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Recluso da oltre 3 mesi, Claudio si sfoga

MessaggioInviato: lun ott 17, 2016 11:21 pm
da lidia.pege
“Il Luca che conoscevate non esiste più” (Il Mattino) 17.10.16

Recluso da oltre 3 mesi, Claudio si sfoga con familiari e amici. Il 9 novembre si discute il suo ricorso per ottenere i domiciliari
(Federico Franchin)
«Morto un papa… la vita è questa e il papa muore da solo». È la frase conclusiva della lettera (pubblicata a fianco) inviata dal carcere dall’ex sindaco Luca Claudio alla famiglia, ai compagni della vita politica e agli amici. Dalla casa circondariale, l’ex primo cittadino, arrestato per la tangentopoli delle terme, ha voluto condividere il suo stato d’animo con le persone più vicine. La lettera, scritta in stampatello su due fogli, è stata inviata alla famiglia, che poi ha voluto condividerla sui social network con la cerchia di persone vicine a Claudio negli ultimi 15 anni come amministratore prima di Montegrotto e poi di Abano. È un uomo che pare segnato dai 3 mesi e mezzo di carcere quello che scrive «Cosa potrei rispondere a tutti i vostri “Come stai?” A tutti i vostri “Vedrai che si risolve tutto?”» Claudio appare sfiduciato: «Non voglio scrivervi bugie, non voglio scrivere perché così vi pare che vada tutto bene. Non va bene niente e domani non andrà meglio. Andrà meglio solo quando … andrà veramente meglio». Luca Claudio dice di sentirsi vuoto, abbandonato da tutto e tutti. «È una reazione che francamente ci aspettavamo», osserva Michel Marcadello, consigliere con Luca Claudio nel primo mandato portato a termine ad Abano. «È una reazione scontata, che arriva da una persona che dal carcere vede il mondo in modo distorto. Ha avuto un paio di giorni di scoraggiamento e gli è venuto di scrivere questa lettera. Poi ho avuto modo di avere uno scambio personale di lettere e a me ha detto che ha solamente voluto sfogarsi e che è come sempre battagliero». Marcadella minimizza lo sfogo dell’ex sindaco. «La situazione è logicamente pesante, Luca sa che le lettere sono l’unico strumento che ha per riuscire a comunicare con l’esterno. Dispiace per la situazione che sta vivendo a livello umano. La magistratura farà ora il suo corso». «A me non è arrivata la lettera e per questo penso che potrebbe trattarsi di un falso» dice Loris Dario, un fedelissimo dell’ex sindaco. Il 9 novembre è intanto fissata la discussione sul ricorso presentato dall’avvocato Ferdinando Bonon per la concessione dei domiciliari. «Quella di settembre è una lettera che arriva da una persona che è da tre mesi in carcere», osserva Massimiliano Girotto, eletto con Claudio a giugno. «Per una persona come Luca rimanere in carcere deve essere durissima. Lui è un tipo energico, che era abituato a una vita frenetica e quindi vedersi in gabbia deve essere devastante a livello morale. Personalmente non ho mai sentito il desiderio di scrivergli, perché preferisco parlargli a quattr’occhi. So invece che in tanti gli hanno scritto in questi mesi. Non so quanto di vero ci sia in quella lettera, nel senso che il suo umore e la sua percezione dell’esterno sono dettati dalle lettere inviate dalle persone. La percezione della realtà è chiaramente distorta da quanto hanno scritto quelli che gli hanno spedito in carcere le lettere. Preferisco non dare peso a quanto ha scritto, Luca si farà un’opinione della realtà solo quando uscirà dal carcere. A livello umano quello che sta passando dispiace, anche perché c’è gente che ha fatto di peggio e che è libera». Poco convinto invece dell’autenticità della lettera Loris Dario, altro eletto a giugno: «A me non è arrivata, potrebbe trattarsi di un falso».

Ecco il testo integrale della lettera spedita dal carcere da Luca Claudio, l’ex sindaco di Abano arrestato il 23 giugno scorso, quattro giorni dopo la sua rielezione. Da quella data, Claudio è detenuto al Due Palazzi di Padova.

Settembre 2016. Ciao a tutti/e. Lettera per tutti/e. Marco, Stefi, fate un po’ di copie. Grazie, fate voi. Vi chiedo scusa, sono bloccato, se non vi rispondo alle lettere non è per cattiveria, non è per volontà e non c’è nessun particolare motivo se non per un blocco totale. Non riesco. Non ho da dare nulla, non più. Non riesco a dire nulla e non ho nulla da raccontare. Vuoto. Sono vuoto. Stop. Cosa potrei dirvi d’altronde da qui? So che non riuscite a capire fino in fondo cosa sia questo non-luogo … è un non-luogo! Non esisto più. Sono stato cancellato e non ho nemmeno io più la voglia di fare… Fare… Fare cosa? Per chi? Ci rivedremo, forse. Oggi no, oggi non si può nemmeno volendo. Non sono riuscito a trasmettere nulla di ciò che ero e di ciò che pensavo nulla. Se non ci sono riuscito prima, trovo ridicolo pensare di farlo ora. Da qui. Cosa potrei dirvi? Cosa potrei rispondere a tutti i vostri “Come stai?” A tutti i vostri “Vedrai che si risolve tutto?” A tutti i vostri “La gente ha capito e ti rimpiange…” Cosa posso dire? Non ci credo nemmeno. Non voglio scrivervi bugie, non voglio scrivere perché così vi pare che vada tutto bene … Non va bene un cazzo e domani non andrà meglio. Andrà meglio solo quando… andrà veramente meglio. Ma sono io il problema. Non voi. Grazie per chi mi scrive, per chi mi pensa, per chi c’è. Grazie. Il vuoto è in me. Scusatemi se non rispondo, a volte vorrei… Vorrei ma non posso… Vorrei ma non voglio… Scusatemi e basta. Ciao a tutti, il Luca che ricordate non c’è più, ce ne sarà un altro che non so come sarà, ma quello del 23 giugno non ci sarà più in ogni caso. Scusatemi Luca
P.S. Morto un papa … la vita è questa e il papa muore da solo.

«Ora capirà le sue responsabilità»
Dura reazione degli ex avversari Lazzaretto, Zambolin e Faggion: «Se l’è cercata»
(f.fr.)
Una situazione umanamente difficile, ma per gran parte dell’opposizione l’ex sindaco se l’è cercata. «Spero solo che quello che gli sta succedendo lo faccia riflettere», osserva Monica Lazzaretto, ex candidata sindaco del centrosinistra battuta al ballottaggio del 19 giugno da Claudio. «Ora non può più dire che è innocente o che non c’entra. Questa per lui è una fase di riflessione, spero gli faccia bene. Spero capisca in che stato ci ha messi e che comprenda quello che ha fatto. Riflettere sulle sue responsabilità gli farà certamente bene. Umanamente dispiace, ma ora Abano ha in mente altro rispetto alle lettere dal carcere di Luca Claudio. La città ha bisogno di guardare avanti, mentre Claudio continui a riflettere sulle sue azioni e sulle sue responsabilità».
Durissimo invece Massimo Zambolin, eletto consigliere per il M5S alle ultime amministrative. «Quella che sta vivendo Luca Claudio non è certamente una situazione facile. Ma chi è causa del suo mal pianga sè stesso. È facile adesso fare la vittima. Chiaro che c’è gente che ha ammazzato ed è fuori e questo non va bene, ma questo non vuol dire che non debba starci lui. In questo momento sta pagando gli errori commessi. Paga in questo caso, a differenza di altri, il non aver avuto una copertura politica. Non sta vivendo, dalle parole della lettera, certamente un momento facile, ma tutto questo fa parte del normale corso delle cose. Chi delinque sa di correre questi rischi. A livello umano dispiace, ma certamente adesso vuole farsi un po’ commiserare».
Davide Faggion (FI) è invece più cauto. «La lettera dimostra la depressione di una persona che è in carcere da oltre tre mesi. Umanamente mi dispiace molto, anche se tutto ciò se l’è cercato. Stare più di tre mesi lontano dalla famiglia e dai suoi figli non deve essere affatto facile. Umanamente questa è la cosa peggiore che possa capitare ad una persona. Quella lettera è certamente uno sfogo di una persona che è privata della libertà e che ovviamente ha il morale a terra».
17 ottobre 2016