2 giugno: sono Giacomo dell'Istituto Alberghiero
Inviato: mer giu 05, 2019 1:28 pm
FESTA DELLA REPUBBLICA - 2 giugno 2018
Abano terme
Buongiorno.
Buongiorno al Sindaco, all’Amministrazione, a tutti i cittadini qui presenti, buongiorno
all’Italia.
Sono Giacomo Meneguzzo, Rappresentante degli Studenti nel Consiglio dell’Istituto
“Pietro d’Abano”, istituto di eccellenza, mi permetto di dire, che da 80 anni ormai, porta
numerosi studenti in questa realtà termale.
Sono oggi onorato di essere qui, in questo 2 giugno, Festa della Repubblica, a
rappresentare la mia scuola, portando i saluti del Dirigente, dell’Amministrazione
scolastica e degli studenti.
Per noi giovani immaginare oggi un’Italia in cui non c’eran cittadini ma sudditi e un’Italia
in cui l’assolutismo vinceva sulla democrazia è forse difficile, ma 73 anni son passati -
solo 73 forse è il caso di dire- da quando quel 2 giugno 1946, un popolo in macerie dopo
il disastroso ventennio fascista, fu chiamato ad esprimersi, a schierarsi e a scegliere tra
Monarchia e Repubblica in un referendum istituzionale.
Anche i nostri nonni probabilmente c’erano tra quel 89,08% degli aventi diritto che in
quella prima domenica del mese si svegliò, si vestì a festa e andò lì, andò a votare.
Emozionati e anche tesi, loro la libertà, civile e politica, ormai quasi l’avevan dimenticata.
Uomini e donne per la prima volta fianco a fianco fecero la loro scelta.
La Repubblica, questo fu quello che quel giorno vinse. Res publica, cosa pubblica così
venne espresso in modo univoco il senso di appartenenza di tutti i cittadini allo Stato e di
tutto lo Stato ai cittadini.
Proprio la repubblica è stata la scelta che ha dato origine al lavoro eccezionale dei padri
costituenti che diedero vita al prodotto più maturo di quel difficile periodo di divisioni, di
resistenza e di liberazione, ovvero la Costituzione. Ebbene sì, la costituzione più bella
del mondo probabilmente, ciò di cui ogni italiano dovrebbe essere fiero e grato, non
dimentico. No, forse no, “bella” non è l’aggettivo più adatto per descriverla. La dignità, la
libertà, l’uguaglianza, la tutela, il ripudio della guerra, il lavoro, non sono semplicemente
belli, sono molto di più. Sono come aria, che manca e soffoca quando viene sottratta.
Questi sono i principi fondamentali della nostra costituzione, espressi nei suoi primi
articoli, oggi qui di fronte a voi vorrei riportare l’articolo 21, che cita:
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto
e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. …”
E ancora:
“… Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni
contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a
reprimere le violazioni.”
Questo articolo sancisce la libertà di pensiero, di opinione e la libertà di renderla pubblica
ed è grazie a questo se noi oggi siamo qui, se possiamo manifestare le nostre idee e se
ne possiamo discutere. Tutto questo per molto tempo sarebbe stato impossibile,
impensabile, anzi, era anche motivo di persecuzioni e di repressioni.
Con amarezza però non nascondo che sempre più spesso ci stiamo rendendo conto
della non completa osservanza di questo articolo come altri, quasi una sorta di
regressione ma proprio qui credo stia la forza e il dovere dei giovani.
In tre azioni sento di poter riassumere il nostro impegno sociale: “conoscere”, “rispettare”
e “amare”.
In primis dobbiamo “conoscere”, questo è nostro diritto e nostro dovere. Dobbiamo
conoscere la nostra Costituzione, dobbiamo conoscere tutti i sacrifici fatti per poterci
arrivare e dobbiamo conoscere ciò che noi possiamo fare.
Notevole è la rinnovata attenzione che soprattutto in questi anni la scuola sta ponendo
verso suddetto tema e per questo sento di dover ringraziare tutta l’amministrazione
scolastica.
La seconda azione di cui parlavo è “rispettare”, consequenziale alla conoscenza solo il
rispetto ci può essere. Rispetto di ciò che ci è stato affidato quasi come un dono.
Infine “amare”. Sì, può sembrare strano come verbo per questa circostanza, ma quando
si parla del prossimo, del nostro impegno verso il prossimo, solo di amore si sta
parlando.
Festeggiare la Repubblica significa, tra le altre cose, aspirare ad essere i suoi migliori
sostenitori e se i migliori “supporters” della nostra Repubblica saremo noi giovani, allora
nessuno potrà mai temere che essa non abbia lunga vita, non perché beneficerà della
nostra età anagrafica, ma perché potrà contare sull’entusiasmo, sul calore e sullo
spiccato senso di giustizia che in noi è connaturato e che solo noi, ci auguriamo, saremo
in grado di trasformare in concretezza. Grazie
Abano terme
Buongiorno.
Buongiorno al Sindaco, all’Amministrazione, a tutti i cittadini qui presenti, buongiorno
all’Italia.
Sono Giacomo Meneguzzo, Rappresentante degli Studenti nel Consiglio dell’Istituto
“Pietro d’Abano”, istituto di eccellenza, mi permetto di dire, che da 80 anni ormai, porta
numerosi studenti in questa realtà termale.
Sono oggi onorato di essere qui, in questo 2 giugno, Festa della Repubblica, a
rappresentare la mia scuola, portando i saluti del Dirigente, dell’Amministrazione
scolastica e degli studenti.
Per noi giovani immaginare oggi un’Italia in cui non c’eran cittadini ma sudditi e un’Italia
in cui l’assolutismo vinceva sulla democrazia è forse difficile, ma 73 anni son passati -
solo 73 forse è il caso di dire- da quando quel 2 giugno 1946, un popolo in macerie dopo
il disastroso ventennio fascista, fu chiamato ad esprimersi, a schierarsi e a scegliere tra
Monarchia e Repubblica in un referendum istituzionale.
Anche i nostri nonni probabilmente c’erano tra quel 89,08% degli aventi diritto che in
quella prima domenica del mese si svegliò, si vestì a festa e andò lì, andò a votare.
Emozionati e anche tesi, loro la libertà, civile e politica, ormai quasi l’avevan dimenticata.
Uomini e donne per la prima volta fianco a fianco fecero la loro scelta.
La Repubblica, questo fu quello che quel giorno vinse. Res publica, cosa pubblica così
venne espresso in modo univoco il senso di appartenenza di tutti i cittadini allo Stato e di
tutto lo Stato ai cittadini.
Proprio la repubblica è stata la scelta che ha dato origine al lavoro eccezionale dei padri
costituenti che diedero vita al prodotto più maturo di quel difficile periodo di divisioni, di
resistenza e di liberazione, ovvero la Costituzione. Ebbene sì, la costituzione più bella
del mondo probabilmente, ciò di cui ogni italiano dovrebbe essere fiero e grato, non
dimentico. No, forse no, “bella” non è l’aggettivo più adatto per descriverla. La dignità, la
libertà, l’uguaglianza, la tutela, il ripudio della guerra, il lavoro, non sono semplicemente
belli, sono molto di più. Sono come aria, che manca e soffoca quando viene sottratta.
Questi sono i principi fondamentali della nostra costituzione, espressi nei suoi primi
articoli, oggi qui di fronte a voi vorrei riportare l’articolo 21, che cita:
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto
e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. …”
E ancora:
“… Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni
contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a
reprimere le violazioni.”
Questo articolo sancisce la libertà di pensiero, di opinione e la libertà di renderla pubblica
ed è grazie a questo se noi oggi siamo qui, se possiamo manifestare le nostre idee e se
ne possiamo discutere. Tutto questo per molto tempo sarebbe stato impossibile,
impensabile, anzi, era anche motivo di persecuzioni e di repressioni.
Con amarezza però non nascondo che sempre più spesso ci stiamo rendendo conto
della non completa osservanza di questo articolo come altri, quasi una sorta di
regressione ma proprio qui credo stia la forza e il dovere dei giovani.
In tre azioni sento di poter riassumere il nostro impegno sociale: “conoscere”, “rispettare”
e “amare”.
In primis dobbiamo “conoscere”, questo è nostro diritto e nostro dovere. Dobbiamo
conoscere la nostra Costituzione, dobbiamo conoscere tutti i sacrifici fatti per poterci
arrivare e dobbiamo conoscere ciò che noi possiamo fare.
Notevole è la rinnovata attenzione che soprattutto in questi anni la scuola sta ponendo
verso suddetto tema e per questo sento di dover ringraziare tutta l’amministrazione
scolastica.
La seconda azione di cui parlavo è “rispettare”, consequenziale alla conoscenza solo il
rispetto ci può essere. Rispetto di ciò che ci è stato affidato quasi come un dono.
Infine “amare”. Sì, può sembrare strano come verbo per questa circostanza, ma quando
si parla del prossimo, del nostro impegno verso il prossimo, solo di amore si sta
parlando.
Festeggiare la Repubblica significa, tra le altre cose, aspirare ad essere i suoi migliori
sostenitori e se i migliori “supporters” della nostra Repubblica saremo noi giovani, allora
nessuno potrà mai temere che essa non abbia lunga vita, non perché beneficerà della
nostra età anagrafica, ma perché potrà contare sull’entusiasmo, sul calore e sullo
spiccato senso di giustizia che in noi è connaturato e che solo noi, ci auguriamo, saremo
in grado di trasformare in concretezza. Grazie