Appalti e mazzette23 gli indagati con Luca Claudio

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Appalti e mazzette23 gli indagati con Luca Claudio

Messaggioda lidia.pege » mer ott 05, 2016 1:28 pm

Appalti e mazzette. 23 gli indagati con Luca Claudio (Il Gazzettino)

Spuntano nuovi nomi tra gli imprenditori costretti a pagare per lavorare: l’ex sindaco accusato di aver intascato 500mila euro

Tangenti alle terme, mazzette da 10-20% su importi lavori

(Marco Aldighieri)
Ecco svelato il sistema Claudio. Si sono concluse le indagini attorno alla “Tangentopoli delle Terme” con 24 indagati e accusati a vario titolo di induzione indebita, riciclaggio, turbata libertà degli incanti e corruzione in atti d’ufficio. Secondo l’accusa Luca Claudio, prima sindaco di Montegrotto e poi di Abano, dal 2008 al 2016, otto lunghi anni, ha intascato mazzette dagli imprenditori per oltre 500 mila euro. Una fortuna racimolata con la collaborazione, ancora secondo l’accusa rappresentata dal sostituto procuratore Federica Baccaglini, dell’ex vice sindaco di Abano Massimo Bordin, dell’ex assessore all’ambiente del comune di Montegrotto Ivano Marcolongo e di Massimo Trevisan considerato il faccendiere. Tutto è iniziato con una bustarella messa in mano all’ex assessore Marcolongo da parte dell’imprenditore Paolo Tomasini. Da qui, il 13 aprile dell’anno scorso, sono scattate le indagini della Guardia di Finanza con il tenente colonnello Luca Lettere. Claudio, secondo la tesi accusatoria, chiedeva agli uomini d’affari per poter lavorare nei comuni dove è stato il “re”, Montegrotto e Abano, dal 10 al venti per cento delle fatture emesse. La bustarella più grossa, 182 mila euro, l’ha intascata attraverso i titolari delle aziende Guerrato Spa e Marco Polo Spa in merito a opere relative a impianti di illuminazione pubblica nel comune di Montegrotto Terme tra il 2011 e il 2012.
Ma Luca Claudio per l’accusa aveva espanso il suo impero su più settori. L’ex sindaco, con l’aiuto in particolare di Massimo Bordin, aveva iniziato per prima con il verde pubblico del comune di Montegrotto. Poi ha iniziato a diventare sempre più “raffinato” e astuto, spostando i suoi affari sul mattone e anche sui rifiuti. Come per l’ex discarica di Giarre dove le indagini si sono focalizzate su un appalto per la riqualificazione ambientale di un’area di via Guazzi in località Giarre e già destinata allo smaltimento. Un ex discarica appunto dove in una girandola di favori tra pubblico e privato, sempre secondo l’accusa, si sono sfiorati i tre milioni di euro di appalti. In questo caso però si è aperto un altro filone di indagini, che riguarda solo Luca Claudio. Ma l’ex sindaco si è anche gettato sul mattone e per fare vincere gli appalti a chi lo aveva ringraziato attraverso una mazzetta, si serviva di Patrizio Greggio dirigente dell’ufficio tecnico del comune di Abano capace, ancora per l’accusa, di turbare le gara d’appalto come nel giugno del 2013 quando è stata favorita la Ayes Spa per la ristrutturazione del vecchio sistema di pannelli luminosi di indirizzamento per i turisti agli alberghi della città termale.
E poi Luca Claudio, il “re” delle Terme, non guardava in faccia nessuno. Perchè ha chiesto e ottenuto tangenti da Marcello Biava, rappresentante legale e presidente del Cda proprio della Ayes Spa che all’epoca versava in una situazione economica precaria e con dipendenti in cassa integrazione. Insomma, le indagini hanno portato alla luce tutto il potere di Luca Claudio su Abano e Montegrotto. E mentre la sua posizione e quella di Massimo Bordin si aggrava, perchè da ex pubblici ufficiali sono stati accusati di induzione indebita, viene meno quella degli imprenditori come Paolo Tomasini difeso dall’avvocato Ernesto De Toni e Luciano Pistorello difeso dal legale Alberto Berardi. Loro per lavorare erano costretti a consegnare la bustarella.

Dalle scuole alle strade tutte le tangenti pagate

(M.A.)
Non c’era solo il verde pubblico nei pensieri di Luca Claudio, come settore per intascare mazzette. Ma anche l’edilizia e i rifiuti. É il luglio del 2010, secondo l’accusa, quando Claudio fa capire agli imprenditori edili Luca Scarpa ed Enrico Cesaro della società Acquamarina Srl, che se vogliono proseguire nella costruzione di altre sei unità immobiliari a Mezzavia di Montegrotto, in aggiunta ad altre sei appartamenti, devono sganciare la mazzetta. Non solo, perchè Claudio si sarebbe fatto intestare il 3 maggio del 2010, attraverso la società Soleluna Srl, una casa in via Mezzavia 81/E. E poi c’è l’imprenditore edile Domenico Chiapperino che avrebbe dato all’ex sindaco di Abano una bustarella da 25 mila euro, per averlo agevolato nel rilascio della concessione edilizia per la costruzione della palazzina denominata “Residence Jaqueline” ad Abano in via Calle Pace. Quindi le tangenti sono entrate anche nei lavori di ampliamento della scuola media Vivaldi di Montegrotto, assegnati mediante trattativa privata all’imprenditore Rampazzo (non indagato) che vittima del sistema “Claudio” ha dovuto sborsare il 10 per cento dell’importo dei lavori. E che dire di Angelo Caciotti, tra il maggio e giugno del 2012 direttore del settore ricerca e sviluppo della “Sicurezza e Ambiente spa”, che per il rinnovo della convenzione con i comuni di Abano e Montegrotto secondo l’accusa ha dovuto elargire una bustarella da 5 mila euro. Soldi, soldi e ancora soldi.
L’imprenditore Luciano Pistorello per avere l’affidamento alla Pistorello Spa di lavori relativi alla manutenzione straordinaria di strade, piazze e segnaletica, tra il marzo del 2013 e il 2016 ad Abano, ha versato una super mazzetta di 115 mila euro. Denaro così suddiviso, sempre secondo l’accusa: 50 mila euro a Michele Galesso in qualità di presidente del consiglio comunale di Abano per un finto contratto relativo a una variante urbanistica; altri 50 mila euro a Luca Claudio per una finta consulenza, con fatture intestate alla società RLS srl di Massimo Trevisan società di fatto riconducibile a Claudio; infine 15 mila euro a Massimo Bordin all’epoca sindaco del comune di Montegrotto con fatture per finte prestazioni fornite dalla ditta “Zatti” che le girava poi alla FT impianti di Tiziano Fortuna che pagava poi Massimo Bordin. E infine c’è l’ex discarica di Giarre dove la Pistorello Spa per vincere l’appalto per la riqualificazione ambientale, attraverso il suo titolare, tra gennaio e maggio di quest’anno ha prima acquistato la casa di Maurizio Spadot (dirigente dell’ufficio tecnico del comune di Abano e presidente della commissione di gara) già oggetto di pignoramento immobiliare, e comunque gli diceva che gli avrebbe dato un appartamento. Quindi, sempre Luciano Pistorello, avrebbe fornito a Guido Granuzzo (dipendente del comune di Abano e responsabile unico del procedimento della gara d’appalto) serramenti per 20 mila euro per la sua casa in ristrutturazione, compresi i cassonetti per lo smaltimento degli inerti. E a Luca Claudio? L’ex sindaco aveva chiesto a Pistorello 280 mila euro quale riconoscenza per avergli fatto vincere l’appalto.

Titolari d’aziende e politici: tutti i nomi

Ecco i nomi dei ventiquattro indagati nella tangentopoli delle Terme tra politici, tecnici del comune di Abano e imprenditori la maggiore parte residenti tra Montegrotto e Abano, ma anche a Bergamo, Rovigo e Latina. A vario titolo sono accusati dei reati di induzione indebita, turbata libertà degli incanti, riciclaggio e corruzione per un atto d’ufficio. Luca Claudio di 45 anni, l’ex sindaco di Abano l’unico ancora in carcere, Massimo Bordin di 56 anni l’ex sindaco di Montegrotto, Massimo Trevisan di 45 anni per l’accusa il “tuttofare” di Luca Claudio, Saverio Guerrato di 53 anni, Luciano Pistorello di 52 anni, Maurizio Spadot di 63 anni, Guido Granuzzo di 51 anni, Luciano Di Caro di 55 anni, Michele Galesso di 47 anni, Paolo Tomasini di 40 anni, Denis Pagetta di 41 anni, Agostino Creuso di 50 anni, Luca Scarpa di 40 anni, Enrico Cesaro di 50 anni, Domenico Chiapperino di 44 anni, Marcello Biava di 78 anni, Giuseppe Biava di 49 anni, Patrizio Greggio di 67 anni, Luciano Guerrato di 81 anni, Enrico Eliseo di 66 anni, Mauro Pedron di 53 anni, Ermanno Pegoraro di 46 anni, Tiziano Fortuna di 39 anni e Angelo Caciotti di 71 anni. Per l’accusa gli imprenditori indagati avrebbero dato mazzette a Luca Claudio pur di riuscire a lavorare.

Camani: «Inquientante il coinvolgimento di Ermanno Pegoraro»

(Alessandro Mantovani)
La chiusura delle indagini sulla cosiddetta Tangentopoli delle Terme, il sistema “tangentizio” orchestrato secondo l’accusa dall’ex sindaco Luca Claudio, è un nuovo shock per Abano. Sono ora indagati alcuni nomi nuovi o in precedenza solo lambiti dall’inchiesta. Tra loro imprenditori, politici e dirigenti comunali. L’accusa per tutti è di induzione a dare o promettere utilità. «Stavamo aspettando la conclusione delle indagini – osserva Monica Lazzaretto (Cittadini per il Cambiamento) – è un nuovo trauma per la città. D’altro canto il sistema non poteva essere solo Claudio e l’ex sindaco di Montegrotto e qualche altro. La compromissioni del mondo imprenditoriale e amministrativo è impressionante. Ora speriamo che la Magistratura metta davvero fine a tutto questo sistema». Tra i nomi nuovi raggiunti da avviso di garanzia quello dell’ex consigliere comunale Ermanno Pegoraro e degli imprenditori Luca Scarpa, Marco Pedron ed Enrico Cesaro. Confermate le accuse all’ex dirigente dell’ufficio tecnico di Abano e Montegrotto Patrizio Greggio e agli imprenditori Agostino Creuso, Denis Pagetta. «È positivo che i magistrati abbiano concluso le indagini sul primo filone d’inchiesta – interviene l’onorevole Vanessa Camani (Pd) – sono conclusioni coerenti e che confermano tutto l’impianto dell’indagine che ha individuato un sistema che coinvolge politici, amministratori e imprenditori. Il coinvolgimento dell’ex consigliere Pegoraro è il fatto più inquietante. La precedente maggioranza sosteneva che era all’oscuro di tutto, sembra oggi che invece qualcuno non solo sapesse ma facesse parte del sistema». Era il 14 aprile 2015 quando i sindaci di Abano, Luca Claudio, e Montegrotto, Massimo Bordin, vennero raggiunti dagli avvisi di garanzia. La sera prima un ex assessore sampietrino era sto arrestato mentre intascava una tangente. Più di un anno dopo, il 23 giugno scorso, sono scattate le misure cautelari per Claudio (rieletto solo 4 giorni prima), Bordin e altri indagati. Solo l’ex sindaco di Montegrotto prima e Abano poi si trova ancora in carcere dove attende il pronunciamento del Tribunale del Riesame al quale i suoi legali hanno fatto domanda di concessione degli arresti domiciliari. «Speriamo che tutto il malaffare che ha impregnato le terme per molti anni sia venuto alla luce o venga scoperto nel prossimo futuro – ha commentato Davide Faggion (Forza Italia) – lo tsunami però, oltre ad avere danneggiato gravemente l’immagine della città, è stata anche una premessa della possibilità che ad Abano sia realizzato un centro di accoglienza per stranieri. Da qui speriamo che si possa tirare una riga e che si torni a parlare di programmi e di una visione della città nella trasparenza e nell’onestà». E Massimo Zambolin (M5S) dice: «Aspettiamo di vedere se ci saranno ancora nuovi sviluppi perché il sistema era apparso ancora più esteso dalle cronache sulle indagini. Abbiamo piena fiducia nella Magistratura e speriamo che attraverso i processi vengano individuati tutti i responsabili»

gazzettino 5 ottobre 2016
Lidia Pege
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