Claudio, l’altra Abano scende in piazza:
è polemica sul legale del sindaco.
Conferme degli imprenditori sulle mazzette a Claudio e Bordin. PD e M5S organizzano la “Notte della legalità”
PADOVA Si sta lentamente sollevando la nebbia di silenzio e omertà che ha avvolto l’operato dei sindaci di Abano e Montegrotto negli ultimi 8 anni. Continuano a parlare imprenditori e dipendenti comunali, tutti coinvolti a vario titolo, conniventi e vittime, nello scandalo della tangentopoli dei Colli, l’indagine che vede indagati Luca Claudio, sindaco di Abano arrestato a tre giorni dalla sua rielezione, e l’ex primo cittadino di Montegrotto, Massimo Bordin, per corruzione, concussione e induzione indebita a dare e promettere utilità per aver preteso, dal 2008 in poi, tangenti sugli appalti pubblici concessi nei due comuni.
I titolari delle ditte che hanno partecipato, e vinto, alle gare nei settori dell’edilizia e del verde pubblico, dopo anni di silenzio hanno aperto il vaso di Pandora e stanno confermando quanto emerso fino ad ora, e cioè che chi di loro voleva lavorare era costretto a versare nelle tasche di Claudio e Bordin mazzette del 15 per cento sul valore dell’appalto. Intanto, però, continuano a farsi sentire anche gli oppositori politici di Claudio che hanno organizzato due manifestazioni per esprimere il proprio dissenso su quanto emerso nel corso dell’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Federica Baccaglini. Hanno scelto il 14 luglio, giorno in cui in Francia si ricorda la presa della Bastiglia del 1789, i raggruppamenti politici che hanno sostenuto, durante l’ultima campagna elettorale, la candidata sindaco di Abano avversaria di Claudio, Monica Lazzaretto. Una data pensata proprio per sottolineare la riconquista della libertà, così come era avvenuto oltralpe con l’inizio della rivoluzione francese.
Il M5S, invece, sta organizzando la «Notte della legalità», un appuntamento cui sarà invitata tutta la cittadinanza e al quale prenderanno parte attivisti locali, parlamentari veneti e, probabilmente, anche esponenti nazionali del movimento fondato da Beppe Grillo. Sempre il M5S di Abano, poi, polemizza con l’avvocato difensore di Luca Claudio, Ferdinando Bonon. Il legale, sottolineano i consiglieri comunali grillini, era stato infatti coinvolto nell’inchiesta sulla banda della Riviera del Brenta, e condannato per concorso esterno in associazioni a delinquere di stampo mafioso. Una curiosità in più. Ferdinando Bonon, che oggi si trova a difendere un sindaco molto vicino ad ambienti di destra, dieci anni fa aveva assistito l’unica donna arrestata nell’inchiesta sulle «Nuove Brigate Rosse», la padovana Amarilli Caprio. Nel 2007, mentre era studentessa di Scienze Politiche alla Statale di Milano, Caprio venne accusata di far parte dell’associazione terroristica di stampo comunista, e di avere il compito di reclutare nuove leve per le Br all’interno degli ambienti universitari. Sempre assistita dall’avvocato Bonon, la donna, che all’epoca dell’arresto aveva 27 anni, venne condannata dalla Cassazione per aver fatto parte di un’associazione eversiva, senza che però gli venisse riconosciuta la finalità terroristica.
corriere 04 luglio 2016