Padova maglia nera per Pm10 in Veneto
Inviato: sab nov 04, 2017 2:47 pm
Padova maglia nera per Pm10 in Veneto
Già superato il record 2016. Legambiente: «Ora misure forti»
PADOVA. Un giorno per respirare, due con il fiato corto, costretti a inalare polveri e veleni, immersi nello smog senza vedere né il cielo, né la fine dell’emergenza.
Ottobre è appena passato alla storia come uno dei mesi più neri per l’aria della città, fuorilegge per venti giorni su trentuno e quasi mai, nei restanti undici, abbastanza pulita da restituirci il piacere di respirare a pieni polmoni.
Per Padova, che con le Pm10 e gli altri inquinanti deve fare i conti da almeno tre lustri, il 2017 rischia di essere l’anno del record per lo smog. Con i venti superamenti del limite di Pm10 registrati a ottobre, il totale dall’inizio dell’anno è salito a 67.
E questo impone di prendere atto di almeno altre due facce dell’emergenza. I 66 sforamenti del limite giornaliero (50 microgrammi per metro cubo) totalizzati nel 2016 sono già stati battuti, con due mesi d’anticipo sul traguardo, a riprova di una situazione che volge al peggio nonostante qualche provvedimento-tampone.
Seconda conseguenza: se da qui a fine anno il meteo non sarà propizio - intendendo come tale un’abbondanza di fenomeni “pulenti” come pioggia e vento - c’è la concreta possibilità di superare perfino i 92-93 giorni neri del periodo 2010-2011.
Dunque di stabilire un nuovo primato assoluto da quando esistono i moderni metodi di misurazione e da qualdo le centraline Arpav hanno la collocazione attuale.
«È assolutamente preoccupante che con due mesi di anticipo il 2017 abbia già fatto segnare più superamenti del limite di legge giornaliero di quelli complessivamente totalizzati in tutto il 2016», denuncia Lucio Passi, portavoce di Legmbiente.
«Per legge, i giorni di superamento del limite non posso essere più di 35, siamo già praticamente al doppio. È un’emergenza che richiede di essere trattata come tale. L’amministrazione comunale non può ignorarla e deve dare segnali importanti. Siamo preoccupati per i prossimi mesi, anche alla luce dei deboli provvedimenti di limitazione del traffico - prima fonte di emissione di Pm10 - deliberati dall’amministrazione».
Legambiente chiede una risposta immediata e una politica lungimirante: «È fondamentale che chi ha le deleghe all’Ambiente e alla Mobilità collabori per avviare misure strutturali sulla mobilità urbana, disincentivando seriamente il traffico privato e promuovendo modalità sostenibili di trasporto.
Dalla malattia dello smog si può uscire», conclude Passi, «e gli ingredienti della ricetta sono alberi che tornano a essere i protagonisti del centro e delle periferie, una ciclabilità diffusa, potenziamento dei mezzi pubblici utilizzando gli introiti derivati dalle multe degli autovelox e forme di tariffazione per scoraggiare l’utilizzo delle auto, organizzazione del car pooling urbano (auto condivise), potenziamento di car e bici sharing».
Tra i record negativi, infine, va aggiunto anche il primato regionale. Padova è infatti la città più inquinata del Veneto, precedendo Vicenza (66 sforamenti), Venezia (65), Treviso (58), Rovigo (53), Verona (52) e Belluno (7).
Cristiano Cadoni02 novembre 2017mattino
Già superato il record 2016. Legambiente: «Ora misure forti»
PADOVA. Un giorno per respirare, due con il fiato corto, costretti a inalare polveri e veleni, immersi nello smog senza vedere né il cielo, né la fine dell’emergenza.
Ottobre è appena passato alla storia come uno dei mesi più neri per l’aria della città, fuorilegge per venti giorni su trentuno e quasi mai, nei restanti undici, abbastanza pulita da restituirci il piacere di respirare a pieni polmoni.
Per Padova, che con le Pm10 e gli altri inquinanti deve fare i conti da almeno tre lustri, il 2017 rischia di essere l’anno del record per lo smog. Con i venti superamenti del limite di Pm10 registrati a ottobre, il totale dall’inizio dell’anno è salito a 67.
E questo impone di prendere atto di almeno altre due facce dell’emergenza. I 66 sforamenti del limite giornaliero (50 microgrammi per metro cubo) totalizzati nel 2016 sono già stati battuti, con due mesi d’anticipo sul traguardo, a riprova di una situazione che volge al peggio nonostante qualche provvedimento-tampone.
Seconda conseguenza: se da qui a fine anno il meteo non sarà propizio - intendendo come tale un’abbondanza di fenomeni “pulenti” come pioggia e vento - c’è la concreta possibilità di superare perfino i 92-93 giorni neri del periodo 2010-2011.
Dunque di stabilire un nuovo primato assoluto da quando esistono i moderni metodi di misurazione e da qualdo le centraline Arpav hanno la collocazione attuale.
«È assolutamente preoccupante che con due mesi di anticipo il 2017 abbia già fatto segnare più superamenti del limite di legge giornaliero di quelli complessivamente totalizzati in tutto il 2016», denuncia Lucio Passi, portavoce di Legmbiente.
«Per legge, i giorni di superamento del limite non posso essere più di 35, siamo già praticamente al doppio. È un’emergenza che richiede di essere trattata come tale. L’amministrazione comunale non può ignorarla e deve dare segnali importanti. Siamo preoccupati per i prossimi mesi, anche alla luce dei deboli provvedimenti di limitazione del traffico - prima fonte di emissione di Pm10 - deliberati dall’amministrazione».
Legambiente chiede una risposta immediata e una politica lungimirante: «È fondamentale che chi ha le deleghe all’Ambiente e alla Mobilità collabori per avviare misure strutturali sulla mobilità urbana, disincentivando seriamente il traffico privato e promuovendo modalità sostenibili di trasporto.
Dalla malattia dello smog si può uscire», conclude Passi, «e gli ingredienti della ricetta sono alberi che tornano a essere i protagonisti del centro e delle periferie, una ciclabilità diffusa, potenziamento dei mezzi pubblici utilizzando gli introiti derivati dalle multe degli autovelox e forme di tariffazione per scoraggiare l’utilizzo delle auto, organizzazione del car pooling urbano (auto condivise), potenziamento di car e bici sharing».
Tra i record negativi, infine, va aggiunto anche il primato regionale. Padova è infatti la città più inquinata del Veneto, precedendo Vicenza (66 sforamenti), Venezia (65), Treviso (58), Rovigo (53), Verona (52) e Belluno (7).
Cristiano Cadoni02 novembre 2017mattino