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Galesso, ruolo chiave nel sistema-Claudio

MessaggioInviato: gio ott 06, 2016 1:13 pm
da lidia.pege
Galesso, ruolo chiave nel sistema-Claudio (Il Mattino)

Avrebbe incassato i “contributi” per la campagna elettorale dell’ex sindaco e intascato una mazzetta di 50mila euro

(Cristina Genesin)
Tangenti per finanziare la campagna elettorale di Luca Claudio. E altri indagati eccellenti, sempre rimasti nascosti. Le novità emergono grazie alla chiusura dei primi due filoni dell’inchiesta sulla corruzione alle Terme (fatturato illegale pari a 524.895 euro). Tra le carte spunta il ruolo-chiave nel sistema tangentizio svolto dall’architetto Michele Galesso, l’ultimo presidente del consiglio comunale targato Luca Claudio, beneficiario di una robusta tangente di 50 mila euro. Con l’ex sindaco di Montegrotto Massimo Bordin, è lui a svolgere una funzione di primo piano nella macchina fabbrica-soldi orchestrata da Claudio. Ancora è lui il fedelissimo di Claudio tanto che quest’ultimo non esita a trattare (di fronte all’amico e sodale Galesso) la maxi-tangente di 280 mila euro concordata per i lavori di riqualificazione della discarica di Giarre.
L’architetto-presidente. Con la chiusura formale del primo e del secondo filone dell’inchiesta sulle mazzette, atto preliminare alla richiesta di rinvio a giudizio, il pubblico ministero Federica Baccaglini ha depositato tutti gli atti dell’indagine per metterli a disposizione delle difese. Così viene alla luce il nome di Galesso, ex collaboratore dell’architetto Roberto Rigodanzo, professionista di fiducia di Zeus Immobiliare e già capogruppo Ds nel consiglio comunale di Abano. Nel 2011 il 40enne tecnico diventa presidente del consiglio comunale di Abano: una riconferma che manifesta la fiducia di Luca Claudio nei suoi confronti. Non a caso. Tra marzo e aprile 2013 Claudio, Bordin e Pistorello si accordano per una mazzetta da 115 mila euro che l’imprenditore dovrà versare per ottenere lavori di manutenzione straordinaria sulle strade. Ben 50 mila euro (a testa) sono incassati da Galesso e da Claudio, “solo” 15 mila da Bordin: una ripartizione importante che indica il “peso” di Galesso nel meccanismo illegale in funzione alle Terme dal 2008 al 2016. Non basta. Galesso è a fianco di Claudio quando l’ex sindaco tratta e ottiene il pagamento (mai avvenuto) della maxi-tangente da 280 mila euro dietro la promessa (sempre rivolta a Pistorello) di aggiudicare alla sua ditta la gara per i lavori di riqualificazione della discarica di Giarre (importo dell’appalto 2.794.783 euro). Ma se Claudio riuscirà a taroccare la gara (l’inchiesta a suo carico è ancora ben coperta dal segreto istruttorio e pare prossima a clamorosi sviluppi), il saldo viene rinviato a dopo le elezioni. Salvo il versamento di una sorta di anticipo.
Soldi per la campagna. È proprio quell’anticipo di 5 mila euro che viene consegnato nelle mani del fedelissimo Galesso nell’ufficio di Pistorello. Quel soldi sono un «contributo per la campagna elettorale» si legge nell’avviso di conclusione indagini. Fondamentale era la rielezione di Luca Claudio: «Guarda che fasemo spolveron i prossimi 5 anni» aveva esultato l’ex capo ufficio tecnico Maurizio Spadot in un’intercettazione.
Il Verde. Tutto il sistema di corruzione inizia dalla manutenzione del Verde pubblico che fa convogliare le prime ondate di danaro. Da qui le accuse di corruzione per induzione a carico degli imprenditori del Verde Denis Pagetta, Agostino Creuso e Paolo Tomasini costretti a pagare per lavorare. E non poco: su una serie di lavori per 55.386 euro, Tomasini sgancia una mazzetta complessiva di 10.900 euro, mentre Creuso paga 8560 per l’affidamento di lavori pari a un importo di 95.663 euro.
Altri incassi. La tangente più robusta? I 128 mila euro pagati nel 2010 dall’impresa Guerrato che, con i 54 mila versati dalla consociata Marco Polo (in Ati con Guerrato), servono ad aggiudicarsi la riqualificazione energetica del Comune di Montegrotto (valore 15 milioni). Gara truccata con l’aiuto dell’allora capo dell’Ufficio tecnico Patrizio Greggio, responsabile pure di aver pilotato l’appalto vinto da Pistorello per la manutenzione di piazze e strade nelle Termali (tangente da 115 mila euro). E chi non versa danaro, paga in natura: l’Acquamarina di Luca Scarpa ed Enrico Cesaro vende a Claudio un appartamento a Montegrotto per 65 mila euro, metà del prezzo di mercato, per ottenere i permessi di costruzione. L’imprenditore Mauro Pedron, attivo nella manutenzione stradale, paga 1.100 euro a Luca Claudio ed esegue dei lavori in alcuni immobili del consigliere comunale Ermanno Pegoraro, altro ex consigliere indagato.

Camani (Pd): «Grave il coinvolgimento dell’ex presidente del consiglio comunale e di Pegoraro»
«Ombre sulla gestione degli ultimi 5 anni»

(Federico Franchin)
«Ora, con il grave coinvolgimento nella vicenda dell’ex presidente del consiglio comunale Michele Galesso si alza un alone sull’operato negli ultimi cinque anni del consiglio comunale». A sostenerlo è la deputata del Partito Democratico, nonché ex consigliera comunale di Abano, Vanessa Camani, non le manda a dire dopo la chiusura del primo filone d’indagine sulla tangentopoli delle Terme. Fino a mettere in discussione gli ultimi cinque anni di consiglio comunale. «La Procura dichiara chiuso il primo filone di indagine sulle “tangenti alle terme” e Luca Claudio», osserva Vanessa Camani. «Le persone coinvolte e i fatti citati nell’inchiesta raccontano di un grave sistema di malaffare entro il quale gli amministratori pubblici hanno costruito la propria ricchezza personale e il proprio consenso politico. Appare particolarmente grave il coinvolgimento del consigliere comunale con delega alle manutenzioni Ermanno Pegoraro e, soprattutto, del presidente del consiglio Michele Galesso». Entrambi questi soggetti, prosegue l’esponente del Partito Democratico, «insieme ad altri, sono stati protagonisti dell’ultima campagna elettorale e strenui difensori della strampalata teoria dell’innocenza di Luca Claudio. Il castello costruito sull’ingenuità della gente e sul “non sapevo nulla” inizia pesantemente a vacillare. Credo che l’indagine si sia chiusa velocemente e con questo mi viene da pensare che il pubblico ministero e la Guardia di Finanza abbiano elementi necessari e sufficienti per fare definitiva chiarezza su tutta la vicenda. Ora attendiamo di sapere cosa uscirà dal secondo filone d’indagine che è ancora aperto e del quale si attendono sviluppi».

Spunta anche il nome del capufficio tecnico ora in pensione
Greggio: «Dimostrerò la mia innocenza»

(f.fr.)
«Il mio coinvolgimento nelle vicende giudiziarie che riguardano Luca Claudio è una cosa inaudita»: senza mezzi termini Patrizio Greggio, l’ex capo dell’Ufficio Tecnico dei comuni di Abano e Montegrotto all’epoca di Luca Claudio e Massimo Bordin, respinge le accuse del Pm Federica Baccaglini di turbativa d’asta. «Non so cosa abbia fatto Luca Claudio» spiega Patrizio Greggio, ora in pensione. «L’unica cosa certa è che io non c’entro nulla in questa vicenda e che tutto questo mi pare quantomeno pazzesco. Sono sereno e tranquillo, perché so di non avere fatto nulla». L’ex capo dell’Ufficio Tecnico analizza la situazione: «Negli anni in cui ho lavorato con Luca Claudio non mi sono accorto mai di nulla, tutte le gare per l’affidamento dei lavori che ho condotto si sono svolte in maniera regolare. Tanto che i revisori dei conti e i commissari dell’anti corruzione non hanno mai evidenziato elementi che facessero pensare a qualche manovra. Non ho mai truccato le gare d’appalto» insiste Greggio, «chi ha vinto i bandi, ha vinto perché lo meritava e aveva i punteggi più alti. Non sono mai stati ritoccati i punteggi, prova ne è che non sono mai arrivati ricorsi da parte delle altre ditte partecipanti. Sono tutte cose che ho spiegato nei tre interrogatori avuti finora. Ora mi difenderò. Con il mio legale produrremo delle memorie difensive per scacciare ogni dubbio».
6.10.16