Spostamenti vietati in tutta Italia dal 21 dicembre al 6 gennaio, ecco il decreto
Nessuna deroga al coprifuoco dalle 22 per la notte di San Silvestro. Rivolta in parlamento: "Sì ai ricongiungimenti famigliari"
03 Dicembre 2020 La nuova Venezia
VENEZIA. Coprifuoco rafforzato a Capodanno fino alle 7 di mattina. Il divieto a uscire di casa dalle 22, come avviene già da un mese in tutta Italia, non finirà alle 5 ma sarà prolungato fino alle 7.
Alcuni cambiamenti ci saranno dal giorno dopo l'Epifania: dal 7 gennaio infatti si potrà tornare a sciare ma con l'ok del Cts alle linee guida proposte da Regioni e Provincie autonome. E sempre dal 7 gennaio è previsto il rientro in classe per i liceali al 50 per cento. Sono alcuni dei passaggi contenuti nella bozza del nuovo Dpcm in vigore da domani, venerdì 4 dicembre fino al 15 gennaio. I ristoranti lavoreranno a pranzo il giorno di Natale, Santo Stefano e primo e 6 gennaio, con il limite di quattro persone al tavolo.
Resteranno invece chiusi quelli dentro gli alberghi la sera di Capodanno: chi vorrà potrà festeggiare l'anno nuovo in camera. Nessuna deroga per gli spostamenti. Il decreto Natale, approvato dal Consiglio dei ministri e firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, vieta i viaggi tra regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio, quelli tra Comuni nelle giornate del 25 e 26 dicembre e 1 gennaio e lo stop a recarsi nelle seconde case.
Ecco il testo del decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale
Dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 è vietato, nell’ambito del territorio nazionale, ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, e nelle giornate del 25 e del 26 dicembre 2020 e del 1° gennaio 2021 è vietato altresì ogni spostamento tra comuni, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute.
È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra Regione o Provincia autonoma e, nelle giornate del 25 e 26 dicembre 2020 e del 1° gennaio 2021, anche ubicate in altro Comune, ai quali si applicano i predetti divieti.
Veglione e ristoranti, ecco le regole
Bozza del Dpcm: IL VEGLIONE. Nessuna deroga al coprifuoco dalle 22 per la notte di San Silvestro: «Dalle ore 22.00 alle ore 5.00 del giorno successivo, nonché dalle ore 22.00 del 31 dicembre 2020 alle ore 7 del 1° gennaio 2021sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute» si legge nella bozza del Dpcm. Si potrà trascorrere la notte del 31 in albergo, a condizione di restare in Camera: «Resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti, che siano ivi alloggiati; dalle ore 18.00 del 31 dicembre 2020 e fino alle ore 7.00 del 1° gennaio 2020, la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive è consentita solo con servizio in camera».
RISTORANTI. Ristoranti aperti a pranzo anche a Natale, Santo Stefano, Capodanno ed Epifania, secondo quanto previsto dalla bozza del Dpcm: «Le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle ore 5.00 fino alle ore 18.00; il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi; dopo le ore 18,00 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico; resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti, che siano ivi alloggiati; dalle ore 18.00 del 31 dicembre 2020 e fino alle ore 7.00 del 1° gennaio 2020, la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive è consentita solo con servizio in camera; resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 22,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze».
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CENTRI COMMERCIALI. I negozi potranno restare aperti fino alle 21 mentre resta la chiusura per i centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi: «Fino al 6 gennaio 2021, l’esercizio delle attività commerciali al dettaglio è consentito fino alle ore 21.00 nelle giornate festive e prefestive sono chiusi gli esercizi commerciali presenti all’interno dei mercati e dei centri commerciali, gallerie commerciali, parchi commerciali, aggregazioni di esercizi commerciali ed altre strutture ad essi assimilabili, a eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, di prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi, ed edicole».
SCI. Dal 7 gennaio si potrà tornare a sciare: «A partire dal 7 gennaio 2021, gli impianti sono aperti, agli sciatori amatoriali solo subordinatamente all’adozione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e validate dal Comitato tecnico-scientifico, rivolte a evitare aggregazioni di persone e, in genere, assembramenti».
Critico il governatore del Veneto, Luca Zaia. «Alle 2.30 della mattina è arrivata la bozza del Dpcm - ha commentato - che è un Dpcm che lascia non poche perplessità. Talmente incisivo su alcuni aspetti, come gli spostamenti che il governo è stato costretto ad approvare nottetempo anche un decreto legge. Posso garantire che qualche guaio ce lo crea questo Dpcm».
In merito alle limitazioni negli spostamenti previsti nel Dpcm si apre, secondo Zaia, «uno scenario di natura umana che è quella della mancato ricongiungimento anche tra genitori e figli e io penso che questo aspetto per la regione del Veneto viene prima di tutti. Ci sono mille altre soluzioni per pensare di evitare gli spostamenti. Ma poi se penso a città come Roma o Milano e alle periferie e alla campagna vedo una sperequazione anche di natura Costituzionale estrema. Chiudi i 150 abitanti del comune veneto di Laghi o i 6mila di Godegna di Sant’Urbano ma poi lasci che milioni di persone si muovano tranquillamente a Roma o Milano... città grandi come due terzi del Veneto, non ha nessun senso. La norma non sta in piedi».
«Un Dpcm così - ha poi attaccato Zaia - crea conflitti sociali, anzi guerra tra poveri, perchè è inevitabile che ci saranno cittadini di serie A e serie B. È evidente, tra l’altro, che ormai l’approvazione dei dpcm è diventato un cerimoniale di corte, perchè le Regioni sono sentite, ma per modo di dire, tanto è vero che noi facciamo sempre documenti con correzioni che poi non vengono mai recepiti. Un atteggiamento scorretto».
Nel primo pomeriggio, prima dell’incontro con il premier Conte e i ministri Speranza e Boccia, il confronto tra governatori si è spostato sulla piattaforma on line della Cnferenza elle Regioni, dove sostanzialmente sono state confermate le line espresse dai singoli. «Il mancato confronto interistituzionale» con le Regioni sul decreto approvato dal governo «non ha consentito di portare alla individuazione delle soluzioni più idonee per contemperare le misure di contenimento del virus e il contesto di relazioni familiari e sociali tipiche del periodo delle festività natalizie», si legge in un documento della Conferenza delle Regioni. I presidenti prendono dunque «atto delle scelte operate con l’adozione del decreto legge che, intervenendo con forti limitazioni agli spostamenti e alle relazioni sociali nel periodo dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021, rende di fatto pleonastico il pronunciamento su parti essenziali del Dpcm».