Rivolta alle Terme “Immagine rovinata”

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Rivolta alle Terme “Immagine rovinata”

Messaggioda lidia.pege » mer set 14, 2016 8:43 pm

Rivolta alle Terme “Immagine rovinata” (Il Mattino)
La Prefettura conferma l’interesse per il complesso del 1° Roc

Dissenso totale degli albergatori «Una follia che rovinerà la prima stazione termale in Europa» e dell’Ascom Tutti i partiti schierati contro un’altra scelta imposta al territorio

(Cristina Genesin e Federico Franchin)
Come una bomba, l’effetto è stato deflagrante. Da una parte le forze politiche e la comunità aponense, schierati tutti contro e già in molti (albergatori in testa) pronti a salire “sulle barricate”. Dall’altra parte la Prefettura, infastidita dal venir meno del velo di riservatezza su un progetto che, inevitabilmente, avrebbe provocato pesanti reazioni. Il progetto del nuovo centro di accoglienza per profughi previsto nella caserma di Giarre, fino al 1998 sede logistica degli avieri e dei sottufficiali in servizio nell’ex base Nato sul monte Venda. Per il taglio del nastro, questione di qualche settimana: giusto il tempo di fare degli urgenti interventi di manutenzione.
Getta acqua sul fuoco delle polemiche il Capo di Gabinetto della Prefettura, Alessandro Sallusto, deciso a negare qualunque ruolo nell’operazione del commissario prefettizio Pasquale Aversa, alla guida del Comunque aponense in seguito all’arresto del neo-eletto sindaco Luca Claudio: «Smentisco il coinvolgimento diretto dell’amministrazione comunale di Abano Terme, cioè del commissario Aversa. E smentisco l’affidamento diretto della gestione del progetto a Ecofficina (ora Edeco Servizi). È una partita che gioca la Prefettura», chiarisce il Capo di Gabinetto, «È la Prefettura di Padova che sta esprimendo una valutazione in ordine alla possibilità di usare l’ex caserma di Giarre come sito da dedicare all’accoglienza dei migranti». Un’ex caserma che è proprietà demaniale, quindi dello Stato. Il dirigente prefettizio precisa: «Confermo il sopralluogo condotto dalla Prefettura e smentisco che giovedì sia stata organizzata una riunione operativa per giovedì… Sì c’è un interessamento al sito». Dunque, avanti tutta. E il motivo è doppio: gli sbarchi proseguono fuori controllo e il centro di Bagnoli è al limite, con punte di 800 ospiti nonostante la cifra ufficiale sia più bassa.
Ad Abano, e non solo, il coro di dissenso è unanime. Gli albergatori a tutti i livelli sono preoccupati, ma forse li definisce meglio la parola “sconvolti”. «È una cosa allucinante», sbotta Marco Michielli, presidente di Confturismo e di Federalberghi Veneto «Questo è il prezzo che si paga per l’assenza di una guida politica ad Abano. Il prefetto e il commissario hanno trovato una soluzione senza considerare che Abano e Montegrotto sono il principale centro termale europeo. Ospitare i profughi in località di villeggiatura è pura follia. Mi attiverò personalmente per evitare che questo scempio accada». «Il segretario comunale ha affermato che non vi sono ancora notizie ufficiali in merito. Per domani abbiamo richiesto un appuntamento urgente con il commissario per esprimere ancora una volta e sempre con maggior determinazione tutta la nostra contrarietà nel portare avanti un’iniziativa di questo tipo», aggiunge Emanuele Boaretto, presidente di Federalberghi Terme Abano Montegrotto «Iniziativa illogica rispetto a una destinazione turistica come quella delle Terme Euganee. L’esempio di Eraclea è lampante».
Interviene anche Riccardo Ruggiero, presidente della Sezione Terme e Turismo di Confindustria Padova: «Se accadrà quanto abbiamo letto, avremo sprecato un’altra occasione per gestire l’emergenza assieme al territorio, tenendo presenti le caratteristiche peculiari del tessuto sociale ed economico delle Terme Euganee, a nostro avviso incompatibili con questo tipo di emergenza, se non al prezzo di danni di attrattività e di immagine inaccettabili per un territorio che vive di turismo e termalismo». Gli fa eco Giulia Zanettin, sempre di Confindustria: «La decisione è scellerata e faremo la fine di Bagnoli e Cona» afferma. «Quando si prendono decisioni di questo tipo», precisa il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin, «bisogna avere ben presente il quadro della situazione. Abano e Montegrotto sono località che vivono di turismo, e vivere di turismo significa che gran parte dei posti di lavoro sono dipendenti da questo comparto. Si arriva tranquillamente a diecimila posti di lavoro, tra dipendenti, titolari e collaboratori familiari che sono a rischio. Ha senso, di questi tempi, che il settore venga esposto ad una simile rischio?».
Il sindaco di Montegrotto Riccardo Mortandello invece spiega: «Se il 1° Roc fosse stato gestito in maniera diversa, con la creazione della Cittadella della sicurezza, la situazione ora sarebbe diversa. Non servono le proteste. La questione va affrontata e gestita. Diciamo no ai grandi centri di accoglienza, ma se ci chiederanno di fare la nostra parte, la faremo. Se c’è una richiesta, la prenderemo in esame, anche perché contro le decisioni dei prefetti non possiamo farci nulla». «Chiediamo la convocazione di un Consiglio comunale straordinario per parlare della questione», replica il leader del centrodestra a Montegrotto Alessandro Boschieri.
Ieri è stata una giornata bollente per il mondo della politica di Abano. «È una follia, che rischia di mettere in difficoltà la città che ora ha bisogno di energie. Il commissario deve proteggere la città ed è impossibile si possa pensare ai profughi al 1° Roc», commenta l’ex candidata a sindaco del centrosinistra Monica Lazzaretto «Tutte le forze dovranno unirsi a difesa della città». «Siamo sempre stati contrari ai grandi centri di accoglienza che minerebbero la vocazione turistica del territorio», aggiunge Francesco Pozza, segretario locale del Pd.
Gli ex amministratori Luca Bordin, Michel Marcadella, Massimo Barcaro e Samuele Bozza: «Ce lo aspettavamo. Il commissario sta portando avanti il programma del centrosinistra. Deve smetterla di fare il sindaco, si candidi caso mai alle prossime elezioni». Linda Piva, commissario della Lega annuncia per venerdì mattina un sit in davanti alla caserma. «Abano subirà un altro danno d’immagine dopo l’arresto del sindaco», aggiunge Davide Faggion di Forza Italia. Alessio Zanon di Forza Italia-Club Forza Silvio: «Alzeremo alte le barricate». Gli fa eco Daniele Roncolato di Fratelli d’Italia: «Siamo pronti a saldare la cancellata d’ingresso della caserma». «Diciamo grazie ad Aversa e al Pd aponense per averci portato pure i profughi», aggiunge Alberto Bonato di Abano Città Sicura. Sabrina Talarico di Terme e Futuro intende chiedere «un incontro urgente al commissario. I profughi non devono arrivare ad Abano».

Prima manifestazione davanti ai cancelli dell’ex presidio
Nasce il gruppo facebook “abano dice no”: 1.200 adesioni in poche ore

(f.fr.)Un sit in spontaneo, partito su Facebook, che ha portato davanti all’ex 1° Roc di Giarre oltre 200 persone, soprattutto residenti a Giarre, desiderose di dire un no secco all’arrivo dei migranti in caserma. La serata, promossa dal neonato gruppo Facebook “Abano dice no!”, che ieri sera contava già quasi 1.200 membri, ha radunato davanti alla caserma gente di tutte le estrazioni politiche. Uno degli organizzatori, Marco Destro, ha spiegato alla folla: «Siamo qui per creare un comitato di cittadini che si ponga come parte attiva nel dire no all’arrivo dei migranti ad Abano. Il comitato servirà per consentire ai cittadini di rapportarsi con le istituzioni». Giacomo Rampin, residente a Giarre, ha aggiunto: «Spero che questo comitato non venga usato da qualcuno per crearsi il trampolino di lancio verso la prossima amministrative. Deve rimanere apartitico e apolitico. Siamo qui per tutelare un territorio turistico. Il commissario Aversa sa che ci siamo trovati e quindi sta a lui scegliere se decidere contro la volontà di una città intera». Durante l’incontro, al quale ha partecipato anche il parroco di Giarre don Odilio, sono stati ribaditi i timori di ripercussioni sull’impiego termale.

Preoccupazione a Giarre «Addio alla sicurezza»
La frazione teme l’invasione dei migranti e l’aumento della criminalità
Paura anche per le ricadute sull’occupazione in caso di calo del turismo

(Federico Franchin )
È stato un risveglio traumatico per la Giarre. Gli abitanti della frazione aponense si sentono scossi. Dopo aver appreso dell’imminente arrivo dei migranti all’ex caserma 1° Roc, i cittadini di Giarre in modo pressochè unanime fanno trasparire tutta la loro preoccupazione e tutto il loro disappunto per la decisione presa dalla Prefettura. Fuori dalla scuola elementare De Amicis di Giarre ieri non si parlava d’altro. «Siamo molto preoccupati» dice Michela Boaretto «Siamo preoccupati per gli effetti che potrebbero produrre sul territorio gli arrivi dei migranti a Giarre. Sarà molto difficile gestire la sicurezza ed effettuare tutti i controlli che servono». Andrea Busato sostiene invece che «i profughi non possono coesistere con Abano Terme. Sono stato a Jesolo e ho visto cosa è successo. Siamo preoccupati per il possibile diffondersi della micocriminalità». Sabina Vettorello lascia trasparire un pizzico di polemica: «Chi dobbiamo ringraziare ora che arrivano i profughi a Giarre? Siamo sconvolti». È sintetico e amaro il commento di Enrico Solimene, noto per il suo impegno nel calcio dilettantistico locale nel Duemonti Abano: «Era tutto scontato e già scritto…». Risiede a Giarre ed è preoccupato dell’arrivo dei migranti nella frazione aponense anche Luca Bordin, ex assessore comunale: «Ho due bambine piccole e sono molto preoccupato per loro. Avevo detto alla più grande che quest’anno avrebbe cominciato ad andare a scuola da sola, ma vista la situazione non mi fido più a lasciarla andare in giro senza la presenza mia o di mia moglie. È una stilettata che non ci voleva per la città».
«Non la vedo bene», aggiunge Andrea Mingione, «Qui non si tratta di essere razzisti, ma di opportunità per un comune come Abano e una frazione come Giarre, che sono sempre stati tranquilli». Gli fa da eco la moglie Erica Cecchinato: «Abbiamo dei bambini e siamo logicamente preoccupati per loro, dato che dovremo stare attenti a non lasciarli mai da soli. Noi i profughi ad Abano non li vogliamo proprio e il loro arrivo lo vediamo come un’insidia alla nostra tranquillità». Espone tutte le problematiche, che di riflesso potrebbero riguardare il settore alberghiero, Bruno Tassetto: «È una situazione incredibile, un paese come Abano non può subire una cosa del genere. Io lavoro nel settore alberghiero e già c’è poco lavoro, figuriamoci se dovessero arrivare i migranti quanti posti di lavoro diventerebbero a rischio, perché una scelta del genere si ripercuote inevitabilmente sul turismo». «Fosse tutta gente per bene non ci sarebbe francamente nulla da dire» osserva Romeo Zaccaria «Ma se invadono le strade e vanno a zonzo per passare il tempo in chissà quale modo, allora è difficile non essere preoccupati. Ho una bambina che fa sport e che dovrà frequentare luoghi pubblici come le palestre. Per fortuna ora mi trasferisco a Montegrotto: spero che i migranti non arrivino anche lì…».
È preoccupata anche Serena Melato: «Siamo messi bene con l’arrivo dei profughi… Penso a mia figlia che dovrà girare per Abano». Dario Zilio, titolare della nota ditta di Giarre è chiaro: «Sarà il disastro per Giarre e per Abano» sostiene convinto «Siamo pronti a presidiare la caserma Primo Roc». In mezzo al coro di no c’è chi va contro corrente come Emanuela Lazzaretti: «Non ci vedo alcun problema» dichiara senza paura «Personalmente non ho nulla in contrario nei confronti dei profughi. Il numero di migranti che arriveranno da noi sarà molto basso. Sono pronta ad accoglierli tranquillamente».

Nell’ex base almeno 350 posti letto
In via Roveri c’erano gli alloggi degli avieri che lavoravano sul monte Venda

(f.fr.)
La cima del monte Venda ha ospitato, tra il 1955 e il 1998, una base dell’Aeronautica di rilievo Nato, che aveva il suo cuore in un bunker nelle viscere del colle, nel comune di Teolo. Era la sede del 1° Roc (Regional Operation Center) che controllava e dirigeva il traffico aereo militare e civile in tutto il nord Italia: ce n’erano altri due nel territorio nazionale. Costruita negli anni Cinquanta con fondi messi a disposizione dall’Italia e dagli Stati Uniti, snodo nevralgico durante la Guerra fredda, nel 1960 passò totalmente all’Aeronautica militare italiana. Prima di chiudere i battenti, dal Venda vennero dirette numerose missioni di combattimento nei cieli dell’ex Jugoslavia dilaniata dalla guerra civile. Ora il controllo militare dell’intero spazio aereo italiano avviene a Poggio Renatico, nel Ferrarese, dove venne trasferito il personale che lavorava sul Venda. A Giarre, in via Roveri, era presente una sede distaccata della base. Si trattava di una caserma che fungeva da magazzino, base automezzi e dormitorio, utilizzata soprattutto da avieri generici e sottufficiali che andavano e venivano dal Venda, dove oltre alle infrastrutture militari c’erano pochi edifici di servizio. L’ex caserma di via Roveri è un complesso di oltre 60 mila metri quadrati, con 7 palazzine che possono ospitare 350 posti letto. È stata dismessa dalle Forze armate nel 2004. Tante le idee che nel corso degli anni sono state formulate per il suo recupero. Si è ipotizzato di trasformarla in una “cittadella della sicurezza” in cui concentrare i comandi delle forze dell’ordine, oppure di utilizzarne una parte come foresteria dell’Esercito per i militari di passaggio. L’idea più suggestiva era stata quella dell’ex sindaco Luca Claudio, che aveva ipotizzato di trasformare il 1° Roc di Giarre in un campus universitario. Per riuscirci, dopo tre anni di trattative, aveva siglato un protocollo d’intesa tra il Comune di Abano, il ministero delle Difesa e l’Agenzia del Demanio, per la cessione all’ente locale dell’ex base logistica. In cambio il Comune avrebbe realizzato per l’Arma dei carabinieri una nuova caserma in via Calle Pace. L’intesa prevedeva l’utilizzo del 55% della caserma da parte del ministero della Difesa. Il 35% sarebbe stato sfruttato dal ministero degli Interni per la realizzazione di alloggi per studenti universitari. Il 10% sarebbe stato sfruttato dal Comune per la realizzazione di alloggi tramite una variante urbanistica di cambio di destinazione d’uso. Quel protocollo d’intesa è stato stracciato tre settimane fa dal commissario straordinario Pasquale Aversa, che ha visto poca convenienza per il Comune di Abano nell’acquisire la caserma in cambio della realizzazione della caserma dei carabinieri. Secondo il commissario il Comune può ottenere gratuitamente il complesso. Si stima che la caserma di via Roveri possa ospitare tra le 600 a le 1.000 persone.
14 settembre 2016
Lidia Pege
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