Alla sbarra Ermanno Pegoraro barista e fedelissimo di C
Inviato: mar feb 07, 2017 2:45 pm
«Temevo il licenziamento» (Il Gazzettino)
Alla sbarra Ermanno Pegoraro barista e fedelissimo di Luca Claudio
Violenza sessuale. La testimonianza della vittima davanti ai giudici
(Marco Aldighieri)
Il processo a Ermanno Pegoraro, il barista aponense accusato di violenza sessuale, ieri si è arricchito della testimonianza della vittima. La donna, una ex dipendente, davanti ai giudici del tribunale collegiale ha ricordato di avere subito le attenzioni del commerciante tra il giugno e il dicembre del 2013. «Veniva dietro al bancone del locale – ha dichiarato – e mi toccava le parti intime. Con il passare del tempo è diventato sempre più insistente. In alcune occasioni ho reagito, ma temevo di perdere il posto di lavoro». Sempre ieri mattina i giudici hanno ascoltato anche la testimonianza di un amico d’infanzia del barista, che ha sottolineato come in più di una occasione gli aveva detto di smetterla di importunare la sua dipendente. E anche di un medico psichiatra del centro di igiene mentale di Montegrotto, che ha ricordato di avere avuto in cura la vittima nell’ottobre del 2013 a causa di uno stato d’ansia dovuto, probabilmente, alle continue avances del suo datore di lavoro. Quando il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali non era ancora legge, Ermanno Pegoraro, 46enne esercente aponense, fedelissimo dell’ex sindaco Luca Claudio, aveva messo il suo locale a disposizione di gay e lesbiche. Il bar Coffee & Play di via Nazioni Unite avrebbe dovuto fornire inoltre l’ambientazione alle riprese di un film su Fabrizio Corona. Nel locale che ha ospitato pure numerose iniziative in occasione delle Notti Rosa alle Terme, con gruppi di ballerine brasiliane in prima fila, si sarebbero però verificate scene poco edificanti. Con lo stesso Pegoraro protagonista in senso negativo. L’esercente, già consigliere comunale con delega alla Sicurezza nella passata legislatura e tra i dieci dimissionari dopo l’arresto di Claudio e finito anche lui tra gli indagati nella tangentopoli delle terme, è stato rinviato a giudizio per violenza sessuale e atti osceni in luogo pubblico. Vittima delle sue attenzioni particolari sarebbe stata una ex dipendente del bar, una trentasettenne di origini sarde, residente nella città termale. È stata lei a denunciare Pegoraro dopo aver subìto molestie per un arco di tempo di quattro mesi. La donna sarebbe stata costretta a sopportare palpeggiamenti al seno e al sedere, anche davanti agli avventori. Inutile ogni tentativo di ribellione. Pegoraro le avrebbe più volte ricordato chi comanda dentro al Coffee & Play utilizzando una frase minacciosa di questo tenore: «Se vuoi lavorare è così e io faccio come mi pare».
7 febbraio 2017
Alla sbarra Ermanno Pegoraro barista e fedelissimo di Luca Claudio
Violenza sessuale. La testimonianza della vittima davanti ai giudici
(Marco Aldighieri)
Il processo a Ermanno Pegoraro, il barista aponense accusato di violenza sessuale, ieri si è arricchito della testimonianza della vittima. La donna, una ex dipendente, davanti ai giudici del tribunale collegiale ha ricordato di avere subito le attenzioni del commerciante tra il giugno e il dicembre del 2013. «Veniva dietro al bancone del locale – ha dichiarato – e mi toccava le parti intime. Con il passare del tempo è diventato sempre più insistente. In alcune occasioni ho reagito, ma temevo di perdere il posto di lavoro». Sempre ieri mattina i giudici hanno ascoltato anche la testimonianza di un amico d’infanzia del barista, che ha sottolineato come in più di una occasione gli aveva detto di smetterla di importunare la sua dipendente. E anche di un medico psichiatra del centro di igiene mentale di Montegrotto, che ha ricordato di avere avuto in cura la vittima nell’ottobre del 2013 a causa di uno stato d’ansia dovuto, probabilmente, alle continue avances del suo datore di lavoro. Quando il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali non era ancora legge, Ermanno Pegoraro, 46enne esercente aponense, fedelissimo dell’ex sindaco Luca Claudio, aveva messo il suo locale a disposizione di gay e lesbiche. Il bar Coffee & Play di via Nazioni Unite avrebbe dovuto fornire inoltre l’ambientazione alle riprese di un film su Fabrizio Corona. Nel locale che ha ospitato pure numerose iniziative in occasione delle Notti Rosa alle Terme, con gruppi di ballerine brasiliane in prima fila, si sarebbero però verificate scene poco edificanti. Con lo stesso Pegoraro protagonista in senso negativo. L’esercente, già consigliere comunale con delega alla Sicurezza nella passata legislatura e tra i dieci dimissionari dopo l’arresto di Claudio e finito anche lui tra gli indagati nella tangentopoli delle terme, è stato rinviato a giudizio per violenza sessuale e atti osceni in luogo pubblico. Vittima delle sue attenzioni particolari sarebbe stata una ex dipendente del bar, una trentasettenne di origini sarde, residente nella città termale. È stata lei a denunciare Pegoraro dopo aver subìto molestie per un arco di tempo di quattro mesi. La donna sarebbe stata costretta a sopportare palpeggiamenti al seno e al sedere, anche davanti agli avventori. Inutile ogni tentativo di ribellione. Pegoraro le avrebbe più volte ricordato chi comanda dentro al Coffee & Play utilizzando una frase minacciosa di questo tenore: «Se vuoi lavorare è così e io faccio come mi pare».
7 febbraio 2017