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Appalto per i rifiuti, nuova lista di indagati

MessaggioInviato: dom dic 18, 2016 3:17 pm
da lidia.pege
Appalto per i rifiuti, nuova lista di indagati (Il Mattino)

Terzo filone d’inchiesta avviata dal pm Baccaglini con la Guardia di Finanza per la gara vinta da AcegasApsAmga
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Per ora l’ipotesi è di turbativa d’asta
(Cristina Genesin)
Si apre ufficialmente anche il terzo filone dell’inchiesta nell’ambito della complicata matassa della corruzione alle Terme. Riguarda l’assegnazione dell’appalto per la raccolta e il trasporto dei rifiuti vinto da AcegasApsAmga: una delle ipotesi di reato contestate è la turbativa d’asta.
La terza inchiesta. Dopo i sospetti e le prime sommarie verifiche, decolla il terzo troncone d’indagine con i primi nominativi finiti nel registro degli indagati. Nominativi tenuti rigorosamente coperti dalla procura: tuttavia è certo che si tratta pure di alcune persone già sul banco degli imputati in seguito alle prime due inchieste in via di definizione davanti al gup Tecla Cesaro per i reati di corruzione, concussione, turbativa d’asta e riciclaggio nel settore del Verde pubblico e della manutenzione stradale, oltreché per la riqualificazione della discarica di Giarre.
Il business dei rifiuti. Tutta la documentazione è già stata acquisita dalle Fiamme Gialle nel Comune di Abano. Nessuno ha parlato esplicitamente di anomalie nell’assegnazione di quella gara, ma gli investigatori non ci vedono chiaro: nella commissione aggiudicatrice c’erano il funzionario comunale aponense (ora sospeso) Guido Granuzzo, responsabile del settore Ambiente del Comune e responsabile unico del procedimento di gara, con il dirigente dell’Ufficio tecnico, l’architetto Maurizio Spadot, entrambi finiti agli arresti domiciliari il 5 luglio scorso per l’indagine sulla discarica (ora di nuovo liberi). Alla predisposizione della documentazione di gara e alla riorganizzazione del servizio, invece, aveva contribuito un ex dipendente di Acegas considerato esperto nel settore rifiuti, l’ingegnere Giuseppe Righetti, in qualità di consulente esterno del Comune. Gli investigatori sono convinti che proprio il settore dei rifiuti fosse il nuovo business nel quale sembrava deciso a tuffarsi l’ex sindaco-pirata. La stagione 2015 avrebbe segnato un salto di qualità per Claudio, deciso a pretendere mazzette sempre più consistenti rispetto a quelle ottenute fino ad allora: a confermarlo la maxi-tangente da 280 mila euro chiesta da Claudio all’imprenditore Luciano Pistorello (alla presenza dell’ex presidente del consiglio comunale Michele Galesso).
La gara. Il Comune pubblica il bando nel luglio 2015 in vista dell’introduzione della raccolta differenziata operativa dallo scorso 5 dicembre. L’importo base è indicato in 10.570.500 euro e la convenzione è stabilita per la durata di 5 anni. Appalto chiuso nel mese di ottobre, dopo una lunga gestazione resa più complicata dalle vicende giudiziarie: è assegnato ad AcegasApsAmga che se lo aggiudica con un forte ribasso del 15% per un importo di 8.925.000 euro. Risultano sconfitte Ecol Service srl con sede a Corsico (Milano); la torinese De Vizia Transfer; Sager Servizi Ambientali di Gorizia e Adigest Multiservizi srl di Ariano Polesine (Rovigo) che presenta e poi ritira un ricorso al Tar. Tutto regolare? Criteri di assegnazione e procedura seguita sono sotto la lente d’ingrandimento dei finanzieri, coordinati dal pubblico ministero Federica Baccaglini.
Edilizia accantonata. Un altro settore nel mirino degli investigatori è l’edilizia nei due Comuni termali: solo a Montegrotto l’allora sindaco Claudio, durante i suoi due mandati dal 2001 al 2011, aveva promosso e autorizzato una cinquantina di varianti al Piano regolatore con un incremento dei volumi edificabili per 400 mila metri cubi e un giro d’affari milionario. Il problema? Nessuno parla.

Galesso parla e restituisce la mazzetta da 50 mila euro
L’ex presidente del consiglio cambia atteggiamento e prova il suo pentimento riconsegnando i soldi presi nel 2013 dall’imprenditore Luciano Pistorello
(Federico Franchin)
È una resa anche quella di Michele Galesso. L’ex presidente del consiglio comunale ha ceduto totalmente di fronte ai giudici e, oltre ad aver chiesto il patteggiamento, ha restituito la mazzetta da 50 mila euro, intascata nel 2013.
La vicenda. Tra marzo e aprile 2013 Luca Claudio, Massimo Bordin e Luciano Pistorello si accordano per una mazzetta da 115 mila euro che l’imprenditore dovrà versare per ottenere lavori di manutenzione straordinaria sulle strade. Ben 50 mila euro (a testa) sono incassati da Michele Galesso e da Luca Claudio, 15 mila da Massimo Bordin. La vicenda emerge quando il pm Federica Baccaglini va a scartabellare gli appalti assegnati nei cinque anni di amministrazione Claudio.
Il ruolo. Michele Galesso, 45 anni, architetto, ex collaboratore del noto architetto Roberto Rigodanzo, è uomo di fiducia di Claudio, tanto da diventare nel 2011 presidente del consiglio. Galesso è a fianco di Claudio quando l’ex sindaco tratta e ottiene il pagamento (mai avvenuto) della maxi-tangente da 280 mila euro dietro la promessa (sempre rivolta a Pistorello) di aggiudicare alla sua ditta i lavori di riqualificazione della discarica di via Guazzi a Giarre (appalto da 2.794.783 euro). Ma se Claudio riuscirà a taroccare la gara, il saldo viene rinviato a dopo le elezioni. Salvo il versamento di una sorta di anticipo: 5 mila euro consegnati a Michele Galesso nell’ufficio di Pistorello, come “contributo per la campagna elettorale”, si legge nell’avviso di conclusione indagini.
La decisione. Galesso ha deciso nelle ultime settimane di collaborare con la magistratura, raccontando tutto sul suo rapporto con Claudio, e ha poi chiesto il patteggiamento di un anno e otto mesi, restituendo la tangente da 50 mila euro. La somma non è tornata alla ditta Pistorello, ma è finita nelle casse del Comune di Abano.
E ora? Spetterà al commissario straordinario Pasquale Aversa e ai dirigenti comunali stabilire adesso come impiegare la somma restituita da Galesso. Potrebbe essere reimpiegata in opere pubbliche o per servizi sociali.

Martedì si decide sul sequestro dei beni di Claudio
(cri.gen.)
Martedì alle 9.30 davanti al gup Tecla Cesaro: riprenderà l’udienza per decidere le sorti dei 22 indagati per la corruzione alle Terme. Ben 11 le richieste di patteggiamento, tra cui quelle degli ex sindaci Luca Claudio (4 anni e 4 appartamenti offerti per restituire il prezzo delle tangenti) e Massimo Bordin (3 anni e 2 mesi con due appartamenti), 3 istanze di messa alla prova, 2 richieste di proscioglimento da parte del pm Baccaglini, mentre 6 imputati rischiano il processo. Il gup deciderà anche in merito al sequestro del patrimonio di Claudio. E qui si rischia un braccio di ferro fra i Comuni di Abano e Montegrotto che domandano 1,5 milioni a testa di risarcimento, e il pm che chiede, a nome dello Stato, i beni frutto delle attività illecite per lo Stato. A favore di chi sarà il sequestro?

Il legale degli ex sindaci: «Veloci verso la chiusura delle vicende»
(f.fr.)
Arrivare al più presto alla chiusura della vicenda. È questo l’obiettivo di Ferdinando Bonon, legale difensore di Luca Claudio e Massimo Bordin nella cosiddetta tangentopoli delle terme. «Puntiamo ad un’accelerazione degli sviluppi che riguardano il secondo filone di inchiesta, quello sulla discarica di via Guazzi», spiega l’avvocato Ferdinando Bonon di Padova. «Da parte nostra e dei giudici c’è la volontà di arrivare al più presto a una conclusione della questione, per la quale siamo anche in quel caso pronti a chiedere eventualmente il patteggiamento in modo tale da accorpare i procedimenti. È ancora presto, quindi, per pensare a un Luca Claudio che possa ottenere almeno gli arresti domiciliari, dato che in essere c’è sempre l’ordinanza di custodia cautelare che riguarda l’appalto della discarica di via Guazzi. «Anche per questo puntiamo a un’accelerazione della questione. Solo così potremo alleggerire la custodia cautelare e quindi, si spera, riuscire a ottenere i domiciliari». La richiesta di patteggiamento avanzata venerdì dal legale difensore è stata chiara: «Oltre ai quattro anni, c’è la restituzione di cinque appartamenti», spiega ancora l’avvocato Ferdinando Bonon. «Quattro di questi riguardano la società Rls (intestata al prestanome Massimo Trevisan), mentre uno riguarda la Soleluna Srl (società di cui è socia anche la moglie, Stefania Bisaglia). Quanto a Massimo Bordin, confermo che la richiesta di patteggiamento consiste in tre anni e due mesi e la restituzione di due appartamenti», aggiunge il legale che segue anche le vicende dell’ex sindaco di Montegrotto. Gli immobili saranno ora ceduti ai Comuni di Abano e Montegrotto, che hanno avanzato una richiesta di risarcimento danni: 1.5 milioni di euro il Comune di Abano, 1.3 milioni di euro il Comune di Montegrotto.

Mortandello, sindaco di Montegrotto, pronto a una causa civile: «Non basta il patteggiamento»
«Vogliamo tutti i soldi sottratti al Comune»

(f.fr.)
Il sindaco di Montegrotto Riccardo Mortandello è deciso ad andare fino in fondo per far tornare nelle casse comunali i soldi sottratti dagli ex sindaci Luca Claudio e Massimo Bordin dal 2008, anno in cui inizia l’indagine sulla cosiddetta tangentopoli delle terme. «Non ci fermiamo alle richieste di patteggiamento degli ex amministratori», spiega. «Andremo fino in fondo per farci restituire il maltolto. I soldi sottratti ai cittadini dovranno essere restituiti fino all’ultimo centesimo. Siamo pronti a una causa civile contro i due ex sindaci pur di farci restituire le somme mancanti». Somme che il comune di Montegrotto ha quantificato assieme ai legali incaricati dall’ente dopo la costituzione in parte civile. «Con il legale Massimiliano De Benetti abbiamo quantificato il danno indicativamente attorno al milione e trecentomila euro», rileva Riccardo Mortandello. «La somma grossomodo è questa ed è giusto che rientri nelle casse comunali, a disposizione dei cittadini».
Riccardo Mortandello era in aula sia alla prima udienza preliminare, sia venerdì. E lo sarà anche martedì, giorno in cui verrà presa la definitiva decisione sulle richieste di patteggiamento da parte dei soggetti coinvolti nell’inchiesta. «Sono andato in aula per un dovere nei confronti dei cittadini. È un dovere morale verso una città che è stata offesa da questa vicenda». Il primo cittadino ne ha per tutti, anche nei confronti degli esponenti politici di Abano. «Adesso tutti si fanno belli, ma non bisogna dare per scontato che il movimento di Luca Claudio sia fuori dai giochi», osserva. «Ad Abano ora tutti cantano vittoria, ma Luca Claudio andava battuto sul campo, come invece sono riuscito a fare io a giugno. Io e la mia lista (Nuova Montegrotto) abbiamo vinto le elezioni battendo il centrodestra e Luca Claudio sul campo», conclude Riccardo Mortandello. «I cittadini stessi hanno chiesto un cambiamento quando Luca Claudio non era ancora in carcere e, anzi, era ancora in auge. Credo che questo debba fare riflettere chi ha sfidato Claudio alle ultime elezioni di Abano. Non bisogna pensare che solo vicende giudiziarie possano far terminare una egemonia, ma bisogna essere in grado di individuare una proposta politica alternativa per il bene della cittadinanza».
18 dicembre 2016