l’aumento delle famiglie unipersonali che in venti anni sono cresciute di oltre 10 punti, dal 21,5% nel 1997-98 al 33,0% nel 2017-2018, ovvero un terzo del totale delle famiglie”, spiega l’Istituto. Riprendono a diminuire anche i matrimoni, nel 2017, con 191.287 celebrazioni, quasi 12 mila in meno in un anno. Le separazioni legali diminuiscono e passano da 99.611 del 2016 a 98.461 del 2017, mentre i divorzi, dopo il recente aumento dovuto all’entrata in vigore del cosiddetto ‘divorzio breve’, subiscono una contrazione e si attestano sui 91.629 eventi (7.442 in meno rispetto al 2016). Il numero degli aborti, inoltre, nel 2017 si mantiene tra i più bassi d’Europa e pari a 6 casi ogni mille donne di età tra i 15 e i 49 anni.
Carceri, preoccupa la ripresa dell’affollamento
Cresce del 3,6%, nel 2018, il numero dei detenuti in Italia. Dato che preoccupa, visto il problema delle carceri sovraffollate. “I detenuti presenti nelle strutture penitenziarie per adulti alla fine del 2018 sono 59.655, in aumento rispetto al 2017 (+3,6%) – si legge nel rapporto – Dopo un deciso calo (-23,2% nel periodo 2010-2015), anche a seguito di una serie di misure normative poste in atto allo scopo di ridurre il ricorso alla detenzione in carcere, si nota dunque un preoccupante segno di ripresa (+16% tra la fine del 2015 e il 30 giugno 2019)”. L’indice di affollamento delle carceri risulta pari a 117,9 alla fine del 2018 (e sale a 119,9 al 30 giugno 2019).
Continua la “fuga di cervelli” e crescono le iscrizioni alle università online
Non si arresta la “fuga di cervelli” dall’Italia per trovare fortuna in altri Paesi europei o extraeuropei: “Sempre più dottori di ricerca decidono di lasciare il nostro Paese – si legge – Il 15,9% dei dottori del 2012 e il 18,5% dei dottori del 2014 dichiara di vivere abitualmente all’estero. Tali percentuali sono superiori di 4,3 punti a quelle rilevate nella precedente indagine”. Contemporaneamente cresce il numero di iscritti alle università online: “Nell’anno accademico 2017/18 gli iscritti alle università telematiche, in crescita da alcuni anni, raggiungono i 93.651 iscritti (+ 23,9% rispetto all’anno precedente)”.