Le nuove pagelle degli statali
Inviato: gio gen 04, 2018 2:45 pm
Le nuove pagelle degli statali: conta anche la "customer satisfaction"
Pubblicate sul sito della Funzione Pubblica le nuove linee guida per la valutazione dei dipendenti della P.A. Tra le novità, oltre al voto degli utenti, la responsabilità di gruppo, l'autovalutazione e il coinvolgimento delle figure intermedie. Ma c'è il rischio che sia complicato arrivare a meccanismi trasparenti ed efficaci, e che si torni ai "premi a pioggia"
di ROSARIA AMATO
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04 Gennaio 2018
Il professor Carlo Dell'Aringa
ROMA - Un "Ciclo della performance" che parte da un piano che fissa gli obiettivi triennali, ma passa anche per la misurazione annuale, mettendo a punto un giudizio ragionato che utilizza come supporto anche le "indagini di customer satisfaction". Nella Pubblica Amministrazione cambia il sistema di attribuzione dei premi di risultato, le nuove linee guida sono molto più flessibili rispetto alla legge Brunetta e coinvolgono in misura maggiore l'utenza. Il documento di 32 pagine, pubblicato alcuni giorni fa, sembra però un po' lontano dall'aver centrato il proprio obiettivo, la semplificazione: il nuovo meccanismo appare comunque complesso, e il rischio è che si cada nuovamente nei premi a pioggia.
Le norme si applicano solo ai ministeri, anche se il documento dà delle indicazioni che potranno anche essere utilizzati per le altre pubbliche amministrazioni, una volta che anche gli altri comparti avranno firmato i contratti (per il momento è stato rinnovato solo quello degli statali).
Oltre al coinvolgimento degli utenti, le altre novità importanti sono la contrattazione con i sindacati per la definizione dei criteri e il la collettivizzazione degli obiettivi, che sono più della squadra che del singolo dipendente. "Si introduce un meccanismo di controllo sociale - osserva Carlo Dell'Aringa, deputato Pd, professore di Economia Politica all'Università Cattolica ed ex presidente dell'Aran (l'Agenzia per la rappresentanza negoziale della Pubblica Amministrazione) - per cui non si è responsabili solo del proprio operato, ma anche del controllo esercitato sull'operato del vicino".
Nonostante i nuovi criteri appaiono farraginosi quanto i precedenti (che però legavano i premi di risultato a quote predederminate per legge, a prescindere poi dai risultati effettivi), la nuova normativa "vorrebbe essere una semplificazione rispetto alla legge Brunetta", assicura Dell'Aringa, e soprattutto una decentralizzazione. "I criteri vengono lasciati alle singole amministrazioni. Certo poi vanno contrattati anche con i sindacati, che di solito hanno una forte preferenza per i premi proporzionali e indifferenziati, però si abbandonano i criteri centralistici, aprendo a una maggiore responsabilizzazione". Il coinvolgimento dell'utenza certo, ammette l'economista, "potrebbe dar luogo a rischi di opportunismo", soprattutto in settori come la scuola e l'università. D'altra parte è difficile affidare la valutazioni a parti terze, come sarebbe meglio: questo non avviene neanche nel privato.
In compenso però adesso la valutazione dei dipendenti non sarà affidata solo al superiore gerarchico, ma verranno coinvolte anche "figure intermedie", spiega il decreto, "a condizione che abbiano diretta visibilità sulla prestazione del valutato. Le linee guida danno anche spazio all'autovalutazione, di cui comunque bisognerà tenere conto.
Pubblicate sul sito della Funzione Pubblica le nuove linee guida per la valutazione dei dipendenti della P.A. Tra le novità, oltre al voto degli utenti, la responsabilità di gruppo, l'autovalutazione e il coinvolgimento delle figure intermedie. Ma c'è il rischio che sia complicato arrivare a meccanismi trasparenti ed efficaci, e che si torni ai "premi a pioggia"
di ROSARIA AMATO
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04 Gennaio 2018
Il professor Carlo Dell'Aringa
ROMA - Un "Ciclo della performance" che parte da un piano che fissa gli obiettivi triennali, ma passa anche per la misurazione annuale, mettendo a punto un giudizio ragionato che utilizza come supporto anche le "indagini di customer satisfaction". Nella Pubblica Amministrazione cambia il sistema di attribuzione dei premi di risultato, le nuove linee guida sono molto più flessibili rispetto alla legge Brunetta e coinvolgono in misura maggiore l'utenza. Il documento di 32 pagine, pubblicato alcuni giorni fa, sembra però un po' lontano dall'aver centrato il proprio obiettivo, la semplificazione: il nuovo meccanismo appare comunque complesso, e il rischio è che si cada nuovamente nei premi a pioggia.
Le norme si applicano solo ai ministeri, anche se il documento dà delle indicazioni che potranno anche essere utilizzati per le altre pubbliche amministrazioni, una volta che anche gli altri comparti avranno firmato i contratti (per il momento è stato rinnovato solo quello degli statali).
Oltre al coinvolgimento degli utenti, le altre novità importanti sono la contrattazione con i sindacati per la definizione dei criteri e il la collettivizzazione degli obiettivi, che sono più della squadra che del singolo dipendente. "Si introduce un meccanismo di controllo sociale - osserva Carlo Dell'Aringa, deputato Pd, professore di Economia Politica all'Università Cattolica ed ex presidente dell'Aran (l'Agenzia per la rappresentanza negoziale della Pubblica Amministrazione) - per cui non si è responsabili solo del proprio operato, ma anche del controllo esercitato sull'operato del vicino".
Nonostante i nuovi criteri appaiono farraginosi quanto i precedenti (che però legavano i premi di risultato a quote predederminate per legge, a prescindere poi dai risultati effettivi), la nuova normativa "vorrebbe essere una semplificazione rispetto alla legge Brunetta", assicura Dell'Aringa, e soprattutto una decentralizzazione. "I criteri vengono lasciati alle singole amministrazioni. Certo poi vanno contrattati anche con i sindacati, che di solito hanno una forte preferenza per i premi proporzionali e indifferenziati, però si abbandonano i criteri centralistici, aprendo a una maggiore responsabilizzazione". Il coinvolgimento dell'utenza certo, ammette l'economista, "potrebbe dar luogo a rischi di opportunismo", soprattutto in settori come la scuola e l'università. D'altra parte è difficile affidare la valutazioni a parti terze, come sarebbe meglio: questo non avviene neanche nel privato.
In compenso però adesso la valutazione dei dipendenti non sarà affidata solo al superiore gerarchico, ma verranno coinvolte anche "figure intermedie", spiega il decreto, "a condizione che abbiano diretta visibilità sulla prestazione del valutato. Le linee guida danno anche spazio all'autovalutazione, di cui comunque bisognerà tenere conto.