Rifiuti di Napoli,Claudio condannato
Inviato: sab lug 16, 2016 1:02 pm
Rifiuti di Napoli, Claudio condannato (Il Gazzettino15 luglio 2016)
Confermata la sentenza per l’ex sindaco e i suoi 4 assessori
(Marco Aldighieri)
«Abusarono dello strumento processuale per mere ragioni di propaganda»: dovranno risarcire il Comune di Montegrotto versando complessivamente 34mila euro, pari alle spese sostenute nel 2008 per una singolare causa civile, ritenuta «irragionevole». È stata confermata in appello, dalla sezione centrale della Corte dei conti di Roma, la sentenza di condanna dell’allora sindaco di Montegrotto, Luca Claudio e di quattro assessori – Valter Belluco, Luca Squarcina, Ivano Marcolongo ed Omar Tasinato – ritenuti responsabili di danno erariale. La sentenza è stata depositata pochi giorni fa: se anche la Cassazione accoglierà la tesi sostenuta dalla Procura regionale della Corte dei conti, i cinque dovranno risarcire di tasca propria la spesa ritenuta immotivata. Il compito di riscuotere la somma (6500 euro ciascuno) spetta al Comune. La vicenda finita all’attenzione dei magistrati prese il via nel 2008, quando la giunta di Montegrotto decise di citare a giudizio davanti al giudice civile il Comune di Napoli, la Provincia partenopea e la Regione Campania chiedendo la loro condanna al risarcimento dei danni asseritamente patiti dal comune padovano a seguito della crisi dei rifiuti di cui aveva dato ampia notizia la stampa internazionale, penalizzando il turismo italiano. La richiesta degli amministratori di Montegrotto fu respinta, in quanto priva di qualsivoglia base giuridica (e di prova che i rifiuti di Napoli avessero penalizzato le Terme), e il Comune fu condannato a pagare le spese legali. Il viceprocuratore regionale Giancarlo Di Maio aprì un’indagine, contestando agli amministratori locali una precisa responsabilità nell’esborso di cui l’amministrazione comunale fu costretta a farsi carico. Nel corso delle indagini, il funzionario responsabile del settore amministrativo, che aveva espresso parere favorevole sulla regolarità della delibera, Antonio Vignoli, decise spontaneamente di pagare 1720 euro (pari alla quota di danno contestatogli), e uscì dal processo.
Ora la Corte dei conti ha confermato la condanna dell’allora sindaco e di quattro suoi assessori.
gazzettino
15 luglio 2016
Confermata la sentenza per l’ex sindaco e i suoi 4 assessori
(Marco Aldighieri)
«Abusarono dello strumento processuale per mere ragioni di propaganda»: dovranno risarcire il Comune di Montegrotto versando complessivamente 34mila euro, pari alle spese sostenute nel 2008 per una singolare causa civile, ritenuta «irragionevole». È stata confermata in appello, dalla sezione centrale della Corte dei conti di Roma, la sentenza di condanna dell’allora sindaco di Montegrotto, Luca Claudio e di quattro assessori – Valter Belluco, Luca Squarcina, Ivano Marcolongo ed Omar Tasinato – ritenuti responsabili di danno erariale. La sentenza è stata depositata pochi giorni fa: se anche la Cassazione accoglierà la tesi sostenuta dalla Procura regionale della Corte dei conti, i cinque dovranno risarcire di tasca propria la spesa ritenuta immotivata. Il compito di riscuotere la somma (6500 euro ciascuno) spetta al Comune. La vicenda finita all’attenzione dei magistrati prese il via nel 2008, quando la giunta di Montegrotto decise di citare a giudizio davanti al giudice civile il Comune di Napoli, la Provincia partenopea e la Regione Campania chiedendo la loro condanna al risarcimento dei danni asseritamente patiti dal comune padovano a seguito della crisi dei rifiuti di cui aveva dato ampia notizia la stampa internazionale, penalizzando il turismo italiano. La richiesta degli amministratori di Montegrotto fu respinta, in quanto priva di qualsivoglia base giuridica (e di prova che i rifiuti di Napoli avessero penalizzato le Terme), e il Comune fu condannato a pagare le spese legali. Il viceprocuratore regionale Giancarlo Di Maio aprì un’indagine, contestando agli amministratori locali una precisa responsabilità nell’esborso di cui l’amministrazione comunale fu costretta a farsi carico. Nel corso delle indagini, il funzionario responsabile del settore amministrativo, che aveva espresso parere favorevole sulla regolarità della delibera, Antonio Vignoli, decise spontaneamente di pagare 1720 euro (pari alla quota di danno contestatogli), e uscì dal processo.
Ora la Corte dei conti ha confermato la condanna dell’allora sindaco e di quattro suoi assessori.
gazzettino
15 luglio 2016