L’ex moglie di Luca Claudio segnalata per riciclaggio

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L’ex moglie di Luca Claudio segnalata per riciclaggio

Messaggioda lidia.pege » mer dic 07, 2016 2:58 pm

L’ex moglie di Luca Claudio segnalata per riciclaggio (Il Mattino)

Due documenti inchiodano la donna, funzionario del ministero dei Beni culturali

Massimo Trevisan obbligato a firmare un testamento per i figli dell’ex sindaco
(Enrico Ferro)
Il caso giudiziario che ha travolto quest’area a vocazione turistica e il suo sindaco dei record (rieletto per due volte a Montegrotto e altrettante ad Abano) ha finito per fagocitare anche la donna più “vicina” allo spregiudicato politico tanto amato dai suoi cittadini. Nonostante la fine del loro matrimonio (sono formalmente separati dal 2008) i rapporti c’erano, eccome, lo dimostrano le conversazioni intercettate al telefono. Ora però c’è di più. Nelle mani dei militari delle Fiamme gialle ci sono due documenti che la inchiodano al sistema di tangenti creato da “mister 10%”. Stefania Bisaglia, funzionario del ministero dei Beni Culturali, è stata segnalata dai finanzieri per il reato di riciclaggio. A breve il suo nome potrebbe essere scritto nel registro degli indagati.
Documento “pesante”
Per capire bene l’importanza della carta che ora hanno in mano gli inquirenti, bisogna inquadrare il contesto. Luca Claudio aveva creato un sistema per cui ogni imprenditore, per aggiudicarsi gli appalti pubblici nel Comune di Abano, doveva pagare tangenti che oscillavano tra il 10 e il 15 per cento. Non potendo incassare direttamente i soldi delle mazzette, aveva creato una società, la Rls srl, in cui aveva piazzato come amministratore Massimo Trevisan. Che fosse un prestanome si è sempre saputo. Ora però c’è un documento che lo certifica. È un documento sottoscritto da Claudio, dall’ex moglie e dallo stesso Trevisan. È indicato nero su bianco che la vera proprietaria della Rls è in realtà Stefania Bisaglia. Nell’atto, allegato alla contabilità aziendale, viene evidenziato anche che il ruolo di Trevisan è limitato alla “gestione ordinaria”. Non a caso è stato lui a consegnarlo materialmente agli inquirenti, spaventato a morte per essersi trovato dentro a un guaio enorme, e deluso perché tradito da chi gli aveva sempre fornito garanzie.
Testamento per i figli
Stefania Bisaglia e l’ex marito, a un certo punto, iniziano a temere non solo per il loro futuro ma anche per quello dei tre figli. Ragionano sul fatto che lo stratagemma ideato per incassare i soldi delle tangenti, potrebbe anche ritorcersi contro. Ipotesi: Massimo Trevisan muore all’improvviso. Per le modalità con cui era stato inquadrato a livello giuridico, i suoi eredi avrebbero potuto vantare più di qualche diritto sul patrimonio immobiliare della Rls srl. Ma quelle case comprate convincendo gli imprenditori locali a “oliare” il loro sindaco dovevano rimanere in famiglia. Per questo Stefania Bisaglia convince Trevisan a firmare da un notaio un testamento con cui rinuncia a tutto il patrimonio aziendale, ovviamente a favore dei tre figli di Luca Claudio. Altra prova rilevante che va a conferma dei sospetti covati da tempo dagli inquirenti di Padova, comandati dal tenente colonnello Luca Lettere.
Patrimonio da un milione
Nella galassia delle aziende riconducibili a Luca Claudio è stato stimato un patrimonio immobiliare che si aggira intorno a un milione di euro, ma il dato è chiaramente sensibile a variazioni. Eccone un piccolo esempio. Tra le proprietà della Soleluna Srl, costituita il 12 settembre 2006 tra Luca Claudio (socio al 95%) e la moglie Stefania Bisaglia (socio al 5%), c’è un appartamento che si trova nella degradata piazza Mercato ad Abano. Vale appena 45 mila euro. L’ex sindaco di Abano voleva riqualificare la zona. Lo faceva per il bene della città, certo. Se poi il valore del suo immobile quadruplicava, tanto meglio.

Udienza preliminare, oggi in 24 alla sbarra
Molti imputati chiederanno il patteggiamento, anche l’ex sindaco seguendo l’esempio di Galan

(Cristina Genesin)
Luca Claudio come Giancarlo Galan. L’ex governatore del Veneto si è messo alle spalle il milionario scandalo Mose patteggiando 2 anni, 10 mesi e 2,6 milioni di euro saldati con la confisca delle principesca villa Rodella di Cinto, pure ripulita di water, termosifoni e altro. Mai una confessione, mai un’ammissione. Galan ha scelto quel rito alternativo che, per legge, prevede lo sconto della pena fino a un terzo. E lo ha ottenuto con il consenso (vincolante) del pubblico ministero. Un parere che il giudice può respingere se ritiene non congrua la sanzione concordata fra pubblica accusa e difesa. Quattro mesi dopo l’ondata di arresti che nell’estate 2014 aveva provocato un maremoto in laguna, Galan e altri 18 hanno patteggiato e oggi guardano al futuro. E, allora, se ha patteggiato l’ormai ex doge, perché non dovrebbe farlo lui, Luca Claudio, ex reuccio di provincia, anzi delle Terme, “sindaco pirata” rimasto senza ciurma visto che tutti lo hanno abbandonato vuotando il sacco e raccontando di tutto e di più del sistema messo in piedi da mister 15%? Oggi alle 13 appuntamento davanti al gup Tecla Cesaro, il giudice che dovrà pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio per le tangenti che hanno scandito otto anni di vita amministrativa fra Montegrotto e Abano. Molti dei 24 imputati hanno chiesto di patteggiare. Tra questi, Massimo Trevisan, fedelissimo prestanome di Claudio. E lui, l’ex sindaco, l’unico ancora dietro le sbarre dopo una seconda ordinanza di carcerazione notificata un mese fa? Quasi certo il patteggiamento: il caso Galan docet. E nel collegio difensivo di Claudio, oltre a un navigato penalista come Ferdinando Bonon, c’è pure un raffinato docente di diritto penale come il professor Giovanni Caruso. E l’assenso del pm Federica Baccaglini? Potrebbe non mancare a chiudere, in via definitiva, il primo importante capitolo di una vicenda ancora aperta. Pure il processo Pantano sulla gestione inquinata degli appalti pubblici insegna: a 3 anni dagli arresti, in primo grado si è appena alla quinta udienza. In aula è stato sentito solo il primo testimone, la fine è lontana e la prescrizione corre veloce.
7 dicembre 2016
Lidia Pege
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