Altre 6 regioni verso la zona rossa.I medici:Subito lockdow
Inviato: lun nov 09, 2020 5:23 pm
Covid. Altre 6 regioni verso la zona rossa. I medici: «Subito il lockdown»
I.Sol. lunedì 9 novembre 2020 Avvenire
Attesa la decisione del governo, ma senza dati precisi e puntuali dalle Regioni, il sistema non funziona. Ricciardi: servono lockdown cittadini. Ordine dei medici: il sistema sanitario non tiene
È attesa per oggi la decisione del governo su possibili nuove zone rosse e arancioni per almeno sei regioni. Nelle prossime ore potrebbe arrivare una nuova ordinanza del ministro Roberto Speranza che andrà a imporre altre restrizioni per almeno sei regioni, con i dati arrivati fino a domenica in ritardo o parziali agli esperti dell’Istituto Superiore della Sanità (Iss), costretti a rinviare il nuovo report di almeno 24 ore. A rischio zona arancione e rossa ci sono Campania, Veneto e Toscana, ma secondo il Corriere della sera ci sarebbero anche Abruzzo, Umbria e Liguria. All'elenco la Repubblica aggiunge anche l’Emilia-Romagna.
Secondo il consigliere del ministero della Salute, Walter Ricciardi, questa sorta di lockdown per aree rappresenta l’ultima soluzione al momento per congelare l’aumento dei contagi. O meglio l’alternativa ci sarebbe ed è il lockdown nazionale, una carta: «che nessuno vorrebbe dover giocare. E per non sprecare questa opportunità – ha spiegato ancora Ricciardi – è bene che le Regioni collaborino», perché senza dati precisi e puntuali dalle Regioni, il sistema non può funzionare.
A precisa domanda se le misure attuali possano bastare Ricciardi ha spiegato in modo chiaro che «la semplice raccomandazione a non muoversi di casa riduce del 3% l'incidenza dei contagi, il lockdown del 125%. Se a questo accoppiamo lo smart working, che vale un altro 13% e il 15% determinato dalla chiusura delle scuole si arriva a quel 60% che serve per raffreddare l'epidemia. Per questo dico che fermare un attimo tutto dove la situazione è già fuori controllo è l'unica soluzione possibile». Da un lato, quindi, il professore della Università Cattolica è tornato a indicare nella chiusura delle grandi città la soluzione più efficace al momento per contenere i contagi: «Servono dei veri lockdown cittadini e spetta ai governatori proclamarli. Penso soprattutto a Milano, Genova, Torino e Napoli, si deve agire con decisione e fare presto». Mentre dall'altro lato vi è l'Ordine dei medici che ha richiesto a gran voce un nuovo lockdown totale in tutto il Paese alla luce dei nuovi dati su ricoveri e terapie intensive: «Il sistema sanitario non tiene, in un mese rischiamo altri diecimila morti».
Gli anestesisti: ci aspettiamo il raddoppio dei ricoveri nei prossimi 7 giorni
Una posizione analoga l'ha espressa il presidente dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri (Aaroi) Alessandro Vergallo. "Ci attendiamo un raddoppio dei ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva nella prossima settimana se il trend non muterà, ed in attesa degli eventuali benefici derivanti dalle misure dell'ultimo dpcm che potranno però evidenziarsi non prima di altri 10 giorni". Le terapie intensive "sono già sotto pressione. A fronte di ciò e dell'assenza di una medicina territoriale, la proposta di lockdown nazionale - ha concluso Vergallo - è a questo punto ragionevole".
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha fatto di nuovo appello all'unità d'intenti e all'impegno dei singoli perché, sottolinea, le misure porteranno a un abbassamento della curva, ma «deve essere chiaro che a fare la differenza sono i comportamenti individuali».
«Abbiamo bisogno che torni lo spirito di consapevolezza di marzo - ha spiegato intervistato al programma televisivo Mezz'ora in più su Rai3 -. Se non invertiamo la curva, il nostro servizio sanitario tra poco sarà in crisi».
Da Napoli, dopo le immagini delle code davanti agli ospedali e le polemiche per il lungomare affollato di gente a passeggio, arriva la risposta del sindaco Luigi De Magistris con un post infuocato: «Se la situazione degli ospedali è drammatica, vuol dire che probabilmente chi ha dichiarato zona gialla ha sbagliato». E ancora: «Sentire il presidente della Regione annunciare il lockdown ormai quasi un mese fa quando la situazione era anche meno drammatica e ascoltare il professor Ricciardi, consulente del Ministro della salute, auspicare subito il lockdown a Napoli, mi induce a chiedere 'ma a chi aspettate allora?'» De Magistris scrive anche di dati epidemiologici, «non attuali né corretti», alimentando la polemica del caos numeri che da più parti imperversa, e sulla quale il ministro Speranza è netto: se i dati di alcune Regioni fossero volutamente falsati «sarebbe un reato grave».
Nella prima settimana di Italia divisa in zone di rischio Covid, da Nord a Sud, a Roma sono arrivate lettere di amministratori che pretendono misure diverse, anche se l'esecutivo ribadisce che i dati dell'emergenza Covid sono pubblici e il percorso che ha portato alle fasce di rischio è stato interamente condiviso con i rappresentanti della Conferenza delle Regioni. Dalla Liguria il presidente Giovanni Toti si dice d'accordo con la divisione in aree di rischio e aggiunge: «I dati sono giusti ma non esaustivi della realtà che viviamo, perché cambiano di ora in ora». «Sono disponibile a discutere di cambiamenti di fascia della Regione», purché si tenga conto «delle esigenze di salute e anche di quelle dell'economia».
Restano però tanti gli amministratori che spingono per misure più severe o le attuano, come nel caso della Puglia, contro le cui scuole chiuse annuncia provvedimenti il ministero dell'Istruzione. E allo stesso tempo, anche l’Alto Adige sceglie di entrare in zona rossa prima ancora che i tecnici del governo le impongano di cambiare colore. Nelle ultime 24 ore la provincia di Bolzano ha registrato 781 nuovi casi su 2998 tamponi e quattro decessi. «La situazione è molto critica», ha preso atto il presidente Arno Kompatscher prima di firmare l’ordinanza.
I.Sol. lunedì 9 novembre 2020 Avvenire
Attesa la decisione del governo, ma senza dati precisi e puntuali dalle Regioni, il sistema non funziona. Ricciardi: servono lockdown cittadini. Ordine dei medici: il sistema sanitario non tiene
È attesa per oggi la decisione del governo su possibili nuove zone rosse e arancioni per almeno sei regioni. Nelle prossime ore potrebbe arrivare una nuova ordinanza del ministro Roberto Speranza che andrà a imporre altre restrizioni per almeno sei regioni, con i dati arrivati fino a domenica in ritardo o parziali agli esperti dell’Istituto Superiore della Sanità (Iss), costretti a rinviare il nuovo report di almeno 24 ore. A rischio zona arancione e rossa ci sono Campania, Veneto e Toscana, ma secondo il Corriere della sera ci sarebbero anche Abruzzo, Umbria e Liguria. All'elenco la Repubblica aggiunge anche l’Emilia-Romagna.
Secondo il consigliere del ministero della Salute, Walter Ricciardi, questa sorta di lockdown per aree rappresenta l’ultima soluzione al momento per congelare l’aumento dei contagi. O meglio l’alternativa ci sarebbe ed è il lockdown nazionale, una carta: «che nessuno vorrebbe dover giocare. E per non sprecare questa opportunità – ha spiegato ancora Ricciardi – è bene che le Regioni collaborino», perché senza dati precisi e puntuali dalle Regioni, il sistema non può funzionare.
A precisa domanda se le misure attuali possano bastare Ricciardi ha spiegato in modo chiaro che «la semplice raccomandazione a non muoversi di casa riduce del 3% l'incidenza dei contagi, il lockdown del 125%. Se a questo accoppiamo lo smart working, che vale un altro 13% e il 15% determinato dalla chiusura delle scuole si arriva a quel 60% che serve per raffreddare l'epidemia. Per questo dico che fermare un attimo tutto dove la situazione è già fuori controllo è l'unica soluzione possibile». Da un lato, quindi, il professore della Università Cattolica è tornato a indicare nella chiusura delle grandi città la soluzione più efficace al momento per contenere i contagi: «Servono dei veri lockdown cittadini e spetta ai governatori proclamarli. Penso soprattutto a Milano, Genova, Torino e Napoli, si deve agire con decisione e fare presto». Mentre dall'altro lato vi è l'Ordine dei medici che ha richiesto a gran voce un nuovo lockdown totale in tutto il Paese alla luce dei nuovi dati su ricoveri e terapie intensive: «Il sistema sanitario non tiene, in un mese rischiamo altri diecimila morti».
Gli anestesisti: ci aspettiamo il raddoppio dei ricoveri nei prossimi 7 giorni
Una posizione analoga l'ha espressa il presidente dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri (Aaroi) Alessandro Vergallo. "Ci attendiamo un raddoppio dei ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva nella prossima settimana se il trend non muterà, ed in attesa degli eventuali benefici derivanti dalle misure dell'ultimo dpcm che potranno però evidenziarsi non prima di altri 10 giorni". Le terapie intensive "sono già sotto pressione. A fronte di ciò e dell'assenza di una medicina territoriale, la proposta di lockdown nazionale - ha concluso Vergallo - è a questo punto ragionevole".
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha fatto di nuovo appello all'unità d'intenti e all'impegno dei singoli perché, sottolinea, le misure porteranno a un abbassamento della curva, ma «deve essere chiaro che a fare la differenza sono i comportamenti individuali».
«Abbiamo bisogno che torni lo spirito di consapevolezza di marzo - ha spiegato intervistato al programma televisivo Mezz'ora in più su Rai3 -. Se non invertiamo la curva, il nostro servizio sanitario tra poco sarà in crisi».
Da Napoli, dopo le immagini delle code davanti agli ospedali e le polemiche per il lungomare affollato di gente a passeggio, arriva la risposta del sindaco Luigi De Magistris con un post infuocato: «Se la situazione degli ospedali è drammatica, vuol dire che probabilmente chi ha dichiarato zona gialla ha sbagliato». E ancora: «Sentire il presidente della Regione annunciare il lockdown ormai quasi un mese fa quando la situazione era anche meno drammatica e ascoltare il professor Ricciardi, consulente del Ministro della salute, auspicare subito il lockdown a Napoli, mi induce a chiedere 'ma a chi aspettate allora?'» De Magistris scrive anche di dati epidemiologici, «non attuali né corretti», alimentando la polemica del caos numeri che da più parti imperversa, e sulla quale il ministro Speranza è netto: se i dati di alcune Regioni fossero volutamente falsati «sarebbe un reato grave».
Nella prima settimana di Italia divisa in zone di rischio Covid, da Nord a Sud, a Roma sono arrivate lettere di amministratori che pretendono misure diverse, anche se l'esecutivo ribadisce che i dati dell'emergenza Covid sono pubblici e il percorso che ha portato alle fasce di rischio è stato interamente condiviso con i rappresentanti della Conferenza delle Regioni. Dalla Liguria il presidente Giovanni Toti si dice d'accordo con la divisione in aree di rischio e aggiunge: «I dati sono giusti ma non esaustivi della realtà che viviamo, perché cambiano di ora in ora». «Sono disponibile a discutere di cambiamenti di fascia della Regione», purché si tenga conto «delle esigenze di salute e anche di quelle dell'economia».
Restano però tanti gli amministratori che spingono per misure più severe o le attuano, come nel caso della Puglia, contro le cui scuole chiuse annuncia provvedimenti il ministero dell'Istruzione. E allo stesso tempo, anche l’Alto Adige sceglie di entrare in zona rossa prima ancora che i tecnici del governo le impongano di cambiare colore. Nelle ultime 24 ore la provincia di Bolzano ha registrato 781 nuovi casi su 2998 tamponi e quattro decessi. «La situazione è molto critica», ha preso atto il presidente Arno Kompatscher prima di firmare l’ordinanza.