Primo Roc idea indegna sì alla micro accoglienza
Inviato: mer ott 19, 2016 8:23 pm
Primo Roc idea indegna sì alla micro accoglienza» (Il Mattino)
Il parroco di Giarre apprezza l’impegno dei volontari che picchettano l’ex base, ma ritiene che la soluzione sia quella di ospitare 2-3 profughi ogni mille abitanti
(Federico Franchin)
Il parroco della parrocchia “Cuore Immacolato di Maria” di Giarre apre all’accoglienza diffusa (2-3 profughi ogni mille abitanti) proposta dal Governo. Don Odilio nell’ultimo bollettino parrocchiale di Giarre uscito domenica scorsa ha lanciato un chiaro messaggio ai parrocchiani. «Vedo tutti i giorni davanti cancelli del Primo Roc di Giarre numerosi volontari che come sentinelle picchettano l’entrata dell’ex caserma», scrive il prete «Sono da ammirare perché quella presenza costante giorno e notte, anche ora con il freddo, dice che credono a quello che fanno. Credo anch’io, con la nostra comunità e la chiesa di Padova, che non si possa permettere che delle persone vengano ammassate pur in attesa di una verifica della situazione e della risposta alla domanda di asilo politico: non è dignitoso, né umano. Ma credo anche che chi ha il potere e il dovere di farlo apra con generosità la porta alla microaccoglienza e la favorisca per integrare quelle persone nel territorio», prosegue il parroco. «Con il criterio del “2/3 per mille” il territorio della provincia può accoglierne 2-3 mila, senza pesare sulla popolazione, anzi favorendo integrazione e lavoro. L’integrazione, modello da sempre presente e vincente in natura, assicura benessere più di qualsiasi forma di protezionismo». Il comitato “Abano dice No!” però si oppone alla proposta del parroco di Giarre. «Se la legge permettesse di andare avanti con il modello Sprar, accogliendo 20 migranti, che siano però famiglie e persone di un certo tipo, istruite e con certi standard, allora andrebbe anche bene”, osserva Marco Destro. «Purtroppo invece si accoglie chiunque e quelli che arrivano sono clandestini. Perciò evidenziamo una gestione fallimentare della questione e continuiamo a dire di no su tutti i fronti».
19 ottobre 2016
Il parroco di Giarre apprezza l’impegno dei volontari che picchettano l’ex base, ma ritiene che la soluzione sia quella di ospitare 2-3 profughi ogni mille abitanti
(Federico Franchin)
Il parroco della parrocchia “Cuore Immacolato di Maria” di Giarre apre all’accoglienza diffusa (2-3 profughi ogni mille abitanti) proposta dal Governo. Don Odilio nell’ultimo bollettino parrocchiale di Giarre uscito domenica scorsa ha lanciato un chiaro messaggio ai parrocchiani. «Vedo tutti i giorni davanti cancelli del Primo Roc di Giarre numerosi volontari che come sentinelle picchettano l’entrata dell’ex caserma», scrive il prete «Sono da ammirare perché quella presenza costante giorno e notte, anche ora con il freddo, dice che credono a quello che fanno. Credo anch’io, con la nostra comunità e la chiesa di Padova, che non si possa permettere che delle persone vengano ammassate pur in attesa di una verifica della situazione e della risposta alla domanda di asilo politico: non è dignitoso, né umano. Ma credo anche che chi ha il potere e il dovere di farlo apra con generosità la porta alla microaccoglienza e la favorisca per integrare quelle persone nel territorio», prosegue il parroco. «Con il criterio del “2/3 per mille” il territorio della provincia può accoglierne 2-3 mila, senza pesare sulla popolazione, anzi favorendo integrazione e lavoro. L’integrazione, modello da sempre presente e vincente in natura, assicura benessere più di qualsiasi forma di protezionismo». Il comitato “Abano dice No!” però si oppone alla proposta del parroco di Giarre. «Se la legge permettesse di andare avanti con il modello Sprar, accogliendo 20 migranti, che siano però famiglie e persone di un certo tipo, istruite e con certi standard, allora andrebbe anche bene”, osserva Marco Destro. «Purtroppo invece si accoglie chiunque e quelli che arrivano sono clandestini. Perciò evidenziamo una gestione fallimentare della questione e continuiamo a dire di no su tutti i fronti».
19 ottobre 2016