Papa a Mosul mai lecito uccidere i fratelli in nome di Dio

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Papa a Mosul mai lecito uccidere i fratelli in nome di Dio

Messaggioda lidia.pege » dom mar 07, 2021 11:19 am

Il Papa a Mosul: mai lecito uccidere i fratelli in nome di Dio
Avvenire sabato 6 marzo 2021
La preghiera per le vittime della guerra recitata dal Papa tra le macerie nel terzo giorno della sua storica visita. IL TESTO DELLA PREGHIERA

Nel terzo e penultimo giorno della sua intensa visita apostolica in Iraq (lunedì il rientro a Roma), papa Francesco da Baghdad ha raggiunto in aereo la città di Erbil, dove in aeroporto ha incontrato i leader, sia religiosi sia civili, della regione autonoma del Kurdistan iracheno.

Il tempo dei colloqui, poi il Pontefice in elicottero si è trasferito a Mosul, dove si è svolto uno dei momenti più intensi di tutto il viaggio: nella piazza della chiesa della città, punteggiata dalla macerie della guerra, ha pronunciato una preghiera di suffragio per le vittime della guerra.

Il Papa aveva in precedenza ascoltato le testimonianze di padre Raid Kallo e di Gutayba Aagha, che gli avevano parlato dello sfollamento forzato di molte famiglie cristiane dalle loro case, del "tragico venir meno dei discepoli di Cristo, qui e in tutto il Medio Oriente", un danno incalcolabile non solo per le persone e le comunità interessate, ma per la stessa società che si lasciano alle spalle. "Lei, Padre - ha aggiunto il Papa -, ha parlato anche dell’esperienza fraterna che vive con i musulmani, dopo essere ritornato a Mosul. Lei ha trovato accoglienza, rispetto, collaborazione. Signor Aagha, Lei ci ha ricordato che la vera identità di questa città è quella della convivenza armoniosa tra persone di origini e culture diverse. Per questo, accolgo con grande favore il Suo invito alla comunità cristiana a tornare a Mosul e ad assumere il ruolo vitale che le è proprio nel processo di risanamento e di rinnovamento".

"Qui a Mosul le tragiche conseguenze della guerra e delle ostilità sono fin troppo evidenti. Com’è crudele che questo Paese, culla di civiltà, sia stato colpito da una tempesta così disumana, con antichi luoghi di culto distrutti e migliaia e migliaia di persone – musulmani, cristiani, yazidi e altri – sfollati con la forza o uccisi!". Ma il Papa vuole riaffermare che "la fraternità è più forte del fratricidio, che la speranza è più forte della morte, che la pace è più forte della guerra. Questa convinzione parla con voce più eloquente di quella dell’odio e della violenza; e mai potrà essere soffocata nel sangue versato da coloro che pervertono il nome di Dio percorrendo strade di distruzione".
PREGHIERA PER LE VITTIME DELLA GUERRA

Prima di pregare per tutte le vittime della guerra in questa città di Mosul, in Iraq e nell’intero Medio Oriente, vorrei condividere con voi questi pensieri: Se Dio è il Dio della vita – e lo è –, ai suoi figli non è lecito uccidere altri figli nel suo nome. Se Dio è il Dio della pace – e lo è –, ai suoi figli non è lecito fare la guerra nel suo nome.Se Dio è il Dio dell’amore – e lo è –, ai suoi figli non è lecito odiare i fratelli.

Ora preghiamo insieme per tutte le vittime della guerra, perché Dio Onnipotente conceda loro vita eterna e pace senza fine, e le accolga nel suo amorevole abbraccio. E preghiamo anche per tutti noi, perché, al di là delle appartenenze religiose, possiamo vivere in armonia e in pace, consapevoli che agli occhi di Dio siamo tutti fratelli e sorelle.

Preghiera

Altissimo Dio, Signore del tempo e della storia, Tu per amore hai creato il mondo e non smetti mai di riversare sulle tue creature le tue benedizioni. Tu, al di là dell’oceano della sofferenza e della morte, aldilà delle tentazioni della violenza, dell’ingiustizia e dell’iniquo guadagno, accompagni i tuoi figli e le tue figlie con tenero amore di Padre.

Ma noi uomini, ingrati per i tuoi doni e rapiti dalle nostre preoccupazioni e dalle nostre ambizioni troppo terrene, spesso abbiamo dimenticato i tuoi disegni di pace e di armonia. Ci siamo chiusi in noi stessi e nei nostri interessi di parte e, indifferenti a Te e agli altri, abbiamo sbarrato le porte alla pace. Si è così ripetuto quanto il profeta Giona udì dire di Ninive: la malvagità degli uomini è salita fino al cielo (cfr Gn 1,2). Non abbiamo alzato al Cielo mani pure (cfr 1 Tm 2,8), ma dalla terra è salito ancora una volta il grido del sangue innocente (cfr Gen 4,10). Gli abitanti di Ninive, nel racconto di Giona, ascoltarono la voce del tuo profeta e trovarono salvezza nella conversione. Anche noi, Signore, mentre ti affidiamo le tante vittime dell’odio dell’uomo contro l’uomo, invochiamo il tuo perdono e supplichiamo la grazia della conversione:

Kyrie eleison! Kyrie eleison! Kyrie eleison!

Signore Dio nostro, in questa città due simboli testimoniano l’eterno desiderio dell’umanità di avvicinarsi a Te: la moschea Al-Nouri con il suo minareto Al Hadba e la chiesa di Nostra Signora dell’orologio. È un orologio che da più di cent’anni ricorda ai passanti che la vita è breve e il tempo prezioso. Insegnaci a comprendere che Tu hai affidato a noi il tuo disegno di amore, di pace e di riconciliazione, perché lo attuassimo nel tempo, nel breve volgere della nostra vita terrena. Facci comprendere che solo mettendolo in pratica senza indugi si potranno ricostruire questa città e questo Paese, e si potranno risanare i cuori straziati dal dolore. Aiutaci a non trascorrere il tempo al servizio dei nostri interessi egoistici, personali o di gruppo, ma al servizio del tuo disegno d’amore. E quando andiamo fuori strada, fa’ che possiamo dare ascolto alla voce dei veri uomini di Dio e ravvederci per tempo, per non travolgerci ancora con distruzione e morte.

Ti affidiamo coloro, la cui vita terrena è stata accorciata dalla mano violenta dei loro fratelli, e ti imploriamo anche per quanti hanno fatto del male ai loro fratelli e alle loro sorelle: si ravvedano, toccati dalla potenza della tua misericordia.

Requiem æternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis.

Requiescant in pace. Amen.
La nuova tappa: Qaraqosh

Prima di lasciare Mosul, per recarsi a Qaraqosh, il Papa ha visitato le rovine intorno alla piazza in cui si è tenuta la preghiera per le vittime della guerra. In particolare si è fermato a pregare davanti alle rovine della Chiesa siro-cattolica, praticamente devastata.

A Qaraqosh, tappa del terzo giorno di viaggio del Papa in Iraq, c'è la più grande comunità cristiana. Qaraqosh, conosciuta anche come Bakhdida, Baghdeda o Al- Hamdaniya, è una città assira nel nord dell'Iraq, all'interno del Governatorato di Ninive, a circa 32 km a sud-est di Mosul e a 60 km a ovest di Erbil, vicino alle rovine delle antiche città assire Nimrud e Ninive.

Principale città cristiana del Paese, a prevalente vocazione agricola, con oltre 50 mila abitanti, di cui il 90% cristiani, nell'estate del 2014 viene invasa dai miliziani del Daesh, che ne distruggono le case, devastano le chiese, la biblioteca e altri edifici importanti. Sono decine di migliaia i cristiani che devono abbandonare in tutta fretta le loro abitazioni, cercando riparo per la maggior parte nel Kurdistan iracheno. La cittadina viene liberata dall'occupazione jihadista due anni più tardi, nel 2016.

L'aiuto della Chiesa e della comunità internazionale nella ricostruzione del centro urbano ha oggi consentito a circa il 46% di quanti abitavano la cittadina prima dell'invasione del Daesh, nell'agosto 2014, di rientrare
Lidia Pege
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