Pagina 1 di 1

Negati i domiciliari a Luca Claudio

MessaggioInviato: gio dic 22, 2016 9:44 pm
da lidia.pege
Negati i domiciliari a Luca Claudio (Il Mattino)

Secco “no” del gup Tecla Cesaro alla richiesta avanzata dai difensori dopo il patteggiamento della pena a 4 anni
(Cristina Genesin)
Nessuna detenzione domiciliare per l’ex sindaco Luca Claudio: il beneficio concesso all’ex governatore (nonché ex ministro della Cultura) Giancarlo Galan per motivi di salute, non sfiora neppure quello che, fino al giugno scorso, era considerato il re delle Terme. Ieri il gup padovano Tecla Cesaro ha depositato il provvedimento: secco “no” alla richiesta avanzata da Claudio di poter scontare la detenzione a casa sua dopo il patteggiamento a 4 anni di carcere destinato a chiudere in primo grado il conto con la giustizia, almeno per quanto riguarda il primo troncone dell’inchiesta sulle tangenti alle Terme. L’istanza era stata presentata martedì dai difensori (il penalista Ferdinando Bonon e il professor Giovanni Caruso) prima che il giudice decidesse sulla congruità del patteggiamento. Giudice che non ha accolto la proposta dell’ex sindaco di cedere allo Stato 4 appartamenti, ma ha “benedetto” la richiesta del pm Federica Baccaglini che ha ottenuto il sequestro conservativo di 11 appartamenti intestati o rinconducibili a Luca Claudio, in quanto ritenuti frutto di attività illecite: il suo reddito risulta sproporzionato rispetto al patrimonio accumulato. In questi casi la normativa antimafia, consente di congelare i beni che, in caso di condanna definitiva, saranno confiscati dallo Stato. L’indagine fece scattare sei provvedimenti di restrizione della libertà personale (dal carcere agli arresti domiciliari) per 5 persone all’alba del 23 giugno scorso: da allora Luca Claudio è rinchiuso nella casa circondariale; il suo braccio destro (nonché ex sindaco di Montegrotto) finì agli arresti domiciliari. Tra i reati contestati a vario titolo: corruzione, concussione per induzione, turbativa d’asta e riciclaggio anche nei confronti di altre 18 persone indagate in stato di libertà. Sempre Claudio resta ancora indagato per la maxitangente da 280 mila euro chiesta all’imprenditore Luciano Pistorello vincitore della gara (taroccata) per la bonifica della discarica di Giarre. Infine si è aperto un terzo fronte d’indagine che riguarda la gara di assegnazione dell’appalto per la raccolta e il trasporto dei rifiuti. Ci sono già alcuni indagati per turbativa d’asta e per concussione per induzione (induzione indebita a dare o a promettere utilità).

Faggion: «Deve chiedere scusa alla città»
Talarico: «Lo attaccai per anni, mi minacciò»
(f.fr.)
«Sono estremamente dispiaciuto per i figli di Luca Claudio. Spesso i ragazzini fra di loro sono spietati e mi fa tenerezza cosa staranno provando ora. Credo che a maggior ragione l’ex sindaco debba chiedere scusa prima a loro, poi alla città e ai suoi amici, persone che ci hanno messo la faccia difendendolo a spada tratta fino a ieri». È secco il commento del vicecoordinatore provinciale di Forza Italia Davide Faggion alla mancata concessione dei domiciliari a Luca Claudio. «La scelta del giudice non mi sorprende, dato che è evidente che sotto c’è anche dell’altro», aggiunge Faggion. «La confisca dei beni e il patteggiamento provano la colpevolezza di Claudio». Fabio Tambozzo, segretario locale della Lega Nord, è laconico. «È giusto che Claudio rimanga in carcere dato quello che potrebbe ancora saltare fuori», spiega. «Una persona non può avere tutti quei beni con uno stipendio dichiarato negli ultimi anni da 27 mila a 40 mila euro. E quei beni, che sono stati giustamente sequestrati, non possono essere doni di famiglia».
«Sembra facile dire “lo avevamo detto”, ma così è. In 4 anni e mezzo di attività da consigliere comunale, ho rilevato e sottolineato, in tutti i modi e nelle sedi opportune, le evidenti anomalie del sistema amministrativo di Luca Claudio e Massimo Bordin», dice invece Sabrina Talarico di Grande Abano. «La chiarezza, durezza e continuità dei miei rilievi ha comportato, da parte di Claudio e Bordin, attacchi durissimi e offensivi alla mia persona e persino alla mia famiglia. Chiunque infastidisse il loro progetto, che la giustizia ha confermato essere ben lontano dal perseguimento del bene della collettività, è stato offeso e deriso, anche con lettere personali, pubbliche o anonime, pesantissime. Io e il nostro gruppo civico non ci siamo spaventati e abbiamo continuato la nostra battaglia di legalità e trasparenza fino alla fine e ne siamo fieri. I fatti ci hanno dato ragione. Le due città termali hanno vissuto un lungo periodo di malapolitica e malaffare, adesso bisogna rialzarsi e guardare al futuro». Flavio Manzolini di “Fare” di Flavio Tosi: «Se non sono stati concessi i domiciliari vuol dire che ci sono altre cose sotto» rileva.

22 dicembre 2016