Cantone Corruzione nell'ultimo triennio indagati 47 politici

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Cantone Corruzione nell'ultimo triennio indagati 47 politici

Messaggioda lidia.pege » gio ott 17, 2019 2:14 pm

Corruzione, nell'ultimo triennio indagati 47 politici. Cantone: "In Italia nessuno se ne occupa"
Raffaele Cantone

Nel dossier dell'Anticorruzione le ordinanze di custodia cautelare e correlate ad appalti. Dal 2016 al 2019 effettuati 117 arresti, un caso a settimana. Diminuiscono le tangenti, sostituite da ''benefit"

17 ottobre 2019 REPUBBLICA
ROMA - Quaransette politici arrestati, 20 dei quali sindaci. Sono alcuni numeri che emergono dal dossier "La corruzione in Italia nel triennio 2016-2019: numeri, luoghi e contropartite del malaffare", presentato dal presidente dell'Anac, Raffaele Cantone, al suo ultimo bilancio in Anticorruzione e presto di ritorno in magistratura. Un addio amaro, con il report analizza i casi registrati nell'ultimo triennio: "Il 74% delle vicende (113 casi) ha riguardato l'assegnazione di appalti pubblici, a conferma della rilevanza del settore e degli interessi illeciti a esso legati per via dell'ingente volume economico. Il restante 26% (39 casi) è composto da ambiti di ulteriore tipo (procedure concorsuali, procedimenti amministrativi, concessioni edilizie, corruzione in atti giudiziari)".

Un bilancio a tinte fosche, soprattutto per gli appalti pubblici, ma non certo paragonabile a Tangentopoli. Se non altro perché la "mazzetta" sembra essere tramontata, rimpiazzata da beni materiali e non, ben più facili da occultare. "Il livello di mazzette è molto meno significativo del passato, si tratta di episodi di piccolo calibro", recita il dossier. Alla tangente ora si preferiscono favori, un esempio per tutti: il posto di lavoro.

Nel dettaglio "fra agosto 2016 e agosto 2019 sono state 117 le ordinanze di custodia cautelare per corruzione spiccate dall'Autorità giudiziaria in Italia e correlate in qualche modo al settore degli appalti: esemplificando è quindi possibile affermare che sono stati eseguiti arresti ogni 10 giorni circa. (...) In linea con questa cadenza temporale sono anche i casi di corruzione emersi analizzando i provvedimenti della magistratura: 152, ovvero uno a settimana (solo a considerare quelli scoperti)".
Gli appalti pubblici e la deregulation
Anche se non se ne parla, non vuol dire che la corruzione sia diminuita o scomparsa. Cantone lo spiega: "La parola corruzione nell'ultimo periodo è quasi scomparsa dall'agenda. Sembra quasi non ce ne si occupi. Invece da questo rapporto emergono dati in chiaro scuro. Noi tutto sommato scopriamo l'acqua calda ma adesso abbiamo le prove".
Ad allarmare è la situazione negli appalti pubblici. "La corruzione, - si legge ancora nel dossier - benché all'apparenza scomparsa dal dibattito pubblico, rappresenta un fenomeno radicato e persistente, verso il quale tenere costantemente alta l'attenzione. Al tempo stesso, occorre rilevare come la prevalenza degli appalti pubblici nelle dinamiche corruttive giustifichi la preoccupazione nei confronti di meccanismi di deregulation quali quelli di recente introdotti, verso i quali l'Anac ha già manifestato perplessità".
Meno tangenti, più 'benefit'
Quello che emerge dal rapporto dell'Anac è anche un cambio di modalità. La corruzione in Italia si dematerializza, alla vecchia tangente si sostituisce spesso il pagamento con beni o servizi, più difficilmente dimostrabile come reato per gli inquirenti. L'assegnazione di un posto di lavoro a un parente o un sodale, oppure di una consulenza reale o fittizia fino ad arrivare alla concessione di benefit come viaggi, cene, ristrutturazioni edilizie. Ed anche, talvolta, il soddisfacimento della richiesta di prestazioni sessuali.

"Il denaro continua a rappresentare il principale strumento dell'accordo illecito - si legge nel documento - tanto da ricorrere nel 48% delle vicende esaminate, sovente per importi esigui (2.000-3.000 euro ma in alcuni casi anche 50-100 euro appena) e talvolta quale percentuale fissa sul valore degli appalti". Ma il resto degli episodi si consuma in altro modo. La 'ritirata' del contante è legata spesso alla "difficoltà di occultamento delle somme illecitamente percepite", così "si manifestano nuove e più pragmatiche forme di corruzione".
La mappa della corruzione
Tornando agli arresti, la relazione rileva che "a essere interessate sono state pressoche' tutte le regioni d'Italia, a eccezione del Friuli Venezia Giulia e del Molise. Cio' non implica che queste due regioni possano considerarsi immuni, ma semplicemente che non vi sono state misure cautelari nel periodo in esame". Dal punto di vista numerico, spicca il dato relativo alla Sicilia, dove "nel triennio sono stati registrati 28 episodi di corruzione (18,4% del totale) quasi quanti se ne sono verificati in tutte le regioni del Nord (29 nel loro insieme). A seguire, il Lazio (con 22 casi), la Campania (20), la Puglia (16) e la Calabria (14)". Di queste ordinanza di custodia cautelare per corruzione "il 74% ha riguardato l'assegnazione di appalti pubblici, a conferma della rilevanza del settore e degli interessi illeciti a esso legati per via dell'ingente volume economico".

"Credo sia giusto un inasprimento delle sanzioni verificato ai casi più gravi. - ha commentato poi, a margine, Cantone rispondendo a una domanda sull'evasione fiscale - Non ho mai pensato che con le manette si risolvano i problemi ma l'evasione è un reato grave. Naturalmente va verificato come è scritta la norma prima di dare un giudizio".
Lidia Pege
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