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Tangenti alle Terme 3 nuovi episodi

MessaggioInviato: gio feb 16, 2017 12:45 pm
da lidia.pege
ABANO TERME. Arriva al capolinea anche il terzo troncone dell’inchiesta sulla corruzione alle Terme con nuove contestazioni nei confronti di quattro indagati, già protagonisti della prima e della seconda tranche dell’indagine che ha smantellato il solido sistema di tangenti ideato e messo a punto dall’ex sindaco Luca Claudio, al vertice dalla macchina mangiasoldi e ancora detenuto nel carcere di Padova dopo un patteggiamento a quattro anni.

Il nuovo giro di mazzette riguarda tre episodi che coinvolgono l’ex presidente del consiglio comunale di Abano, l’architetto Michele Galesso, 54 anni (difensore il penalista Giorgio Gargiulo); l’ex sindaco di Montegrotto Massimo Bordin, 56 (avvocato Ferdinando Bonon); l’imprenditore Luciano Pistorello, 53 (difensore il professor Alberto Berardi); e l’architetto Maurizio Spadot, 63 (avvocato Paolo Vicentini). Contestati i reati di concorso nell’induzione indebita a dare e o a promettere utilità per atti contrari ai doveri d’ufficio (concussione per induzione) e corruzione per atti d’ufficio.

Gli accertamenti sono stati completati e il pubblico ministero Federica Baccaglini, che aveva dato il via alla complessa indagine un anno e mezzo fa, ha chiuso formalmente il terzo filone d’inchiesta, atto preliminare alla richiesta di rinvio a giudizio per i quattro indagati. Lo scorso dicembre tutti avevano già patteggiato per i due precedenti tronconi d’indagine: Galesso e Pistorello 1 anno e 8 mesi a testa (il primo ha restituito una mazzetta di 50 mila euro incassata nel 2013); Bordin 3 anni e 2 mesi e Spadot 1 anno e 3 mesi.

Ecco i nuovi fatti.

Primo episodio. È il giugno 2012. L’imprenditore Luciano Pistorello, titolare di una nota impresa di costruzioni (la Pistorello Spa, con specializzazione nella realizzazione di strade e manufatti stradali e nelle bonifiche ambientali), non riesce a ottenere i permessi previsti per la costruzione di alcuni immobili di proprietà di privati.

Dopo vari tentativi andati a vuoto, decide di rivolgersi direttamente al sindaco Claudio che è chiarissimo: «Io ti dò una mano, ma tu mi devi essere riconoscente con 12 mila euro». Il denaro viene consegnato dall’imprenditore in due tranche nelle mani del presidente del Consiglio comunale Michele Galesso che già aveva fatto da esattore per conto del primo cittadino incassando (sempre da Pistorello) una mazzetta da 5 mila euro “come contributo per la campagna elettorale”.

La prima tranche di 6 mila euro arriva a destinazione a giugno, la seconda a settembre. Galesso non trattiene nulla per sé e gira tutto al “suo” sindaco”. Poi, come d’incanto, il permesso di costruire viene rilasciato. I due devono rispondere di concussione per induzione. Claudio è già stato spedito a processo per quest’episodio (udienza il 3 aprile).

Secondo episodio. Sempre Pistorello non riesce mai a essere invitato a una delle gare per l’affidamento diretto di lavori di manutenzione stradali nel Comune di Montegrotto. È la fine del 2014 e l’imprenditore affronta il sindaco Bordin che risponde senza perifrasi: «Tu non sei disponibile a pagare... Ecco perché non vieni invitato».

A sorpresa, nella successiva gara Pistorello viene ammesso a partecipare. E si aggiudica pure i lavori. Bordin va subito all’incasso e reclama prima 10 mila euro, il prezzo è scontato e la richiesta scende a 5 mila. Pistorello promette ma – sostiene – di non aver mai pagato: è ritenuto credibile in quanto ha squarciato il velo su queste nuove tangenti. Anche in questo caso viene contestata la concussione per induzione.

Terzo episodio. È il 3 giugno 2016, mancano appena due giorni alle elezioni amministrative (primo turno) dalle quali uscirà di nuovo vincente (al ballottaggio) Luca Claudio. E mancano pochi giorni al blitz che, il 23 giugno, farà scattare la prima ondata di arresti per le tangenti alle Terme (Claudio, Bordin e altri tre imprenditori).

Le telecamere degli inquirenti (la Guardia di finanza) riprendono il dirigente dell’Ufficio tecnico di Abano Spadot mentre incassa una mazzetta (valore 800 euro) da un professionista «per compiere un atto del suo ufficio». Ovvero il rilascio del permesso di costruire alcune residenze commissionate da un’impresa edile. Che, fino a quel giorno, non era mai riuscita ad avere quel permesso. Per averlo, bisognava pagare
16 febbraio 2017 Mattino