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firma entro il 30 settembre

MessaggioInviato: ven set 09, 2011 1:28 pm
da lidia.pege
MOBILITAZIONE
Tre settimane per cancellare il Porcellum
Obiettivo: cinquecentomila firme per votare
Fase cruciale per il percorso referendario per l'abrogazione della "legge porcata" che blocca il Parlamento, indebolisce la politica, separa i cittadini dai propri rappresentanti. La prima scadenza è il 30 settembre, data ultima per consegnare le firme alla Cassazione. Le iniziative in tutta Italia, i gazebo, l'impegno dei partiti promotori
di CARMINE SAVIANO

Tre settimane per cancellare il Porcellum Obiettivo: cinquecentomila firme per votare Eugenio Scalfari firma al banchetto di "Libertà e Giustizia"
ROMA - Ventun giorni. Tre settimane di mobilitazione. Per non sprecare un'occasione: migliorare dal basso la qualità della democrazia italiana. Cinquecentomila firme per iniziare il percorso verso l'abrogazione del Porcellum, per cancellare una legge elettorale che blocca il Parlamento, indebolisce la politica, separa i cittadini dai propri rappresentanti. La corsa verso il referendum abrogativo della "legge porcata" continua. Partiti, associazioni, comitati. Un fronte compatto che attraversa le piazze di migliaia di città italiane con lo slogan "Firmo, voto, scelgo 1". La prima scadenza è il 30 settembre, data ultima per consegnare le firme alla Corte di Cassazione.

DOVE FIRMARE 2 - I banchetti Idv 3

LA SCHEDA TECNICA 4

IL VADEMECUM 5

Il Porcellum è ancora lì. Le motivazioni della campagna referendaria sono lapidarie. Una trama che lega l'efficienza della politica italiana, la rappresentatività delle Istituzioni, l'incapacità
dell'esecutivo guidato da Silvio Berlusconi di rispondere alla crisi economica. "In un momento drammatico come questo, con il governo italiano commissariato dall'Europa, il Paese ha più bisogno di un Parlamento pienamente rappresentativo, capace di prendere decisioni impegnative". Provvedimenti efficaci e condivisi. Resi forti dal vincolo di fiducia tra cittadini e parlamentari. L'appello del comitato referendario, firmato da Andrea Morrone a Arturo Parisi, parte da qui: "Firmate per ridare al cittadino il diritto di scegliere i propri rappresentanti attraverso i collegi uninominali. Firmate per rafforzare e migliorare il sistema bipolare italiano e assicurare l'alternanza politica".

Ritorno al Mattarellum. I quesiti presentati sono due. Il primo, totalmente abrogativo, prevede la cancellazione di tutte le modifiche apportate dalla legge Calderoli al sistema elettorale. Il secondo, basato sul metodo dell'abrogazione parziale, si basa sull'eliminazione di particolari disposizioni della legge elettorale vigente. L'obiettivo è lo stesso per entrambi: dire addio alla legge porcata, eliminando tutti i suoi principali contenuti. Ovvero: liste bloccate, premio di maggioranza, distribuzione proporzionale dei seggi, soglie di sbarramento. Un'operazione che riporterebbe in vita la legge elettorale in vigore fino al 2005, il cosiddetto Mattarellum. "Con questa legge l'Italia ha conosciuto, per la prima volta nella sua storia politica, l'alternanza degli schieramenti di governo. E per l'elettore era possibile scegliere direttamente il candidato del proprio territorio".

I partiti. Numerosi quelli impegnati nella campagna referendaria. Adesione piena dall'Italia dei Valori, Sinistra e Libertà, Partito Liberale Italiano e Unione Popolare. Più complessa e frammentata la posizione del Partito Democratico, che pur non aderendo ufficialmente al comitato referendario, vede molti suoi esponenti impegnati in prima fila. Da Romano Prodi ad Arturo Parisi - che ha riproposto il simbolo dell'asinello - da Walter Veltroni a Rosy Bindi e Vannino Chiti. E negli ultimi giorni sono stati molti i 'richiamì che Parisi ha lanciato alla segreteria del Pd affinché "venga superata questa posizione intermedia". L'ipotesi è portare l'intero partito in prima linea contro il Porcellum.

La mobilitazione. Intanto la campagna referendaria è partita. Gazebo e moduli per raccogliere le firme saranno presenti nelle prossime settimane in quasi tutte le città italiane. L'impegno di associazioni e comitati locali è forte, diffuso. In migliaia non vogliono lasciare nulla di intentato per recuperare il diritto a scegliere in prima persona i propri rappresentanti. I metodi, quelli canonici: passaparola, porta a porta, informazione costante. Poi la rete, ancora una volta strumento per ampliare la partecipazione politica. I contenuti sono migliaia. Video, appelli, documenti. E cartine geografiche in costante aggiornamento per segnalare la presenza dei punti di raccolta delle adesioni. Un modello sperimentato già con i referendum dello scorso giugno, e che promette di rivelare nuovamente la propria efficacia. E l'obiettivo sembra a portata di mano. Antonio Di Pietro, infatti, ha già annunciato che solo l'Idv ha già raccolto 160mila firme.

(08 settembre 2011)