L'inchiesta mattino 26.6.2016
Inviato: dom giu 26, 2016 10:24 pm
L’inchiesta (Il Mattino)
Categorie: Attualità (pubblicato il 26 giugno 2016 da: redazione)
Giustizia
Tante regolari fatture per incassare le mazzette
Luca Claudio usava la Rls srl per portare a casa la sua percentuale sugli appalti
(Elena Livieri)
Contanti infilati in una busta per le piccole tangenti, fatture per consulenze fittizie emesse da una ditta nata a questo esclusivo scopo, per mascherare le grosse tangenti. Perfettamente contabilizzate, quindi, dalla Rls srl con sede a Ponte San Nicolò. Ufficialmente di Massimo Trevisan, di Mestrino, nei fatti l’azienda è riconducibile direttamente a Luca Claudio. Sono tre le aziende che avrebbero pagato tangenti al “re delle Terme” per consulenze inesistenti ma regolarmente fatturate.
Rls srl fantasma. «Non ha dipendenti, nè una struttura operativa funzionante, idonea a perseguire veramente il dichiarato oggetto sociale» si legge a proposito della ditta di Ponte San Nicolò nell’ordinanza con cui il gip Margherita Brunello ha deciso la custodia cautelare in carcere per Luca Claudio e gli arresti domiciliari per l’ex sindaco di Montegrotto Terme Massimo Bordin e gli imprenditori Massimo Trevisan, Saverio Guerrato e Luciano Pistorello. Nelle perquisizioni che la Guardia di finanza ha eseguito a casa di Claudio è stata trovata documentazione – copie di fatture, contratti e appunti – della Rls, il cui ambito operativo sarebbe la locazione di immobili di proprietà verso privati e una “generica attività di assistenza tecnica e/o servizi commerciali”.
Strane coincidenze. I finanzieri annusano qualcosa di anomalo scartabellando le fatture emesse dalla Rls tra il 2011 e il 2015: si accorgono che sono emesse verso società nello stesso periodo destinatarie di appalti o affidamenti diretti di lavori nei Comuni di Abano e Montegrotto. In particolare tornano i nomi di Aesys spa, Guerrato spa in Ati con Marco Polo spa, e Pistorello spa.
Guerrato & Marco Polo. Le due società si uniscono in Ati il 15 settembre 2010 poichè da sola la Guerrato non ha i requisiti per partecipare al bando del Comune di Montegrotto per “la riqualificazione energetica e l’adeguamento normativo degli edifici comunali e impianti di illuminazione pubblica”: una partita da 15 milioni e 380 mila euro che la ditta di Rovigo non vuole perdere. Il contratto di appalto tra il Comune di Montegrotto e la Guerrato-Marco Polo è del 15 novembre 2011. Pochi mesi dopo, Guerrato e Marco Polo iniziano a pagare alcune fatture alla Rls per prestazioni di “assistenza tecnica e finanziaria” non meglio precisata.
Decine di migliaia di euro. Al pm Saverio Guerrato conferma l’esistenza di un contratto di collaborazione con la Rls, rinnovato per due volte: si trova riscontro di un rimborso spese forfettario di 20 mila euro nel 2011, 80 mila nel 2012 e 20 mila nel 2013. Rls, che avrebbe dovuto procacciare nuovi clienti per la Guerrato, non ha in realtà prodotto alcunché. Della Marco Polo viene sentito il responsabile commerciale Alberto Mulè: «Tutti i contatti» dice, «erano direttamente con il signor Luca Claudio tanto che io ho pensato fosse una società a lui riconducibile». In merito al lavoro svolto dalla Rls, Mulè svela: «Non mi ha mai fatto alcuna segnalazione, neanche orale, nè consegnato progetti di lavoro». Ma la Rls è stata pagata: «Con Luca Claudio abbiamo (…) pattuito il corrispettivo delle prestazioni. L’accordo economico comprendeva un corrispettivo forfettario pari a 36 rate mensili da 2.500 euro a titolo di rimborso spese in quanto lui diceva di avere tutta una struttura organizzativa da mettere in moto per poter raggiungere i risultati prefissati, nonchè, nel caso di aggiudicazione di ulteriori lavori, alle previsioni di premi da riconoscersi di volta in volta in funzione del valore dei lavori».
Pistorello spa. La Pistorello spa lavora per il Comune di Abano Terme nel 2013. Nell’ordinanza viene ricostruita la tempistica sospetta che la mette in relazione con la Rls: «Pistorello spa inizia la frequentazione economico-commerciale con Rls il primo ottobre 2013 dopo che il 26 giugno 2013 le erano stati affidati i lavori di manutenzione straordinaria strade e piazze per un compenso di 546.330 euro». Tornano le fatture per “consulenze tecniche”: 25 mila euro nell’ottobre del 2013 e una somma uguale nell’ottobre del 2014.
Aesys spa. Nel 2012 il Comune di Abano affida alla ditta bergamasca la ristrutturazione dei pannelli luminosi: lavori per 270.270 euro. «Mi ha ribadito (Luca Claudio) di avere finanziamenti da spendere e mi ha proposto di farci aggiudicare la gara in cambio di una quota riservata a lui» racconta agli inquirenti Fabio Foresti, commerciale della società. Claudio e Bordin incontrano quindi Marcello Biava, titolare di Aesys che ha accettato “l’accordo” al 15%. A questo punto entra in gioco la Rls, indicata da Claudio a Foresti «per la corresponsione di una parte del suo 15%». E l’altra parte? Claudio ha pensato a tutto. Racconta ancora Foresti: «Claudio mi ha dato una busta con tre offerte dicendomi che Aesys avrebbe dovuto predisporre una ricerca di mercato per la ristrutturazione di impianti elettrici nella propria sede (…) dicendomi che i lavori dovevano essere assegnati alla FT Impianti. Di quei lavori» continua Foresti, «la Aesys non aveva la minima necessità e non sono mai stati eseguiti. Deduco che era un diverso modo di corrispondere a Claudio un’ulteriore tangente».
mazzette
Abano nel cuore il Brasile nel sogno di una nuova vita
Claudio e la moglie pianificavano di trasferirsi a Maceiò
La Finanza indaga su immobili riconducibili alla famiglia
(Enrico Ferro)
Il suo sogno era lasciare per sempre Abano e l’Italia e trasferirsi a Maceió, in Brasile, nella capitale dello Stato dell’Alagoas, dove si vive tutto l’anno con le infradito e dove se hai soldi puoi fare tutto ciò che vuoi. Luca Claudio ci voleva andare con la moglie Stefania Bisaglia e più volte, al telefono, ha parlato di una certa cifra di denaro da raggiungere. Quello del Brasile è un filone investigativo che i militari della Guardia di finanza stanno seguendo, perché lì ci potrebbero essere già diversi immobili riconducibili al sindaco di Abano. Certo, con il passare dei mesi la tensione è salita parecchio anche in casa Claudio. Nonostante lui pubblicamente ostentasse sempre la solita sicurezza, tra le mura domestiche le ansie c’erano, eccome. «Io sono terrorizzata per quella storia della Finanza, solo quella che mi terrorizza, perché sono andati da Massimo (Trevisan) e l’hanno tartassato per tutto il giorno. Praticamente sostenendo che lui era complice…». Sono le 10.35 del 20 ottobre e Stefania Bisaglia telefona al marito per sfogarsi. «Guarda mi è venuta una tale ansia a sapere cos’hanno fatto che… mamma mia che ansia… Guarda è una cosa allucinante questo comportamento. Qua siamo pieni di furti e nessuno fa la vigilanza notturna e poi ci sono 60 persone che indagano su… perdono tempo dietro a queste cose…». Dodici giorni prima, l’8 ottobre, è sempre la moglie a chiamarlo. «Sono alla ricerca di un sogno di gloria che non si avvererà mai» dice lei. «Nel caso in cui tra virgolette mi succeda qualcosa, tu devi trovare un modo di andare avanti». Lei risponde: «Se ci capita in viaggio ci capita a tutti e due». E lui: «Sì, il viaggio ciao ma sto dicendo altre cose insomma che dobbiamo affrontare e anche un’altra situazione particolare che potrebbe crearsi. Dobbiamo decidere se parlare con la (…) se dovesse succedere qualche capito… non so neanch’io… perché magari capita così… e una mattina vengono suonano il campanello e tutto quanto, non so se è meglio avvertirla, meglio dirglielo che ci sono delle indagini». Nel corso dell’indagine è emerso che Luca Claudio e Massimo Bordin e altri imprenditori della zona termale avrebbero voluto realizzare un villaggio turistico in Brasile dove si recavano molto di frequente. Nella documentazione sequestrata a casa di Luca Claudio è stato trovato un foglio che porta la dicitura “Atto Brasil: 20.000”. Sebbene Luca Claudio e sua moglie fossero molto accorti nel non nominare mai al telefono la località brasiliana in cui si sarebbero dovuti rifugiare, sono le celle della telefonia a tradirli. Tra il 14 e il 19 ottobre scorsi i loro telefonini vengono localizzati proprio a Maceió, un viaggio lampo nel corso del quale hanno sbrigato pratiche relative ad alcuni immobili. Le stesse su cui ora stanno indagando i militari della Guardia di finanza.
La deputata Pd Camani: «Ora serve responsabilità, i consiglieri si dimettano»
«Voto influenzato dal clima di paura»
(c.mal.)
«In qualsiasi altro posto al mondo il sindaco si sarebbe dimesso. Non solo per il rispetto della città ma anche per tutelare se stesso. Ad Abano non accadrà». Vanessa Camani, parlamentare aponense del Pd, è stata tra le prime a segnalare il clima «pessimo» alle Terme, anche al ministro dell’Interno. Come si esce politicamente da questa situazione? «Dal punto di vista tecnico la soluzione individuata dal prefetto sta in piedi. Ma dal punto di vista politico c’è la necessità profonda di bonificare Abano. Il consiglio sarà composto dalla vecchia giunta di Claudio, dal presidente del consiglio e da altri due consiglieri uscenti. Non può essere questa la squadra che guiderà Abano per i prossimi mesi». Quale soluzione dunque? «Mi sembra grave che Claudio possa tornare a fare il sindaco una volta esauriti i tempi della custodia cautelare. È giusto che i cittadini tornino ad esprimersi democraticamente. Serve senso di responsabilità. Chiedo ai consiglieri di maggioranza e a quelli di minoranza un gesto che di pacificazione: le dimissioni. Così dimostrano la loro buona fede. Se perseverano invece rischiano di passare per collusi». Nei giorni scorsi ha denunciato una campagna elettorale scorretta. Perché? «Abbiamo fatto una segnalazione al Corecom sulle comunicazioni irregolari di Claudio. Ci sono state “agevolazioni” al sindaco uscente: dall’occupazione di suolo pubblico, all’offerta di cibo e bevande agli elettori (vietata dalla legge), fino ai manifesti affissi fuori dagli spazi consentiti. Sono convinta che questo sistema, aggiunto al clima di paura, abbia condizionato il voto. Non sono state elezioni veramente libere». Il padre di Luca Claudio sostiene che il Pd abbia prodotto un volantino sull’arresto già mercoledì notte. È così? «Macché, noi non avevamo notizie diverse da quelle di tutti i cittadini. Anche per noi il risveglio di giovedì è stato traumatico. Quelle del padre di Claudio sono affermazioni infondate, auspico non in malafede. È strano che in un momento così delicato, sia dal punto di vista personale che collettivo, si trovi l’occasione per fare polemica».
Domani l’interrogatorio del sindaco
L’avvocato: «È convinto di poter dimostrare la sua innocenza»
(e.l.)
«Nega di aver ricevuto anche una sola tangente»: l’avvocato Ferdinando Bonon, legale di Luca Claudio e anche di Massimo Bordin, riporta con estrema sintesi la posizione del suo assistito eccellente, da giovedì in carcere con l’accusa di corruzione, concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità. «Trascorre il tempo in cella studiando l’ordinanza» sottolinea Bonon, «si dice convinto di potersi difendere da tutte le accuse. Credo che la famiglia abbia già chiesto un incontro con lui ma non so dire se avverrà prima dell’interrogatorio». Il gip Margherita Brunello si recherà domani al Due Palazzi per interrogare Claudio, martedì toccherà a Bordin, Trevisan, Guerrato e Pistorello. «L’ordinanza è molto complessa e gli atti su cui si fonda non ho ancora potuto vederli, quindi non posso anticipare molto» dice il legale, «posso dire che trovo abbastanza inverosimile il pericolo di fuga in Brasile, fra i motivi con cui il gip giustifica la custodia cautelare in carcere per Claudio: non credo si sarebbe candidato a sindaco se stava davvero pensando di andarsene. Inoltre appena arrestato voleva nominare la giunta. È convinto di poter dimostrare la sua innocenza. Partiamo da qui».
26 giugno 2016 mattino
Categorie: Attualità (pubblicato il 26 giugno 2016 da: redazione)
Giustizia
Tante regolari fatture per incassare le mazzette
Luca Claudio usava la Rls srl per portare a casa la sua percentuale sugli appalti
(Elena Livieri)
Contanti infilati in una busta per le piccole tangenti, fatture per consulenze fittizie emesse da una ditta nata a questo esclusivo scopo, per mascherare le grosse tangenti. Perfettamente contabilizzate, quindi, dalla Rls srl con sede a Ponte San Nicolò. Ufficialmente di Massimo Trevisan, di Mestrino, nei fatti l’azienda è riconducibile direttamente a Luca Claudio. Sono tre le aziende che avrebbero pagato tangenti al “re delle Terme” per consulenze inesistenti ma regolarmente fatturate.
Rls srl fantasma. «Non ha dipendenti, nè una struttura operativa funzionante, idonea a perseguire veramente il dichiarato oggetto sociale» si legge a proposito della ditta di Ponte San Nicolò nell’ordinanza con cui il gip Margherita Brunello ha deciso la custodia cautelare in carcere per Luca Claudio e gli arresti domiciliari per l’ex sindaco di Montegrotto Terme Massimo Bordin e gli imprenditori Massimo Trevisan, Saverio Guerrato e Luciano Pistorello. Nelle perquisizioni che la Guardia di finanza ha eseguito a casa di Claudio è stata trovata documentazione – copie di fatture, contratti e appunti – della Rls, il cui ambito operativo sarebbe la locazione di immobili di proprietà verso privati e una “generica attività di assistenza tecnica e/o servizi commerciali”.
Strane coincidenze. I finanzieri annusano qualcosa di anomalo scartabellando le fatture emesse dalla Rls tra il 2011 e il 2015: si accorgono che sono emesse verso società nello stesso periodo destinatarie di appalti o affidamenti diretti di lavori nei Comuni di Abano e Montegrotto. In particolare tornano i nomi di Aesys spa, Guerrato spa in Ati con Marco Polo spa, e Pistorello spa.
Guerrato & Marco Polo. Le due società si uniscono in Ati il 15 settembre 2010 poichè da sola la Guerrato non ha i requisiti per partecipare al bando del Comune di Montegrotto per “la riqualificazione energetica e l’adeguamento normativo degli edifici comunali e impianti di illuminazione pubblica”: una partita da 15 milioni e 380 mila euro che la ditta di Rovigo non vuole perdere. Il contratto di appalto tra il Comune di Montegrotto e la Guerrato-Marco Polo è del 15 novembre 2011. Pochi mesi dopo, Guerrato e Marco Polo iniziano a pagare alcune fatture alla Rls per prestazioni di “assistenza tecnica e finanziaria” non meglio precisata.
Decine di migliaia di euro. Al pm Saverio Guerrato conferma l’esistenza di un contratto di collaborazione con la Rls, rinnovato per due volte: si trova riscontro di un rimborso spese forfettario di 20 mila euro nel 2011, 80 mila nel 2012 e 20 mila nel 2013. Rls, che avrebbe dovuto procacciare nuovi clienti per la Guerrato, non ha in realtà prodotto alcunché. Della Marco Polo viene sentito il responsabile commerciale Alberto Mulè: «Tutti i contatti» dice, «erano direttamente con il signor Luca Claudio tanto che io ho pensato fosse una società a lui riconducibile». In merito al lavoro svolto dalla Rls, Mulè svela: «Non mi ha mai fatto alcuna segnalazione, neanche orale, nè consegnato progetti di lavoro». Ma la Rls è stata pagata: «Con Luca Claudio abbiamo (…) pattuito il corrispettivo delle prestazioni. L’accordo economico comprendeva un corrispettivo forfettario pari a 36 rate mensili da 2.500 euro a titolo di rimborso spese in quanto lui diceva di avere tutta una struttura organizzativa da mettere in moto per poter raggiungere i risultati prefissati, nonchè, nel caso di aggiudicazione di ulteriori lavori, alle previsioni di premi da riconoscersi di volta in volta in funzione del valore dei lavori».
Pistorello spa. La Pistorello spa lavora per il Comune di Abano Terme nel 2013. Nell’ordinanza viene ricostruita la tempistica sospetta che la mette in relazione con la Rls: «Pistorello spa inizia la frequentazione economico-commerciale con Rls il primo ottobre 2013 dopo che il 26 giugno 2013 le erano stati affidati i lavori di manutenzione straordinaria strade e piazze per un compenso di 546.330 euro». Tornano le fatture per “consulenze tecniche”: 25 mila euro nell’ottobre del 2013 e una somma uguale nell’ottobre del 2014.
Aesys spa. Nel 2012 il Comune di Abano affida alla ditta bergamasca la ristrutturazione dei pannelli luminosi: lavori per 270.270 euro. «Mi ha ribadito (Luca Claudio) di avere finanziamenti da spendere e mi ha proposto di farci aggiudicare la gara in cambio di una quota riservata a lui» racconta agli inquirenti Fabio Foresti, commerciale della società. Claudio e Bordin incontrano quindi Marcello Biava, titolare di Aesys che ha accettato “l’accordo” al 15%. A questo punto entra in gioco la Rls, indicata da Claudio a Foresti «per la corresponsione di una parte del suo 15%». E l’altra parte? Claudio ha pensato a tutto. Racconta ancora Foresti: «Claudio mi ha dato una busta con tre offerte dicendomi che Aesys avrebbe dovuto predisporre una ricerca di mercato per la ristrutturazione di impianti elettrici nella propria sede (…) dicendomi che i lavori dovevano essere assegnati alla FT Impianti. Di quei lavori» continua Foresti, «la Aesys non aveva la minima necessità e non sono mai stati eseguiti. Deduco che era un diverso modo di corrispondere a Claudio un’ulteriore tangente».
mazzette
Abano nel cuore il Brasile nel sogno di una nuova vita
Claudio e la moglie pianificavano di trasferirsi a Maceiò
La Finanza indaga su immobili riconducibili alla famiglia
(Enrico Ferro)
Il suo sogno era lasciare per sempre Abano e l’Italia e trasferirsi a Maceió, in Brasile, nella capitale dello Stato dell’Alagoas, dove si vive tutto l’anno con le infradito e dove se hai soldi puoi fare tutto ciò che vuoi. Luca Claudio ci voleva andare con la moglie Stefania Bisaglia e più volte, al telefono, ha parlato di una certa cifra di denaro da raggiungere. Quello del Brasile è un filone investigativo che i militari della Guardia di finanza stanno seguendo, perché lì ci potrebbero essere già diversi immobili riconducibili al sindaco di Abano. Certo, con il passare dei mesi la tensione è salita parecchio anche in casa Claudio. Nonostante lui pubblicamente ostentasse sempre la solita sicurezza, tra le mura domestiche le ansie c’erano, eccome. «Io sono terrorizzata per quella storia della Finanza, solo quella che mi terrorizza, perché sono andati da Massimo (Trevisan) e l’hanno tartassato per tutto il giorno. Praticamente sostenendo che lui era complice…». Sono le 10.35 del 20 ottobre e Stefania Bisaglia telefona al marito per sfogarsi. «Guarda mi è venuta una tale ansia a sapere cos’hanno fatto che… mamma mia che ansia… Guarda è una cosa allucinante questo comportamento. Qua siamo pieni di furti e nessuno fa la vigilanza notturna e poi ci sono 60 persone che indagano su… perdono tempo dietro a queste cose…». Dodici giorni prima, l’8 ottobre, è sempre la moglie a chiamarlo. «Sono alla ricerca di un sogno di gloria che non si avvererà mai» dice lei. «Nel caso in cui tra virgolette mi succeda qualcosa, tu devi trovare un modo di andare avanti». Lei risponde: «Se ci capita in viaggio ci capita a tutti e due». E lui: «Sì, il viaggio ciao ma sto dicendo altre cose insomma che dobbiamo affrontare e anche un’altra situazione particolare che potrebbe crearsi. Dobbiamo decidere se parlare con la (…) se dovesse succedere qualche capito… non so neanch’io… perché magari capita così… e una mattina vengono suonano il campanello e tutto quanto, non so se è meglio avvertirla, meglio dirglielo che ci sono delle indagini». Nel corso dell’indagine è emerso che Luca Claudio e Massimo Bordin e altri imprenditori della zona termale avrebbero voluto realizzare un villaggio turistico in Brasile dove si recavano molto di frequente. Nella documentazione sequestrata a casa di Luca Claudio è stato trovato un foglio che porta la dicitura “Atto Brasil: 20.000”. Sebbene Luca Claudio e sua moglie fossero molto accorti nel non nominare mai al telefono la località brasiliana in cui si sarebbero dovuti rifugiare, sono le celle della telefonia a tradirli. Tra il 14 e il 19 ottobre scorsi i loro telefonini vengono localizzati proprio a Maceió, un viaggio lampo nel corso del quale hanno sbrigato pratiche relative ad alcuni immobili. Le stesse su cui ora stanno indagando i militari della Guardia di finanza.
La deputata Pd Camani: «Ora serve responsabilità, i consiglieri si dimettano»
«Voto influenzato dal clima di paura»
(c.mal.)
«In qualsiasi altro posto al mondo il sindaco si sarebbe dimesso. Non solo per il rispetto della città ma anche per tutelare se stesso. Ad Abano non accadrà». Vanessa Camani, parlamentare aponense del Pd, è stata tra le prime a segnalare il clima «pessimo» alle Terme, anche al ministro dell’Interno. Come si esce politicamente da questa situazione? «Dal punto di vista tecnico la soluzione individuata dal prefetto sta in piedi. Ma dal punto di vista politico c’è la necessità profonda di bonificare Abano. Il consiglio sarà composto dalla vecchia giunta di Claudio, dal presidente del consiglio e da altri due consiglieri uscenti. Non può essere questa la squadra che guiderà Abano per i prossimi mesi». Quale soluzione dunque? «Mi sembra grave che Claudio possa tornare a fare il sindaco una volta esauriti i tempi della custodia cautelare. È giusto che i cittadini tornino ad esprimersi democraticamente. Serve senso di responsabilità. Chiedo ai consiglieri di maggioranza e a quelli di minoranza un gesto che di pacificazione: le dimissioni. Così dimostrano la loro buona fede. Se perseverano invece rischiano di passare per collusi». Nei giorni scorsi ha denunciato una campagna elettorale scorretta. Perché? «Abbiamo fatto una segnalazione al Corecom sulle comunicazioni irregolari di Claudio. Ci sono state “agevolazioni” al sindaco uscente: dall’occupazione di suolo pubblico, all’offerta di cibo e bevande agli elettori (vietata dalla legge), fino ai manifesti affissi fuori dagli spazi consentiti. Sono convinta che questo sistema, aggiunto al clima di paura, abbia condizionato il voto. Non sono state elezioni veramente libere». Il padre di Luca Claudio sostiene che il Pd abbia prodotto un volantino sull’arresto già mercoledì notte. È così? «Macché, noi non avevamo notizie diverse da quelle di tutti i cittadini. Anche per noi il risveglio di giovedì è stato traumatico. Quelle del padre di Claudio sono affermazioni infondate, auspico non in malafede. È strano che in un momento così delicato, sia dal punto di vista personale che collettivo, si trovi l’occasione per fare polemica».
Domani l’interrogatorio del sindaco
L’avvocato: «È convinto di poter dimostrare la sua innocenza»
(e.l.)
«Nega di aver ricevuto anche una sola tangente»: l’avvocato Ferdinando Bonon, legale di Luca Claudio e anche di Massimo Bordin, riporta con estrema sintesi la posizione del suo assistito eccellente, da giovedì in carcere con l’accusa di corruzione, concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità. «Trascorre il tempo in cella studiando l’ordinanza» sottolinea Bonon, «si dice convinto di potersi difendere da tutte le accuse. Credo che la famiglia abbia già chiesto un incontro con lui ma non so dire se avverrà prima dell’interrogatorio». Il gip Margherita Brunello si recherà domani al Due Palazzi per interrogare Claudio, martedì toccherà a Bordin, Trevisan, Guerrato e Pistorello. «L’ordinanza è molto complessa e gli atti su cui si fonda non ho ancora potuto vederli, quindi non posso anticipare molto» dice il legale, «posso dire che trovo abbastanza inverosimile il pericolo di fuga in Brasile, fra i motivi con cui il gip giustifica la custodia cautelare in carcere per Claudio: non credo si sarebbe candidato a sindaco se stava davvero pensando di andarsene. Inoltre appena arrestato voleva nominare la giunta. È convinto di poter dimostrare la sua innocenza. Partiamo da qui».
26 giugno 2016 mattino