“Migranti, l’allarmismo è un danno d’immagine” (Il Gazzettino)
Presa di posizione di Federalberghi sulle proteste per il 1. Roc
E_Boaretto
Due stufette e un gruppo elettrogeno per affrontare il termometro in picchiata nelle ore notturne. Nonostante le temperature rigidissime di questi giorni, il comitato Abano Dice No continua nel presidio permanente di fronte ai cancelli dell’ex base del 1. Roc di Giarre.
«Il freddo non ci ferma, siamo attrezzati per affrontarlo assicura il presidente Maurizio Tentori – Ci siamo anche organizzati perché il gazebo non rimanga sguarnito neppure per un minuto. Tre persone sono sempre presenti, dandosi il cambio ogni quattro ore. Io, per esempio, oggi (ieri per chi legge, ndr) sono smontato alle sei del mattino. Abbiamo con noi caffè caldo e cibarie».
Non tutte le notti, però, passano tranquille e un po’ monotone a montare la guardia davanti all’ex base. «A volte continua Tentori subiamo qualche piccola azione di disturbo da parte di gente che, evidentemente, non ha altro da fare: automobilisti che passano suonando il clacson oppure che ci puntano i fari addosso e poi si allontanano velocemente».
Se il comitato teme che il 1. Roc torni a essere compreso fra i siti in grado di accogliere i profughi, più articolata è la posizione dell’Associazione albergatori che mette in guardia contro eccessivi allarmismi, considerato che ancora nulla è stato deciso né tantomeno ufficializzato. «In questi mesi è stato continuo, anche quando apparentemente silenzioso, l’interesse di Federalberghi Terme Euganee verso il possibile e paventato arrivo dei migranti dichiara il presidente del sodalizio Emanuele Boaretto – Stiamo ricevendo rassicurazioni in merito e siamo in costante contatto con Prefettura, Regione Veneto e Governo. Auspico, pertanto, che possano concludersi in fretta questi procurati allarmi, senza strumentalizzazioni che non fanno il bene né della collettività né dell’economia. C’è un can can spropositato quando ancora di migranti non ne sono stati accolti. Questo ci porta a pagare in termini turistici le stesse conseguenze dell’avere effettivamente i profughi in casa in gran numero. Mettendo in cattiva luce la nostra destinazione turistica, quando in realtà, finora, fortunatamente il problema non si è presentato».
“Agrifin, interessi da verificare”
Il deputato Vanessa Camani del Pd interviene sul ricorso della società
«Sarebbe interessante capire quali siano davvero gli interessi di Agrifin per il 1. Roc. Ancora nessuno ha risposto nel merito per spiegare quella cartellina che abbiamo trovato in Comune con su scritto “Accordo di programma Hotel Centrale – Caserma”».
Così il deputato Vanessa Camani, del Partito Democratico, sul ricorso al Tar proposto dalla Srl aponense degli imprenditori Roberto Rigodanzo, Ivano Baggio e Aldo Borile contro il recesso dell’ente dal protocollo d’intesa per l’ex base dell’esercito. Il dismesso Hotel Centrale è di proprietà del Gruppo Borile, e la realizzazione a spese del Comune della nuova caserma dei Carabinieri era il fondamento del protocollo siglato dalla precedente amministrazione con l’Agenzia del Demanio e il Ministero della Difesa.
«Non sarebbe una novità, visto che si tratta di una cosa gestita dall’ex sindaco Luca Claudio – continua Vanessa Camani – che ci fossero intese che non conosciamo. Non vorrei che l’iniziativa del ricorso sia un tentativo di cavalcare la paura che il 1. Roc sia trasformato in centro di accoglienza. Una ipotesi che da mesi hanno smentito tutte le autorità competenti. Sarebbe più interessante e utile che si aprisse un largo e approfondito dibattito su cosa fare di quell’area».
Nel giudizio davanti al Tar le ragioni del recesso del Comune dal protocollo saranno difese dall’avvocato Thomas Stragliotto del Foro di Padova, quelle di Agrifin Srl dall’avvocato Paolo Neri, dello studio legale Domenichelli e Associati.
9 gennaio 2017