Feste, film e tanto cemento

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Feste, film e tanto cemento

Messaggioda lidia.pege » gio dic 29, 2016 11:54 pm

Feste, film e tanto cemento: i 15 anni del “re” delle Terme (Il Gazzettino)

La parabola di un sindaco rimasto accomando senza partiti capace di essere eletto in due Comuni diversi anche da indagato
(Lucio Piva)
Comando, quindi sono. Peccato che nessuno possa diventare in appena tre lustri l’imperatore delle Terme se non sappia, oltre a comandare, creare anche consenso e immagine. Chissà se Luca Claudio, diventando a sorpresa sindaco di Montegrotto per la prima volta 15 anni fa, avesse davvero chiaro tutto questo. Che possedesse i numeri per sfondare lo sapeva bene il suo mentore, Massimo Bordin, per anni suo braccio destro e compagno di avventure politiche e disavventure giudiziarie. Fu lui a inventarlo come sindaco. Ignaro che spesso l’allievo supera il maestro. Claudio infatti ci ha messo pochissimo ad interpretare, con l’abilità di un Fregoli, il ruolo di sindaco anticonformista e fuori dagli schemi. Coccolato da An, protetto dall’allora onnipotente Filippo Ascierto, ma pronto poi a sganciarsi dai partiti per voler incarnare da solo i valori più duri e puri della Destra, non ci ha messo molto a impadronirsi della scena. Distruggendo le scelte urbanistiche di chi l’ha preceduto, si è infatti guadagnato la fama di innovatore. Ricorrendo all’indebitamento ed esaltando la perequazione come strumento sistematico di trasformazione territoriale, ha presto incarnato il ruolo del sindaco del fare, antitetico dell’immobilismo.
È lui, infatti, in piena apoteosi del cemento, che innalza il nuovo Palasport, che costruisce tre altre strutture sportive, che rimodella il centro. È sempre lui che avvia con lo stesso sistema, la ciclopica lottizzazione dell’ex Zeus dall’importo di 2 milioni e mezzo di euro con i quali ristruttura villa Draghi. La gente lo ama. Rendendolo quasi un idolo proprio per la sistematicità e facilità con cui infrange le regole, professandosi dalla parte della gente e non della politica. E per il giovanilismo di cui dà prova. Eccolo così nelle vesti del volontario dei vigili del fuoco e della protezione civile. E in quelle di protettore a suon di slogan razzisti della famiglia ed i valori contro la minaccia della clandestinità. Chi lo ama lo deve solo seguire. Peggio per i politici che osano criticarlo. E per i dipendenti recalcitranti alle decisioni, ben presto emarginati dalla falange di cui è al comando e con la quale nel 2006 riconquista in modo plebiscitario il comando della città.
L’equazione consenso uguale potere, torna allora in modo esatto. Specie quando Claudio, inaugurata in pompa magna la nuova circonvallazione delle Terme, comincia a pensare in grande, intensificando la ricerca di visibilità. Pur di farlo non esita di ingaggiare una controversia legale contro Napoli accusata di danneggiare con lo scandalo monnezza le presenze turistiche straniere. Nè ad improvvisarsi attore di cinema, in un set farsa, costato la denuncia al registra e produttore Massimo Gobbi. La fama di Uomo della Provvidenza, che parla attraverso il lavoro fatto lo porta così diventare nel 2011 il re di Abano, mentre il fido Bordin resta ad amministrare la filiale di Montegrotto. Claudio sfida vittoriosamente il verdetto della Cassazione che respinge il ricorso di chi lo vorrebbe incompatibile. Il consenso di cui gode è ora infinito specie dopo che le edizioni della sua Notte Rosa lo incoronano profeta di una città tolta ai vecchi e restituita ai giovani e quanti la vivono. Il suo comando è pieno, assoluto, inscalfibile. E quando comando significa potere e ricchezza nulla fa paura. Nemmeno l’avviso di garanzia per concussione, corruzione e turbativa d’asta che lo colpisce nella primavera del 2015, perché un anno dopo la maggioranza aponense lo rielegge sindaco contro tutto e contro tutti. Ma proprio come accade nei film a sorpresa sono stavolta i giudici a preparare i titoli di coda. Che scorrono velocemente quando l’ex re delle Terme, viene condotto in carcere. Troppo velocemente per chi come Claudio e quanti l’hanno seguito e sostenuto pensavano che la loro storia di consenso uguale a potere e ricchezza fosse davvero infinita.
29 dicembre 2016
Lidia Pege
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