Brexit, la Corte Suprema: "Stop a Parlamento è illegale". Johnson: "fuori dall'Ue entro il 31 ottobre"
Scacco al premier che da New York non fa marcia indietro: "L'importante è uscire dall'Unione". La decisione presa all'unanimità. Le opposizioni chiedono le dimissioni. Il presidente Berkow: "Il Parlamento riprende i lavori domani"
dal nostro corrispondente ANTONELLO GUERRERA
24 settembre 2019 Repubblica
Rep: Brexit, crisi senza precedenti tra i poteri dello stato britannico
Brexit, la sospensione del Parlamento è illegale: l'annuncio della Corte Suprema
LONDRA - “Gli effetti sulla nostra democrazia sono stati estremi”. Con questa grave motivazione stamattina la Corte Suprema britannica all'unanimità ha giudicato illegale la controversa sospensione del Parlamento decisa dal premier Boris Johnson lo scorso agosto. Una decisione storica contro un provvedimento che aveva scatenato immediatamente proteste perché considerata dalle opposizioni un bavaglio per coloro che volevano fermare il No Deal, cioè la Brexit durissima e senza accordo con l’Ue, che Johnson ha evocato continuamente nelle ultime settimane.
Brexit, crisi senza precedenti tra i poteri dello stato britannico
di ENRICO FRANCESCHINI
La Corte ha aggiunto che il Parlamento è da considerarsi aperto e così lo speaker della Camera dei Comuni John Bercow ha immediatamente riconvocato tutti i deputati per domani: cosa non semplice perché, per esempio, tutti i laburisti sono a Brighton per la convention di partito che terminerà domani. Bercow ha precisato che si tratta di una "ripresa" dei lavori e non di una "riconvocazione". Ha aggiunto che non ci sarà il Question Time del mercoledì del premier (a New York all'Onu), ma vi sarà spazio per interrogazioni urgenti ai ministri.
Dunque la cosiddetta “prorogation” del Parlamento si è rivelata un clamoroso boomerang per il premier: non solo le opposizioni sono riuscite comunque ad approvare una legge anti No Deal in tempi strettissimi, ma soprattutto traballa la posizione di Johnson, che sino a ieri ha detto di non volersi assolutamente dimettere ma che, a questo punto dopo la sentenza di oggi, in teoria avrebbe ingannato persino la Regina a controfirmare la sospensione. Come temuto, tirando la sovrana nella vicenda della Brexit, ora è stata esposta a una immane figuraccia, a 93 anni, avendo approvato un provvedimento “illegale”.
Il leader laburista Jeremy Corbyn intanto ha chiesto le dimissioni di Johnson, che si trova a New York per l’assemblea generale dell’Onu. Difficilmente mollerà la presa, ma certo questo è un colpo durissimo. Il premier non rischia l’arresto come invece capiterebbe se ignorasse la legge anti No Deal delle opposizioni (non ha escluso nemmeno questo), ma certo ora a questo punto potrebbe anche decidere di andare a elezioni anticipate dopo la decisione di oggi storica della Corte Suprema in difesa della democrazia britannica. Del resto, sinora la sua premiership è stato un disastro: sei voti su sei persi in Parlamento, la Regina fuorviata e oggi la sospensione dichiarata illegale. Un altro colpo di scena nell'infinito thriller della Brexit.
Il premier intanto dopo la decisione della Corte Suprema ha deciso di anticipare il rientro da New York e Downing Street ha fatto sapere che non si dimetterà. "Come dice attualmente la legge, il Regno Unito lascerà la Ue il 31 ottobre, qualsiasi cosa accada" ha commentato il primo ministro britannico dagli Stati Uniti. La questione importante per il Regno Unito è "avere un buon accordo. Ed è quello a cui stiamo lavorando".
Secondo il premier tory la sentenza della Corte ha reso più difficile la Brexit: "Sarò onesto con voi, non è resa più facile da questo genere di cose in Parlamento o nei tribunali. Ovviamente ottenere un accordo non è facile su queste basi, ma andremo avanti e ce la faremo". Il premier ha spiegato che rispetta il verdetto ma non lo considera come "la decisione giusta".