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Processato Luca Claudio per bancarotta fraudolenta

MessaggioInviato: dom dic 24, 2017 4:56 pm
da lidia.pege
La procura di Padova: «Processate Luca Claudio per bancarotta fraudolenta»

L’ex sindaco ancora nei guai per il fallimento del Caesar di Montegrotto Da amministratore unico dell’hotel avrebbe distratto circa 400 mila euro

di Cristina Genesin 22 dicembre 2017
ABANO TERME. Nuovo guaio giudiziario per l’ex sindaco delle Terme Luca Claudio. Il pubblico ministero Roberto D’Angelo ha chiesto di processarlo per bancarotta fraudolenta (la distrazione di una somma complessiva pari a 392.416 euro), documentale e preferenziale in seguito al fallimento dell’hotel Caesar Terme, con sede a Montegrotto Terme in via San Mauro 19, pronunciata dal tribunale il 4 dicembre 2008. Con lui rischia di finire sul banco degli imputati anche il proprietario dell’epoca Maurizio Crea.

La società che gestiva l’albergo (Hotel Caesar Terme srl) ha avuto come amministratore unico dall’11 gennaio 2006 fino al fallimento l’allora sindaco del Comune di Montegrotto Luca Claudio. Nel bilancio di esercizio 2007 la srl aveva dichiarato una perdita di 2.149.232 euro e debiti per 5.447.259 euro. Durante lo stato di insolvenza Claudio e Crea avrebbero distratto 78 mila euro attraverso un’operazione di giroconto di 370 mila euro per il pagamento di clienti e fornitori. Operazione stornata con l’importo minore di 297 mila euro e indicata come “giroconto per registrazioni anno 2004 per errata imputazione”.

Altri 50 mila euro sarebbe stati distratti attraverso un analogo giroconto della somma 300 mila euro stornata con l’importo minore di 250 mila e qualificata sempre come “rettifica per errata imputazione”; infine altri 37.480 e 296.936 tramite prelievi ingiustificati. I due avrebbero pagato alcuni professionisti in via preferenziale (compresa Unindustria Padova per 8.500 euro e la Federazione italiana Gioco Bridge per 1.200 euro), mantenendo per se stessi lo stipendio di 3 mila euro mensili (Claudio) e 2.200 (Crea). Inoltre avrebbero distrutto la contabilità in modo da rendere impossibile la ricostruzione del movimento affari, creando anche una riserva straordinaria nel patrimonio netto del bilancio per fornire una falsa rappresentazione della situazione contabile con la voce patrimoniale “credito verso socio controllante” pari a 1.715.000 euro. In realtà si trattava di crediti mai incassati e usati per azzerare perdite di esercizio molto rilevanti. In questo modo pur con i debiti crescenti (un passività di 5.830.000 euro) non pagati per mancanza di liquidità, l’attività proseguiva. Infine sempre Claudio e Crea sono accusati di non aver chiesto il fallimento, pur in presenza di un azzeramento del patrimonio netto della società e di enormi perdite pari a 548.531 euro nel 2001, 391.105 nel 2004, 249.969 nel 2005, 568.629 nel 2006, 2.149.232 nel 2007.

Il 6 novembre scorso Luca Claudio era stato trasferito nel carcere milanese di San Vittore per scontare il residuo del cumulo di condanne diventate definitive (3 anni, un mese e 7 giorni): era stato ritenuto responsabile dell’oliato sistema tangentizio da un decennio applicato nei Comuni di Montegrotto e Abano dove ogni lavoro pubblico era soggetto a una “dazione” del 10 per cento. L’ordine di carcerazione gli era stato notificato nel suo ufficio dell’Espresso Hotel Milano Darsena, dove era stato nominato da pochissimi giorni manager al vertice della struttura. Il 20 dicembre 2016 Claudio patteggiò 4 anni di carcere, in seguito alla
prima inchiesta avviata nei suoi confronti per induzione indebita a dare o promettere utilità (concussione per induzione), corruzione, concussione e turbativa d’asta. Pena ridotta dalla Cassazione a 3 anni, 11 mesi e 15 giorni di carcere ritenendo prescritte alcune tangenti.