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Claudio confessa: «Ho preso tangenti"

MessaggioInviato: mar lug 26, 2016 1:37 pm
da lidia.pege
Claudio confessa: «Ho preso tangenti
Ma le hanno proposte gli imprenditori»
La svolta: l’ex sindaco di Abano ammette tre episodi, l’ex sindaco di Montegrotto Bordin uno

ABANO TERME (PADOVA) Erano giorni che si aspettava il loro interrogatorio e l’incontro di ieri mattina con gli inquirenti non ha deluso le aspettative. I due principali accusati nell’inchiesta sulle tangenti che ha sconvolto la tranquillità dei comuni termali, Luca Claudio e Massimo Bordin, sono stati interrogati nella mattinata di ieri dal sostituto procuratore Federica Baccaglini e dal tenente colonnello della Guardia di Finanza Luca Lettere. In realtà entrambi, Claudio (ex sindaco prima di Montegrotto e poi di Abano) in carcere dallo scorso 23 giugno, e Bordin (prima vicesindaco di Montegrotto ai tempi dell’amministrazione Claudio e poi suo successore sulla stessa poltrona) ai domiciliari - con l’accusa di concussione, corruzione e induzione indebita a dare o promettere utilità - non hanno risposto alle domande degli inquirenti ma hanno consegnato loro una memoria difensiva nella quale hanno contestato le accuse a loro rivolte.

In poche pagine, Luca Claudio ha ammesso di aver accettato tangenti nelle tre gare di appalto più importanti tra le nove descritte nell’ordinanza di custodia cautelare, anche se si è detto estraneo a tutte le altre accuse. Bordin, invece, si è detto responsabile di un solo episodio di corruzione in relazione ai cinque di cui è accusato. La prima ammissione, che coinvolge entrambi gli ex sindaci (Claudio è assistito dagli avvocati Ferdinando Bonon e da Giovanni Caruso, professore all’Università di Padova entrato ufficialmente nel collegio difensivo, mentre Bordin dal solo Bonon), riguarda i lavori di sistemazione dei pannelli luminosi per indirizzare i turisti agli hotel del comune di Abano Terme. Era il 2012 e, secondo l’accusa, Claudio stesso aveva contattato l’Aesys S.p.a., azienda con sede a Serate, in provincia di Bergamo. Il sindaco, accompagnato dal suo omologo di Montegrotto, Massimo Bordin, si è presentato nel luglio di quell’anno negli uffici dell’azienda e qui ha proposto a Giuseppe Biava, legale rappresentante della società, di prendere parte a una gara di appalto dal valore di 270mila euro. In cambio di una sua sicura vittoria, però, l’azienda avrebbe dovuto versare una quota del 15 per cento dei lavori appaltati a Claudio e Bordin.

Le tangenti sarebbero dovute figurare come il pagamento di prestazioni fornite dalla R.L.S., società fittizia di consulenza di cui figura Massimo Trevisan come rappresentante legale, ma in realtà riconducibile a Luca Claudio, e dalla FT Impianti, azienda di Tiziano Fortuna legata a doppio filo a Massimo Bordin. Nella sua memoria difensiva Claudio ha specificato, però, che non sarebbe stato lui a pretendere i soldi ma, al contrario, sarebbero stati gli stessi imprenditori ad offrirli, trasformando quindi il reato ipotizzato da concussione a corruzione. Lo stesso ex sindaco, comunque, ha ammesso che il nome della R.L.S. è stato fatto da lui all’Aesys. Il secondo episodio ammesso da Claudio riguarda, invece, la gara d’appalto per la riqualificazione energetica e l’adeguamento normativo degli edifici comunali e degli impianti di illuminazione pubblica vinta dalla Guerrato S.p.a., di Saverio Guerrato, in Ati (associazione temporanea di impresa) con la Marco Polo.

Un appalto mastodontico dal valore di oltre 15 milioni di euro. Anche in questo caso, le tangenti, sempre del 15 per cento del valore dell’appalto, sarebbero state versate alla R.L.S. e fatturate come consulenze. L’ultima confessione, poi, riguarda un appalto vinto nel 2013 dalla Pistorello S.p.a., riconducibile a Luciano Pistorello, per l’affidamento della manutenzione straordinaria di strade e piazze con rifacimento di asfalto e segnaletica. Secondo l’accusa, Pistorello avrebbe versato a più riprese, tra il 2013 e il 2014, 50mila euro mascherati, come sempre, da pagamenti di prestazioni alla finta società di consulenza. E’ proprio la presenza della R.L.S. il filo conduttore di questi tre episodi.

Un dettaglio importante ai fini dell’inchiesta, perché sottolineerebbe come il sistema messo in piedi dall’amministratore era già in quel periodo codificato e si basava sull’esistenza di una forma più raffinata di riscossione delle «bustarelle» tramite una società il cui unico scopo era quello di incassare le tangenti. Nella vicenda dell’Aesys, poi, compare anche la FT Impianti, società che svolge nei confronti di Bordin lo stesso ruolo che la R.L.S. riveste per Claudio, ovvero quello di ricevere e «ripulire» il denaro versato come tangente dalle imprese. Nonostante Claudio e Bordin, quindi, continuino a negare tutte le altre accuse, con queste memorie difensive non viene intaccato, secondo gli inquirenti, l’impianto accusatorio dell’inchiesta.
25 luglio 2016 (modifica il 26 luglio 2016)Corriere