Padri padroni e morti precoci, la Turchia e il dramma delle spose bambine
Negli ultimi tre anni le spose sotto i 16 anni sono state 181mila. I dati potrebbero essere più pesanti, poiché non tengono conto delle nozze celebrate solo con rito religioso
I dati parlano chiaro. Negli ultimi tre anni le spose in Turchia sotto i 16 anni sono state 181mila. Solo nel 2012, 20mila famiglie hanno portato all’anagrafe i documenti per accasare le loro figlie minorenni. Numeri impressionanti, emersi durante una conferenza che si è tenuta nei giorni scorsi a Smirne, sulla costa egea, e alla quale hanno partecipato personalità accademiche e avvocati impegnati nella difesa dei diritti umani. Potrebbero essere solo la punta dell’iceberg: stando al quotidiano Hurriyet, infatti, molto matrimoni vengono contratti in moschea con rito religioso, non riconosciuto dalla legge turca, che ammette solo il matrimonio civile e quindi non sono nemmeno registrati.
Padri padroni
A decidere del loro destino, ovviamente, non sono le fanciulle, ma le loro famiglie, che spesso le promettono in sposa a pochi anni dalla loro nascita, quando sono appena delle bambine, dai loro genitori, desiderosi di legarsi a nuclei familiari più ricchi o socialmente più elevati o semplicemente assicurare un futuro alla loro prole femminile, che a causa del loro sesso parte più svantaggiata di quella maschile. La pratica è in uso soprattutto nel sud-est del Paese a maggioranza curda, dove vige una struttura sociale ancora rigorosamente rappresentata da clan e dove il matrimonio viene considerato un’opportunità per un’alleanza con un clan più importante.
Studi vietati e morti precoci
Alle spose bambine viene in pratica vietato di scegliere come vivere. Molte di loro abbandonano la scuola dopo il primo ciclo di studi. “Il 97% degli abbandoni scolastici – spiega Nuriye Kadar, avvocato specializzato in tutela dei diritti umani e fra gli organizzatori della conferenza – è rappresentato a da donne”. Un destino crudele, che spesso sfocia nel tragico. Le giovani sono molto frequentemente vittime di abusi fisici e psicologici da parte delle loro famiglie. Per loro accettare il volere dei genitori è una scelta che non ha alternative. La conferenza ha anche evidenziato un dato inquietante che riguarda la salute. La morte di parto o per patologie connesse alla gravidanza è particolarmente frequente fra ragazzine dai 15 ai 19 anni. Madri troppo presto, dopo aver subito violenze inaccettabili. “Il matrimonio contratto con la forza andrebbe punito con la legge – spiega Mustafa Ruhan Erdem, professore di diritto -. In Turchia il matrimonio fra minori non è nemmeno identificato come reato da perseguire”.
Quella dei matrimoni precoci e combinati è una delle piaghe più difficili da sanare nella società turca, perché in molti casi sfocia nel delitto d’onore, ossia l’omicidio della sposa nel caso in cui qualcosa vada storto. Con la giovane in questione che praticamente diviene ostaggio della famiglia che l’ha accolta nella sia casa. Nuclei patriarcali, dove la verginità della sposa è una condizione irrinunciabile, come anche la capacità di generare figli. Il governo è stato accusato più volte di non aver fatto abbastanza per disincentivare questa tradizione e soprattutto di non aver agito con determinazione per avvicinare agli studi o al mondo del lavoro le migliaia di donne che ancora oggi vivono in una condizione di semi segregazione
Effetto Siria
Ma c’è un altro aspetto che ha contribuito all’aumento del fenomeno, già drammatico, del matrimonio di spose bambine in Turchia. L’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite (UHNCR) ha rivelato che in Turchia negli ultimi quattro anni sono entrate migliaia di ragazze in età da marito compresa fra i 13 e i 20 anni provenienti dalla Siria e dall’Iraq. Un sondaggio effettuato dall’Agenzia rivelava che le famiglie delle giovani non avrebbero mai permesso un matrimonio fra minori in presenza di stabilità e solidità economica. Ma molte altre potrebbero essere andate in sposa a famiglie turche per la disperazione. Per ottenere una cittadinanza che significa la salvezza e aiutare la loro famiglia di origine a consolidare il rapporto con la Mezzaluna.
La stampa marta ottaviani 21/12/2015