Dopo l'omicidio di Daphne Caruana Galizia non si deve smettere di cercare la verità
L'editoriale di questa settimana è firmato da tutta la redazione dell'Espresso. Che vuole esprimere non solo cordoglio ma anche solidarietà civile alla collega maltese uccisa
Il giornalismo è in lutto. La morte di Daphne Caruana Galizia è un atto barbaro che manda un messaggio a tutti noi. Rispondiamo andando avanti, nel suo nome, a fare il nostro lavoro. Con nuove inchieste. Senza paura. Daphne è stata uccisa il 16 ottobre nell’esplosione della sua auto, dopo che aveva denunciato alla polizia minacce di morte che provenivano da quel “mondo di mezzo” che lega il potere economico e i suoi anfratti più lugubri, attraverso la corruzione, a mafia e criminalità. Un potere sordido che si è scagliato contro chi ha come unica colpa l’avere raccontato la verità. Mamma di tre figli, 53 anni, viveva a Bidnija, un borgo di Mosta, a nord-est di La Valletta. Era la più famosa giornalista d’inchiesta maltese. L’Espresso aveva fatto emergere la sua professionalità fuori dall’isola, quando Daphne aveva raccontato casi di corruzione che hanno incrociato il lavoro dei nostri giornalisti su Malta Files, l’inchiesta che sei mesi fa aveva scoperchiato il paradiso fiscale di potenti, industriali e faccendieri.
Dopo avere documentato e rivelato al mondo uno scandalo di petrolio e tangenti pagate dal regime dell’Azerbaijan ai vertici del governo, coinvolgendo la moglie del premier Joseph Muscat. Grazie anche al suo giornalismo sappiamo oggi come l’isola dell’Unione europea, famosa solo per le polemiche sui migranti, si sia trasformata in qualcosa di tetro. Luogo dove impera il traffico di droga e ciò che porta con sé. Ora Daphne è morta. Ma non può essere morta invano. Per questo i giornalisti de L’Espresso firmano insieme questo appello. Un appello a chi ha a cuore la verità, conscio o meno di quanto costi indagare, cercando di fare luce dove il potere vorrebbe ombra. Di quanto costi il giornalismo autentico a chi vuole raccontare i fatti. Ciao Daphne. Continueremo a farlo. Non ti lasceremo sola.
espresso 20.10.17